Capitolo 18 ✔️

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La porta bianca vicino a noi si spalanca di scatto cigolando fastidiosamente. Un uomo calvo, alto e molto robusto con una divisa nera si affaccia e punta lo sguardo su di noi.

"La Signora Black adesso può vedervi." Ci comunica con fare autoritario facendoci cenno con la testa di entrare. Ci alziamo immediatamente e lo raggiungiamo a testa alta. Non dobbiamo sembrare nervosi o o potremo far saltare la nostra copertura.

Una donna sulla sessantina con lunghi capelli bianchi legati in un elegante chignon è seduta dietro una vecchia scrivania di legno. Sta osservando attentamente dei fogli che all'apparenza sembrano delle cartelle cliniche molto dettagliate. La porta viene chiusa dietro di noi producendo un piccolo e quasi inudibile "click". Lei alza immediatamente lo sguardo su di noi per poi osservarci dall'alto in basso con superiorità. Le sue iridi sono dello stesso colore del ghiaccio, belle e inquietanti allo stesso tempo.

"Prego, sedetevi pure." Dice togliendosi gli occhiali da vista e indicandoci le due sedie libere difronte la scrivania. "Cosa vi porta nel mio Istituto?" ci chiede una volta seduti. Posa i gomiti sulla superficie di legno della scrivania e incrocia le mani al petto. Lancio un'occhiata ad Harry prima di parlare.

"Come abbiamo già detto prima, la madre di una vostra paziente ha richiesto un nostro consulto." Aggrotta la fronte alle mie parole.

"E chi sarebbe la paziente?" passa lo sguardo fra me e Harry con interesse

"Page Matthew." Strabuzza gli occhi e appoggia la schiena sullo schienale della sedia

"Oh, Page. Ha creato molto scompiglio qui dentro." apre un cassetto alla sua destra e afferra dei fogli ingialliti dal tempo. Gli dà una piccola sbirciata per poi riporli al proprio posto. "Ho fatto una piccola ricerca su di voi." Deglutisco "E siete molto qualificati perciò vi lascerò visitare la ragazza." Sospira e sposta lo sguardo verso la parete "Prima però devo mettervi al corrente di alcune cose." Io e Harry annuiamo contemporaneamente. Sono talmente agitata che lui è costretto a prendere una delle mie mani e intrecciare le dita con la sua. La direttrice si accorge immediatamente del nostro piccolo e innocuo gesto, punta gli occhi sulle nostre mani incrociate e sorride sotto i baffi. "Page è molto aggressiva e per questo motivo è stata spostata in isolamento." Continua lei unendo le mani e riportando lo sguardo sui nostri volti.

"Sappiamo come relazionarci con questo tipo di persone." ribatte Harry duramente prendendola alla sprovvista. "Io e mia moglie siamo usciti con il massimo dei voti dall'università, abbiamo fatto molti stage in istituti mentali ben peggiori di questo.." la direttrice fa una smorfia alle sue parole, ma non lo interrompe "Abbiamo vinto dei concorsi e lavorato con pazienti ben più pericolosi di Page." Lei annuisce distrattamente e preme un pulsante nero dalla tastiera del telefono.

"Sì, signora Black?" chiede una voce femminile

"Mandami Claudius." La chiamata si interrompe subito. Presa dall'ansia stringo la mano di Harry. Lui si volta immediatamente verso di me e mi sorride. "Avete dei figli?" dice la signora Black interrompendo il nostro gioco di sguardi.

"No, signora." Rispondo pacatamente

"Ma ne avremo presto." Risponde lui sfilando la mano dalla mia per poi posarla sulla mia pancia e accarezzarla delicatamente. Porto sconcertata lo sguardo su di lui che mi ammicca divertito e continua con le sue gentili carezze. Ma che diavolo gli salta per la testa?!

"Congratulazioni." Dice lei atona mostrandoci un misero sorriso, sempre se quella smorfia di disgusto può essere considerata un sorriso.

"Grazie." Sussurro imbarazzata abbassando la testa. Harry sghignazza al mio fianco riappropriandosi della mia mano. Questa volta non la passa liscia. Ma come diavolo gli sarà venuto in mente di dirle che sono incinta? So che si diverte a prendermi in giro e a mettermi in imbarazzo, ma questa volta ha oltrepassato il limite. In realtà non so nemmeno se potrò mai avere dei figli. Lui si accorge del mio cambiamento d'umore e mi accarezza il dorso della mano con il pollice cercando di rassicurarmi. Porto lo sguardo su di lui, sospiro pesantemente e poi riabbasso lo sguardo sul mio ventre piatto. Ho sempre desiderato essere una madre e forse per colpa di Sebastian non avrò più questa possibilità.

It's Not A Game || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora