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aziraphale dormí con la porta chiusa. crowley se ne accorse solo dopo aver sbattuto la testa contro il legno e, in ogni caso, si appoggió ad essa con la schiena, decidendo di dare del tempo all'uomo.
Infondo, vedere un fantasma non era una cosa da tutti i giorni.

il mattino dopo, aziraphale non lo degnó ancora di uno sguardo.

"aziraph-" inizió lo spettro, ma il biondo gli lanció un'occhiata cosí spaventata che si trovó costretto a chiudere la bocca. un'evento unico, per crowley.
lo spirito si limitó a sedersi su una sedia in cucina, con il mento appoggiato sul palmo della mano.

se aziraphale aveva bisogno di tempo, glielo avrebbe dato. l'unico problema era che, ora, non aveva idea di come fare a rendersi nuovamente invisibile.

i due si ignorarono per gran parte della mattinata. crowley provó a non stare troppo in mezzo ai piedi del biondo che, a sua insaputa, gli lanciava delle occhiate curiose.

"io esco" mormoró aziraphale verso le due, piú per abitudine che per altro. crowley annuí, aspettandosi il solito strattone che lo avrebbe portato dietro all'uomo, ma non accadde.

un problema in piú su cui perdere la testa.

aziraphale camminava velocemente sul marciapiede, con le mani nelle tasche dei pantaloni beige. aveva ancora il cuore che batteva a mille e, ogni volta che ripensava alla sera precedente, gli venivano le lacrime agli occhi.

prima di bussare alla porta rossa di fronte a lui, l'uomo si guardó intorno, prendendo un respiro profondo. poi batté tre volte le nocche contro il legno, rimettendosi poi la mano in tasca mentre aspettava che qualcuno rispondesse.

pochi secondi dopo, sentí il lucchetto scattare e venne accolto da una giovane ragazza dai capelli neri e gli occhiali.

"aziraphale! da quanto tempo, vieni, entra, tracey ti stava aspettando" esclamó, sporgendosi per abbracciare il biondo prima di spostarsi per farlo entrare.

"grazie anathema. sempre al primo piano, porta sulla sinistra, giusto?" chiese, togliendosi il cappotto e attaccandolo all'appendino lí di fianco.

la ragazza annuí, seguendolo per le scale ed entrando con lui nell'appartamento di madame tracey, un'anziana sensitiva che conosceva aziraphale da molto.

"oh, zira, quanto mi sei mancato! vieni, vieni qui, fatti abbracciare!" lo salutó la donna, facendolo piegare per abbracciarlo.

aziraphale si sedette sul divano, stringendosi le mani in mezzo alle ginocchia.

"quindi...come va?" domandó, sperando che prendere tempo lo aiutasse ad acquisire coraggio per parlare dell'elefante nella stanza.

tracey e anathema annuirono, procedendo nel rispondere che tutto andava bene.

"senti caro, lo vuoi un té?" chiese tracey, mandando poi anathema a mettere su il bollitore.

i tre parlarono del piú e del meno per una buona mezz'ora e, per un attimo, aziraphale si sentí meglio, al sicuro.

non voleva pensare che crowley lo spaventasse. infondo, non era cambiato nulla, anzi! era successa esattamente la cosa che gli aveva chiesto per quasi due settimane. l'aveva visto. ecco la sua prova schiacciante sull'esistenza dei fantasmi.
eppure, e al solo pensarci il suo cuore riprendeva a battere all'impazzata, vederlo lo aveva spaventato. era tutto vero, non stava uscendo pazzo. aveva un fantasma che conviveva con lui.

"tesoro, va tutto bene?" domandó tracey, posando la tazzina semivuota sul tavolino da caffé.

aziraphale si portó una mano al petto, stringendo il tessuto della camicia che indossava, e con l'altra mano si coprí gli occhi, mentre scuoteva la testa.

"no, in realtà no. ho bisogno del tuo aiuto. ho un fantasma a casa e- e, ad essere sincero, ho paura" ammise, alzando la testa e puntando il suo sguardo in quello di tracey.

who you gonna call? [𝚊𝚣𝚒𝚛𝚊𝚙𝚑𝚊𝚕𝚎 + 𝚌𝚛𝚘𝚠𝚕𝚎𝚢] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora