Capitolo 34 ✔️

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POV KAT

Debole per la caduta faccio forza sulle braccia con le uniche energie che mi sono rimaste e cerco di alzarmi con molta più fatica di quanto mi aspettassi, ma non ci riesco e crollo nuovamente a terra. Un lieve pizzicore proveniente dalle mie ginocchia mi infastidisce a tal punto da emettere una piccola smorfia seguita da un gemito di dolore appena udibile. Porto lo sguardo su di esse ed intravedo delle sbucciature dalle quali esce del sangue. Sfioro con la punta delle dita le ferite che non sembrano intenzionate a guarire e gemo nuovamente per il dolore. Due stivali in pelle nera lucida si fermano difronte a me. Deglutisco e percorro con lo sguardo la figura davanti a me fino ad arrivare al suo volto. Sebastian mi osserva divertito.

"Io e te abbiamo molte cose di cui discutere." dice serio. Si abbassa per arrivare alla mia altezza e mi accarezza la guancia. Disgustata dal suo gesto indietreggio leggermente scostandomi dal suo tocco. Il suo volto si trasforma in un'espressione a dir poco infastidita e temo che possa farmi del male.

"Cosa vuoi da me?" sussurro con voce spezzata e tremante

"Lo saprai a tempo debito." si siede su un divanetto, accavalla le gambe e mi osserva dall'alto in basso come se io fossi un topo caduto in trappola e lui il gatto affamato. "Mostrami il tuo potere." spalanco gli occhi di scatto stupita dalla sua richiesta. Come fa a saperlo? Quando è venuto all'Istituto per uccidermi non lo avevo ancora sviluppato

"Non ho nessun potere." mento. Neanche il tempo di finire di parlare che cinque dita si stampano sul mio volto e riesco a trattenere a fatica i canini che forzano per uscire. Digrigno i denti e poso una mano sulla guancia rossa e dolorante cercando di darmi un po' di sollievo massaggiandola.

"Non mentire a me!" urla a denti stretti "Mostramelo!" chiudo gli occhi di scatto al suono delle sue urla e sospiro. Vorrei tanto che fosse un brutto sogno e svegliarmi all'improvviso nella mia camera con Harry al mio fianco, ma purtroppo, per quanto ci provi, non posso negare la realtà dei fatti. Questo non è un sogno, ma un incubo.

"No." un altro colpo al volto, questa volte più forte e violento rispetto a quello di prima. Più colpi ricevo e più sento le fiamme ribollire nelle mie vene smaniose di uscire e fare il culo a questo stronzo. Sputo a terra del sangue e con il dorso della mano mi pulisco le labbra. Mi alzo con molta difficoltà e barcollo all'indietro di uno o due passi. "Non ti dirò o darò mai quello che vuoi da me. Puoi torturarmi quanto vuoi, ma io non muoverò un dito per te." ringhio prima di avventarmi sul suo collo prendendolo alla sprovvista. Il sangue caldo mi scorre nella gola e mi sento rinata, è come se stessi ritornando al pieno delle mie forze. Sebastian mi stacca con forza dal suo collo dopo pochi secondi e con un colpo secco rompe il mio facendomi crollare a terra priva di sensi.


POV HARRY

Una volta arrivato difronte alla casa di Magnus mi affretto verso il citofono. Non ho tempo da perdere. Suono più volte il campanello con su scritto il suo nome e aspetto impaziente che qualcuno venga gentilmente ad aprirmi il portone. Una vecchietta, probabilmente una sua vicina, spalanca una delle finestre del secondo piano facendo sbattere con forza le persiane contro il muro esterno della casa e mi urla contro una miriade di insulti per aver disturbato il suo pisolino pomeridiano. Che si fotta, ho cose più importanti a cui pensare adesso.

La porta si apre e, prima di entrare, le mostro il dito medio accompagnato da un enorme sorriso.

"Questi ragazzacci d'oggi." borbotta quest'ultima mentre richiude le persiane della finestra con l'aggiunta di qualche piccolo insulto nei miei confronti. Scrollo le spalle fregandomene altamente di lei e corro a perdifiato per le scale verso la porta di casa di Magnus e Simon. Una volta entrato chiudo con poca grazia la porta d'ingresso dietro di me e mi incammino a passo lento per il corridoio. Qui dentro c'è un puzzo di zolfo incredibile e questo significa una sola cosa, demoni. Estraggo una spada angelica dalla cintura che tengo legata in vita, invoco il nome di un angelo e, pronto all'attacco, entro nel salotto aspettandomi di tutto. Magnus è in piedi al centro della stanza con un vecchio e logoro libro in mano. Ai suoi piedi è stato disegnato un contorto disegno di linee e rune a me sconosciute. Lui ignora la mia presenza e inizia a leggere ad alta voce alcune strane parole del libro per poi farsi indietro. All'interno del pentagramma disegnato a terra con le rune fuoriesce del fumo nero.

It's Not A Game || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora