Capitolo 41

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POV KENDRA



Finalmente sono sola.

Ho aspettato per giorni interi la possibilità di mettere in atto i "miei" piani.

Per lunghe, noiose ed interminabili ore ho atteso che l'attenzione si allontanasse da me e finalmente tutta l'attesa ha portato i suoi frutti.

Ho passato giornate estenuanti distesa nel mio letto dell'infermeria sotto gli occhi di tutti fingendo di essere ancora troppo scossa dall'accaduto, e tutto ciò in presenza di alcuni dei membri più importanti del Conclave che insistevano per parlare di ciò che mi è accaduto. Posso proprio dire che grazie alla mia dote di "attrice" sono riuscita a fargli credere che Sebastian non ha ancora trovato un modo per attaccarli.

È incredibile la fiducia che queste persone ripongono in un esserino come Katherine. Nessuno ha sospettato di me, anche se la sorella del riccio si è comportata in modo molto strano nei miei confronti. Inizialmente si prendeva cura di me come solo un'amica dovrebbe fare, ma da un po' di giorni sembra fin troppo sospettosa. È sempre con la domanda pronta e gli occhietti puntati su di me, come se fosse in attesa di un mio passo falso. Beh, non gli darò questa soddisfazione.

Ormai è notte fonda e non c'è un minimo rumore. L'Istituto è silenzioso, forse più di quanto mi aspettassi.

Scosto velocemente le coperte dal mio corpo e scendo dal misero lettino d'infermeria che mi è stato assegnato. La mia schiena chiede pietà per tutte le ore in cui sono stata costretta a starci sopra. Il contatto dei miei piedi nudi contro il pavimento mi fa rabbrividire, ma cerco comunque di non dargli troppo peso. Vorrei tanto poter indossare delle scarpe e degli indumenti più pesanti, ma mi è stato portato via tutto tranne questa leggerissima vestaglia da notte che mi lascia completamente scoperte le gambe.

Sbuffo contrariata e, in punta di piedi, supero la fila di letti vuoti posti alla mia destra. Una volta arrivata difronte all'enorme portone in legno scuro afferro con forza la maniglia in ferro e con cautela la piego verso il basso.

"Maledizione!" impreco silenziosamente a causa del lieve cigolio emesso dai cardini arrugginiti della porta. Questo posto è talmente vecchio e malridotto che ha l'aria di poter cadere a pezzi da un momento all'altro.

Fortunatamente nessuno sembra aver sentito niente e, non essendoci nessuno di passaggio, esco tranquillamente allo scoperto. Per sicurezza rimango vicina alle pareti dove i raggi della luna non arrivano e mi avvio a passo felpato verso l'armeria.

Sebastian non mi ha precisamente detto dove sia e, visti i numerosi corridoi e le numerose porte chiuse che sto oltrepassando, vorrei tanto che mi avesse fatto una mappa per rendermi più facile la ricerca.



POV GEMMA


Non so come facciano tutti quanti a non preoccuparsi del ritorno di Sebastian e di un suo possibile attacco a sorpresa.

Manca un solo giorno all'ultimo dell'anno e sembrano tutti troppo occupati per le preparazioni dell'imminente festa da rivolgere l'attenzione a ciò che realmente ci interessa: ritrovare quello stronzo e mettere fine alla sua miserabile vita.

Persino i miei genitori pensano che ci meritiamo una piccola giornata di riposo circondati da amici festeggiando il nuovo anno, ma io non sono della loro stessa idea e credo che anche mio fratello la pensi come me. Dal ritorno di Katherine si comporta in modo strano, più strano del solito. Tende sempre a scomparire e a passare le sue ore fuori dall'Istituto pur di non andare a trovarla. Io invece sono ancora più restia nei confronti della sua ragazza. Da quando è entrata a far parte della nostra grande famiglia sono sempre stata al suo fianco considerandola una buona amica e una potente cacciatrice, ma dal suo ritorno c'è qualcosa in lei che mi confonde le idee. È sempre molto silenziosa e sulle sue, ma con un orecchio sempre attento ai discorsi di chi la circonda. Non la riconosco e sono preoccupata.

It's Not A Game || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora