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per fortuna dei fantasmi, shadwell sparó solo cinque colpi, prima che il vicinato chiamasse la polizia.

neanche uno arrivó vicino a far loro del male, a quanto pareva, shadwell non aveva mai impugnato un arma in vita sua.

due colpi piú tardi, con un totale di otto spari, contando anche quello che aveva dato inizio a tutto, shadwell venne arrestato. alla fine, tracey aveva avuto ragione: l'uomo se ne sarebbe pentito.

ovviamente, i medici che erano arrivati con le ambulanze, non potevano aiutare quelli davvero sotto shock, i fantasmi, che si erano resi invisibili per avere migliori possibilità di sopravvivere. quindi, quelli ad avere le coperte addosso erano i quattro umani.

visto che nessuno aveva conseguito nessuna ferita, due ore dopo era nuovamente tutto tranquillo.

i quattro fantasmi erano seduti sugli scalini che portavano all'appartamento di aziraphale, e non sembravano affatto scossi. la morte cambiava completamente la prospettiva del pericolo, dovevano ammetterlo.

quando i loro compagni tornarono dentro, gli spiriti si fiondarono a domandargli come stessero, preoccupati.

"stava sparando a voi, mica a noi" disse ligur, confuso. hastur alzó le spalle, seguito da beelzebub e uriel.

"dopo un po' ci fai l'abitudine" ribatté lo spirito biondo, alzando lievemente un angolo della bocca, in un tentativo di sorridere.

"oh, ma piantala di fare quello vissuto" borbottó crowley, dandogli una spintarella. il gesto sciolse gran parte della tensione che ancora impregnava l'aria.

aziraphale sospiró, passandosi una mano in faccia. tutti quei ricordi si erano poi confusi con i sogni che aveva fatto quella notte.

sembrava essere l'unico sveglio, e come biasimare gli altri, che ancora dormivano? non credeva di aver mai passato un giovedí cosí strano come quello del giorno prima.

il biondo sbadiglió, stiracchiandosi e guardandosi intorno. la sera prima aveva lasciato dormire al piano di sopra i suoi due fratelli e ligur, mentre lui era rimasto sul divano nella stanza sul retro della libreria.

non avrebbe dovuto stupirsi di vedere crowley fluttuare nel centro della stanza, ma invece sobbalzó, scattando in piedi.

"ma tu sempre a caso devi apparire?" domandó, posandosi una mano sul petto.

"intanto per cominciare, ero lí da tre ore buone. e poi duh, sono un fantasma" ribatté crowley, senza riuscire a trattenere un sorriso.

l'uomo scosse la testa, falsamente esasperato.

i due si misero tranquillamente a parlare, ascoltando la leggera pioggia che aveva iniziato a battere sui vetri dell'edificio.

sembrava strano, poter avere una conversazione cosí calma dopo tutto quello che era successo la sera prima. anzi, ad essere sinceri, sembrava strano poter avere una conversazione con un fantasma. di certo un mese non era abbastanza per abituarsi ad una cosa del genere.

"sai, - cominció aziraphale, grattandosi una guancia, imbarazzato - ieri ligur mi ha chiesto cos'é che ci lega. sai no, il tuo compito nell'aiutare me e il mio nell'aiutare te"

crowley deglutí, se avesse avuto ancora sangue in corpo, probabilmente, sarebbe arrossito. aveva una teoria, anzi, era pericolosamente sicuro di avere ragione, eppure non poteva dirglielo cosí, no?

come si fa a dire alla prima persona con cui ti sei sentito al sicuro mentre eri in vita, che hai incontrato di nuovo dopo essere morto, che sei innamorato di lui? e che, probabilmente, é stato il primo per cui ha provato quel sentimento? ma soprattutto, come poteva aspettarsi di essere ricambiato quando era, essenzialmente, morto?

si era puntato talmente tanto sulla possibilitá di non essere ricambiato che, improvvisamente, si ricordó perché si trovava in quello stato. sembrava che si stesse ripetendo tutto, e crowley non ne era esattamente entusiasta.

"volevo sentire la tua opinione perché, e perdonami se puó sembrare avventato o strano, penso che ci stiamo aiutando a vicenda ad amare di nuovo"

who you gonna call? [𝚊𝚣𝚒𝚛𝚊𝚙𝚑𝚊𝚕𝚎 + 𝚌𝚛𝚘𝚠𝚕𝚎𝚢] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora