Capitolo 11 ✔️

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"Ehi." Harry entra nella mia stanza lentamente facendo cigolare la porta. Alzo leggermente la testa dal cuscino e lo osservo per un attimo per poi distogliere lo sguardo dalla sua figura. Credo che sia la prima volta da quando lo conosco che si mostra impacciato nei miei confronti. "Stai bene?" si avvicina al letto e si siede accanto a me. Ignoro la sua domanda e sposto lo sguardo altrove. "Sono giorni che non esci da questa stanza."

"Sto bene." sussurro debolmente

"Sicura?" sospiro pesantemente e porto lo sguardo su di lui. Sono indecisa sul da farsi. Non so se sfogarmi e parlargli di ciò che mi passa per la testa o se tenermi tutto dentro come ho sempre fatto sin da piccola.

"Non lo so." Ammetto spezzando il silenzio "Sono confusa." Lui inarca le sopracciglia e piega la testa di lato come farebbe un bambino difronte a novità che non riesce a comprendere a pieno.

"Su cosa?"

"Quello che è successo nel bosco." Non sembra capire dove voglio andare a parare così continuo a parlare "Non so cosa mi sia preso, non ero in me. Un attimo prima ero terrorizzata e un attimo dopo mi sono trasformata in un mostro assetato di sangue. Non sono riuscita a controllarmi e ..." non riesco più a trattenere le mie emozioni e una lacrima scende lungo la mia guancia contro la mia volontà. Harry allunga la mano e, prima che lo faccia io, mi asciuga la guancia passandoci sopra delicatamente il pollice.

"Tu non sei un mostro." sussurra a pochi centimetri di vicinanza dal mio volto "Tutto ciò che hai fatto lo hai fatto per proteggerti o saresti morta un attimo dopo. E' vero che noi due siamo immortali, ma è anche vero che possiamo comunque morire in battaglia o in episodi simili. Anche io le prime volte che mi trasformavo perdevo il controllo, è normale." Continua accarezzandomi la guancia cercando di darmi conforto. "Durante un combattimento ti senti invincibile, l'adrenalina pompa nelle tue vene più del normale e non ti rendi neanche conto di cosa stai facendo fino a che non torni in te. E' come se il tuo corpo fosse un burattino legato con dei fili alla parte maligna dentro di te che si diverte a giocare muovendoli a suo piacimento spingendoti al limite. Ti senti così forte che potresti annientare una decina di nemici al secondo, ma tutto ciò ha un prezzo e te ne rendi conto solo quando torni ad essere te stesso. Ed è lì che nascono i sensi di colpa." Dice amareggiato guardandomi fisso negli occhi. Forse anche lui ha provato le mie stesse emozioni durante le sue prime trasformazioni, con la differenza che lui non aveva nessuno dalla sua parte ad aiutarlo tranne Simon, il vampiro amico di sua nonna.

"Ma ho comunque ucciso una persona e non c'è scusa che regga." porto le mani fra i capelli e li tiro frustrata verso il basso staccando qualche ciocca scura. La cute pizzica leggermente, ma il fastidio che mi provoca è minimo rispetto al dolore che sento dentro di me "I sensi di colpa mi stanno uccidendo lentamente dall'interno e vorrei tanto far sparire questo dolore e spegnere le mie emozioni definitivamente, ma non ci riesco." Ribatto scostando la sua mano dal mio volto e allontanandomi leggermente da lui. Harry sembra quasi ferito dalle mie azioni anche se è difficile capire cosa prova per tutto ciò.

"Un nascosto." Mi corregge lui con disprezzo nella voce.

"E che differenza fa?" sbotto di colpo facendogli spalancare gli occhi per la sorpresa "Era comunque una persona. Potrei aver ucciso un padre di famiglia o un figlio di qualcuno e non faccio altro che pensare a questo da quando siamo tornati. Ho ucciso una persona a sangue freddo e in quel momento ero come divertita da tutto ciò. Non pensavo ad altro se non ucciderlo il più dolorosamente possibile." Altre lacrime rigano il mio viso, ma questa volta nessuno dei due sembra interessato ad esse "Non riesco neanche più a chiudere occhio senza che la sua faccia mi si presenti più e più volte nella mente." Porto le mani sul volto coprendolo dalla sua vista "Sto impazzendo." Due forti braccia mi afferrano per il bacino e in un attimo mi trovo fra le braccia di Harry e crollo in un pianto isterico con la testa nell'incavo del suo collo.

It's Not A Game || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora