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alla fine, anathema aveva deciso di aspettare il giorno dopo per visitare aziraphale, passando il pomeriggio precedente a londra, a casa di tracey. le due avevano parlato a lungo del piú e del meno, finendo poi sul discorso 'fantasmi'. anche l'anziana signora pensava che fosse meglio parlarne con aziraphale e la sua famiglia.

quindi, quel venerdí mattina, rimontó in sella alla sua bicicletta e partí di nuovo verso londra.

intanto, aziraphale e crowley avevano nuovamente iniziato a parlare e, quella mattina uggiosa, aveva intrapreso un discorso sull'arte. entrambi sembravano incredibilmente attaccati a due quadri in particolare, il che aveva aperto alla possibilitá di un discorso interessante.

"non lo so, crowley, l'angelo caduto di cabanel mi piace di piú. - aveva iniziato il biondo, sistemandosi meglio sulla poltrona e sorseggiando il suo té - i dettagli sono incredibili, la faccia di lucifero rappresenta appieno i sentimenti che l'artista voleva dargli, e non farmi iniziare ad analizzare la posizione in cui si trova! e la definitura della lacrima!" continuó, perdendosi poi nella sua analisi dettagliata del dipinto, mentre crowley lo ascoltava, completamente concentrato su di lui. aveva un braccio posato sul bracciolo del divano, la mano chiusa in un pugno rilassato, che sosteneva la sua guancia. le gambe erano accavallate, in un disperato tentativo di sembrare composto, nonostante fosse in una posizione che suggeriva il contrario.

aziraphale smise di parlare solo per osservarlo. aveva ancora in mente le parole dello spirito di due giorni prima. non aveva osato chiedergli che cosa sapesse, per paura che si trattasse proprio della cosa che voleva dirgli.
eppure vedendolo cosí, completamente interessato a quello che aveva da dire, nonostante non avesse nulla in comune con la sua preferenza, gli sembrava quasi che lo amasse anche lui. era comunque troppo spaventato per chiedere, quindi si limitó a deglutire.

"tutto bene, angelo?" domandó il fantasma, alzando leggermente la testa dal pugno. il biondo annuí, schiarendosi la gola.

"certo, stavo solo pensando al fatto che non mi hai ancora detto perché ti piace cosí tanto il campo di grano con volo di corvi" rispose prontamente.

crowley allungó le gambe, pensieroso.

"non ne sono sicuro. forse il fatto che tutto nel dipinto faccia pensare a tristezza e angoscia, ma il pittore lo vedeva come un quadro speranzoso. sembra quasi che i corvi volino via, portando quei sentimenti con loro. anche quand'ero ragazzo mi aveva sempre intrigato, ne avevo una copia attaccata al muro, sopra al mio letto"  provó a rispondere lo spirito, sorridendo leggermente.

aziraphale lo ascoltó attentamente, intrigato dalla sua visione del quadro. lui l'aveva sempre visto come un quadro triste, una patetica fine per la carriera di van gogh. eppure, la versione di crowley sembrava cambiargli significato.

sarebbero potuti andare avanti ancora per molto, ma il suono di qualcuno che bussava alla porta fu motivo di distrazione.

"vado a vedere chi é, aspettami qui" disse aziraphale, alzandosi.

anathema, fuori dall'edificio, guardó il cielo grigio, coperto dalle nuvole, con preoccupazione. ci mancava solo che iniziasse a piovere.

quando il proprietario della libreria aprí la porta, la donna si fiondó dentro, beandosi del calore improvviso.

"anathema, che bella sorpresa! a cosa devo la visita?" domandó il biondo, prendendole il cappotto e posandolo all'attaccapanni.

"volevo farti qualche domanda sul tuo fantasma. sai, per curiositá" rispose anathema, passandosi una mano fra i capelli scuri e sistemandosi gli occhiali tondi sul naso.

aziraphale annuí, chiedendole di aspettare qualche secondo ("giusto il tempo di avvertire casper!"). la donna si appoggió a una colonna, incrociando le braccia. da quello che vedeva, aziraphale non sembrava intenzionato a sbarazzarsi della presenza.

crowley era titubante. aziraphale gli aveva chiesto di rendersi visibile anche alla donna, ma il fantasma aveva sempre quel timore di spaventare gli umani. certo, spaventare uno sconosciuto era meglio che spaventare aziraphale, ma il fatto rimaneva.

alla fine, si convinse, e uscí dalla stanza sul retro, aggrappandosi inconsciamente al cardigan color crema che l'uomo stava indossando, come avrebbe fatto un bambino con il padre.

anathema, vedendo la scena, quasí capí perché il biondo non aveva intenzione di scacciare il fantasma.

le bastarono qualche minuto, due domande, prima di correre fuori dalla libreria, con il cuore in gola.

newton e shadwell non potevano assolutamente liberarsi degli spiriti, e avrebbero dovuto capirlo con le buone o con le cattive.

who you gonna call? [𝚊𝚣𝚒𝚛𝚊𝚙𝚑𝚊𝚕𝚎 + 𝚌𝚛𝚘𝚠𝚕𝚎𝚢] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora