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aziraphale credeva in molte cose: dio, la libera espressione, nei diritti uguali per tutti, per esempio. ma non credeva nei fantasmi, questo era certo.

lui e i suoi fratelli, gabriel e michael, da piccoli avevano sempre scherzato su quel tipo di cose. il fratello piú grande veniva spesso invitato alle feste di halloween del liceo, dove molte persone si divertivano a raccontare storie di fantasmi. quando poi tornava a casa, tardi, trovava sempre i due fratelli piú piccoli ad aspettarlo davanti al caminetto, pronti a sentire altre storie per riderci sopra.

tutti e tre avevano sempre pensato che i fantasmi fossero stati creati solo per mettere paura ai bambini, e fu quindi ironico quando si ritrovarono tutti in un negozio di antiquariato alla ricerca della stessa cosa: una tavola ouija.

"posso spiegare-" aveva iniziato michael, ma gli altri due scossero la testa, e gabriel le posó una mano sulla spalla.

"non ce n'é bisogno" la tranquillizzó. in realtá, ce n'era bisogno, ma sarebbe stato un argomento da affrontare piú tardi.

ancora piú ironico era il motivo per cui stavano cercando quella tavola.
tutti e tre erano giunti al limite nello stesso giorno, quasi per caso, quando nel riflesso dello specchio avevano notato qualcuno. solo quando erano tornati per guardare meglio e si erano accorti delle pieghe sul letto, o del tappeto leggermente spostato, come se qualcuno ci si fosse seduto sopra, avevano deciso di provare la tavola ouija.

alla fine decisero di spartirsi il costo, decidendo di vedersi quella sera a casa di aziraphale.

"perché proprio da me?" si era lamentato aziraphale, quando gabriel aveva preso a scompigliargli i capelli come faceva quando erano piccoli.

"voglio dire, non siamo mica noi ad avere un'incisione angelica sul pavimento" rispose sarcasticamente michael.

il biondo roteó gli occhi, sbuffando leggermente.

"vi ho giá detto che era giá lí quando ho acquistato la libreria" si difese, incrociando le braccia.

durante tutto quello scambio, crowley e beelzebub fecero una nuova conoscenza. si trattava di un altro fantasma, che si era presentato come uriel.

uriel era diversa, in un certo senso, sia da crowley che beelzebub. era piú alta di lei ma piú bassa di lui, la carnagione scura era coperta da striature d'oro, che nessuno dei due sapeva spiegarsi.

"si sono formate per rappresentare le ferite che hanno causato la mia morte" spiegó il fantasma, in modo evasivo. non sembrava voler parlare della sua morte e, onestamente, crowley lo capiva benissimo.

oggettivamente, uriel doveva essere stata una bella donna, in vita. aveva un'aria rispettabile e incuteva un leggero timore, a dirla tutta. sembrava la scelta migliore per accompagnare michael.

quella sera, gabriel e michael bussarono alla porta di aziraphale, guardandosi intorno come se fossero colpevoli del peggior crimine di sempre.

prima di inziare la seduta, c'é una cosa da sapere: tutta la questione del sale che ferma i demoni e gli spiriti, é una cazzata. gli spettri sono immuni quasi a tutto, se non si contano i fuochi fatui, ovviamente, di cui, purtroppo, aziraphale e i suoi fratelli non disponevano.

"okay, allora, iniziamo" balbettó aziraphale, improvvisamente con il cuore in gola. non sapeva neanche perché era cosí nervoso. anche se ci fosse stato uno spirito in casa sua, non aveva mai provato ad ucciderlo. per dio, si era solo limitato ad aprire porte e finestre e, la sera prima, gli aveva fatto sparire dei libri che, tra l'altro, aveva messo al loro posto appena era andato a dormire. considerato tutto, poteva essere solo uno spirito buono.

gabriel annuí, deglutendo e posando la tavola per terra, sopra al tappeto che copriva la strana incisione del pavimento. essendo il fratello maggiore, era stato incaricato di tenere la tavola, anche se gli procurava non poca ansia.

fecero i soliti riti per iniziare, una cosa che nessuno di loro avrebbe mai pensato di fare, poi fecero la domanda che aspettavano di fare da giorni.

"c'é qualcuno?"

crowley lanció un'occhiata a beelzebub, che fece lo stesso con uriel.

"beh, tecnicamente, siamo in casa mia. dovrei rispondere io" fece notare crowley, scrollando le spalle.

beelzebub non sembrava molto d'accordo, ma era comunque troppo tardi per protestare, visto che lo spirito dai capelli rossi si era ormai lanciato sulla piccola planchette di legno, spostandola sul .

"quanti siete?" domandó michael, rabbrividendo. tutti e tre stavano pensando che, per forza, doveva esserci una spiegazione logica.

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"oh, fantastico. abbiamo un'infestazione" sbuffó gabriel.

aziraphale lo ignoró, buttandosi sulla domanda seguente.

"come vi chiamate?"

i tre spiriti arrivarono alla conclusione che sarebbe stato giusto rispondere ognuno per sè. in realtá, tutti volevano divertirsi con quell'aggeggio.

crowley

beelzebub

e uriel

"non sembrano proprio nomi normali" notó michael, ma aziraphale si era fatto incredibilmente pallido, cosí come gabriel.

michael li guardó, preoccupata. "va tutto bene?" domandó, sinceramente preoccupata.

i due scossero la testa, decidendo di chiudere la seduta, con grande dispiacere dei tre fantasmi. gabriel sospiró.

"ho giá sentito il nome beelzebub. stavamo investigando il nuovo cimitero, e l'unica tomba che sembrava intatta, ossia non rovinata dalle interperie, sembrava la sua" spiegó.

aziraphale annuí.

"anche io 'crowley' l'ho giá sentito da qualche parte. era scritto sulla tomba nel cimitero in cui vado a leggere: a.j. crowley, morto nell' '88"

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