15/10

312 50 16
                                    

crowley e aziraphale ancora non avevano spiccicato parola. si incontravano per il corridoio, in cucina o in camera, si guardavano per pochi secondi e poi uno dei due cambiava strada.

aziraphale non sapeva piú che pensare. da una parte, la presenza dello spirito era rassicurante, dall'altra lo terrorizzava.

crowley, invece, voleva davvero fingere di non essere ferito dal comportamento dell'uomo. avrebbe voluto dire che, sí, lo capiva, gli avrebbe lasciato del tempo per abituarsi, ma non poteva fare a meno di pensare a quante volte il biondo gli avesse chiesto di mostrarsi.
e ora che lo aveva fatto? cosa otteneva? veniva ignorato? nossignore, crowley non poteva accettarlo.

quindi, vista la sua nuova scoperta di poter allontanarsi da aziraphale a suo piacimento, decise di porre una visita a beelzebub e uriel. per puro caso aveva scoperto dove abitava michael, quella sera in cui aveva deciso di rendersi visibile. o meglio, quando aveva scoperto di poterlo fare.

quindi uscí, osservando come il clima uggioso mettesse di malumore la maggior parte delle persone, di come la moda stesse cambiando per adattarsi al calo di temperatura.

quando i tre fantasmi si trovarono assieme, decisero di fare una passeggiata al st. james park. prima di entrare, peró, beelzebub insegnó il trucco per rendersi nuovamente invisibile a crowley.

"vedi, é tutta una questione psicologica. se riesci a camminare lí in mezzo pensando di essere invisibile, convincerai anche la gente intorno a te, e tornerai ad essere inesistente agli occhi di tutti" spiegó, dandogli poi una pacca sulla spalla. "ora andiamo, parliamo un po'"

nel parco iniziava a tirare un'aria fredda, e le nuvole sembravano gonfie di pioggia. crowley si ricordó di come, quando era in vita, amasse quel clima. si vestiva sempre con i suoi indumenti preferiti e si sentiva a suo agio. certo, odiava il freddo che veniva con l'autunno e l'inverno, ma preferiva la moda a quella estiva.

"alla fine com'é andata con il biondino?" domandó uriel, stringendosi nel suo cappotto lungo marrone. le stava bene, cosa che crowley non aveva notato, la prima volta che l'aveva vista.

il fantasma si passó una mano fra i capelli rossi, sospirando.

"ancora non mi parla. penso di averlo spaventato piú del previsto" borbottó, provando fastidio solo al ripensarci.
beelzebub cercó di cammuffare una risata esasperata, con scarsi risultati. gli altri due fantasmi si voltarono verso di lei, incuriositi.

"come ti ho detto, é tutta una questione psicologica. lui voleva vederti quasi quanto tu volevi mostrarti. ha poco da fare il terrorizzato, prima che gli mostri io cos'é la paura" spiegó lo spirito, infilandosi le mani nelle tasche dello smoking nero. crowley ricordava di averla sempre vista indossare quell'abito, anche se non aveva idea del perché. insomma, quando fai parte di una gang il tuo primo pensiero non é vestirti bene. eppure, eccola lí.

"ti prego, sta' lontana da aziraphale" la pregó uriel, guardandola esasperata. beelzebub alzó le mani in aria, in segno di resa.

"sto solo dicendo, poteva andargli peggio. crowley é il meno peggio, fra tutti gli spiriti disponibili"

crowley roteó gli occhi. "grazie" sbuffó, ironicamente.

mentre i tre se la ridevano, peró, beelzebub andó a sbattere contro qualcuno.

"e va' all'inferno-" sbottó sotto il respiro, per poi alzare lo sguardo. crowley sbatté le palpebre, deglutendo: hastur.

"temo che sia un po' tardi per quello" rispose il fantasma piú alto (se si potesse considerare beelzebub come unitá di misura per l'altezza, ovviamente).

beelzebub spalancó gli occhi.

"hastur! vecchio bastardo, vieni qui!" esclamó lo spirito, prendendo hastur sottobraccio e scompigliandogli i capelli.

"mi sento come al liceo, quando mi invitavano alle feste e ero l'unica che non conosceva nessuno" borbottó uriel, e crowley le diede qualche pacca sulla spalla, per supportarla.

"non ti perdi niente" la rassicuró.

l'occhiataccia di hastur valeva piú di mille parole: l'aveva sentito.

i quattro si sedettero su una panchina, come dei ragazzini del liceo pronti a combinare guai, ridendo e parlando dei loro rispettivi umani e, per un po', si sentirono vivi di nuovo

who you gonna call? [𝚊𝚣𝚒𝚛𝚊𝚙𝚑𝚊𝚕𝚎 + 𝚌𝚛𝚘𝚠𝚕𝚎𝚢] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora