Il suo piede finì nel vuoto. Oltre alla piccola porta, sormontata dalla scritta Exit, c'era il vuoto. C'erano nuvole, un sacco d'aria, un sacco di luce luce, naturale questa volta, ma non c'era un pavimento. I due angeli scoppiarono in una sonora risata quando Crowley ed assunse un'espressione inorridita quando iniziò a precipitare. Un urlo da ragazzina invase l'aria ma questo non fece altro che far ridere gli angeli più forte. Vide le due figurine che si rimpicciolivano piegarsi in due dalle risate mentre lui precipitava nell'ignoto. Newt chiuse gli occhi e mulino le braccia nell'aria mentre Crowley nella sua testa imprecava e gli urlava di lasciargli riprendere il controllo. Ma Newt era nel panico, e se c'era qualcosa che non faceva quando era in quello stato, era di sicuro ascoltare. Chiuse gli occhi e si preparò all'impatto. Newt aveva la gola in fiamme, l'urlo gli aveva graffiato la gola e la disperazione del momento non gli consentiva di respirare normalmente. Quando finì l'aria ne i suoi polmoni si accorse che le cose on erano più come prima. Intorno a lui l'aria non gli sferzava più il viso e la sensazione di precipitare era svanita. Con calma e timore il ragazzo riaprì un occhio alla volta. Ezechiele lo teneva per una gamba mentre gli sorrideva divertito, Aziraphale si asciugava le lacrime.
Crowley era furibondo, le orecchie gli andavano a fuoco e gli tremavano i pugni che stringeva ai fianchi. Senza aggiungere una parola il demone riprese il controllo e colpì con forza la mano che lo teneva, piombò a terra e si rimise in piedi. Senza avvisare si avviò a passo spedito verso un luogo non definito, l'unica cosa che voleva era allontanarsi da loro il più possibile. Il suo ego era ferito quasi in maniera irrimediabile. Un passo dopo l'altro si rese conto che attorno a lui, o meglio loro, un rumore soffuso di carta e piccoli tonfi si diffondeva placido. Quando guardò verso l'alto vide degli angeli seduti alle scrivanie che timbravano fogli e chiudevano cassetti in tutta tranquillità. Camminando con lentezza venne presto sorpassato dai due angeli che parlavano dei "bei vecchi tempi". Raggiunsero una scrivania dove una donna angelo vestita di tutto punto stava scrivendo a mano con una vecchia piuma inchiostrata. Si fermarono proprio davanti alla sua scrivania e con calma si innalzarono al suo livello. La ragazza non fece nemmeno finta di osservarli, scrisse velocemente su pezzo di carta e con lentezza calcolata vi pose alcuni timbri, poi spinse il tutto verso Aziraphale che scrisse la sua firma tutta svolazzante.
Quello che successe dopo fu alquanto duro per il povero demone. "Consegna prigioniero accettata, complimenti Mr. Aziraphale!" cinguettò la donna dietro la scrivania mentre sorrideva smagliante. Le manette apparvero attorno ai polsi secchi del ragazzo e i pesi ai capi della catena cominciarono a tirarlo lentamente verso il basso fino a farlo inginocchiare. Il suo sguardo terrorizzato si inchiodò sul viso del suo angelo, non emise nessun suono, non un lamento o un grido di protesta, lo sgomento era troppo. Il suo angelo ricambiò il tutto con un sorriso dolce come il miele e un saluto leggero della mano. L'aria cominciò a rarefarsi attorno a lui, la luce scomparve così come il resto attorno, delle mani lo afferrarono e lo portarono via. Quando venne lanciato nella piccola cella gli tornò la vista e potè osservare l'ambiente a dir poco misero che gli stava attorno. Dentro quel corpo non succedeva più nulla, New era in preda al panico in un angolino della sua mente, mentre il Crowley si era chiuso in se stesso con il suo dolore. Era davvero così che finiva tra di loro? Aziraphale alla fine lo aveva tradito per tornare tra le grazie del paradiso? Tutto quello che avevano passato insieme non significava niente? Alla fine andava bene così, se era questo che serviva al suo angelo per essere felice gli avrebbe concesso anche questo. Ma se volevano la sua pelle l'avrebbero avuta a caro prezzo. Ora dentro di lui sentiva il dolore tramutarsi in altro, anche Newt nel suo angolino lo percepiva. Discussero per un po' e poi ebbero all'unisono l'illuminazione che forse poteva farli scappare da li. Ora dovevano solo aspettare.
Furono i crampi della fame a svegliarlo, quando aprì gli occhi sulla piccola cella la trovò orribile come qualche ora prima. Le pareti erano di un grigio strano, malsano che tendeva al verde ed erano imbottite, mentre il pavimento era una semplice lastra di roccia levigata che una volta doveva essere stata bella, ma ora era solo rigata dai vari segni delle catene e sporca in maniera preoccupante. L'unico arredo che era concesso alla piccola stanza era una sedia bianca immacolata. Nient'altro. Pensandoci bene gli angeli non avevano nessun bisogno quindi era logico che in quella stanza non vi fosse niente.
Passò qualche ora e finalmente si fece vivo un angelo pallido come la sedia su cui il demone era seduto. Senza tanti convenevoli con un leggero schiocco fece spostare tutti in un'altra stanza estremamente diversa dalla precedente. Questa era un vero e proprio ufficio con tanto di scrivania arredata, piante ornamentali qui e la, e documenti organizzati sugli scaffali. Ovviamente tutto era nelle varie tinte del bianco e al massimo variava sui toni del grigio. L'angelo gli rivolse un ultimo sguardo di disprezzo e poi si diresse all'uscita. Rimasero soli per un altro po' finchè la porta non si aprì per rivelare una testa dai ricci biondi platino e un sorriso gentile. "Mi spiace di averti fatto aspettare, spero che le catene siano strette al punto giusto." disse Aziraphale divertito. Con cura l'angelo fece il giro del tavolo e si accomodò sulla poltrono imbottita che lo avvolse come una nuvola. Ci mise esattamente 8 secondi a perdere la calma. 8 secondi fu il tempo che Aziraphale impiegò per sedersi alla scrivania e guardarlo. "Come hai potuto? TU! come hai potuto farmi questo?! Noi due abbiamo combattuto insieme per secoli, abbiamo cenato centinaia di volte allo stesso tavolo e ho letto i tuoi stupidi libri!" afferrò il pesante porta penne e lo mandò a volare contro la soffice poltrona, per poi rimbalzare e infrangersi al suolo. Le orecchie del demone erano paonazze, le vene del collo sarebbero state visibili anche a centinaia di metri di distanza, il suo sguardo avrebbe potuto incenerire il mondo. "O suvvia, non c'è motivo di agitarsi. Vuol dire che non mi riconosci demone da quattro soldi?" improvvisamente il sorriso che apparve sul voltò del'angelo gli rivelò chi occupava veramente quel corpo.
Gabriele andò in visibilio per l'espressione sgomenta che apparve sul viso del demone. Schioccò le dita e apparve a mezz'aria il corpo addormentato dell'arcangelo. Un altro leggero schiocco e si riappropriò del suo corpo lasciando cadere a terra quello di Aziraphale che si accasciò come una bambolina di pezza. "Così va molto meglio, quel corpo è così...così... umano da farmi venire il voltastomaco, non pensavo che un angelo potesse cadere così in basso" aggiunse estraendo da una tasca una bottiglietta con dentro una luce. "Sono molto deluso da te Aziraphale, potevi compiere grandi piani e invece eccoti qui" disse portandosi la bottiglietta all'altezza degli occhi, la luce si affievolì un po'. Le mani si strinsero attorno alla gola dell'arcangelo ancora prima che il suo compagno di corpo potesse capire cos'era successo, Newt osservava sconvolto le sue mani sotto il controllo di Crowley che stringevano con forza, per un istante anche lui non desiderò altro che torcere il collo a quel galletto arrogante ma appena tornò in se convinse il demone a lasciar andare mentre il viso di Gabriele era diventava paonazzo. "Come..." l'arcangelo era sconvolto e in preda a una crisi di nervi "Come hai osato, tu e il tuo patetico umano patirete pene che nessuno ha mai provato ve lo garantisco! Voi sarete dann..." non finì di imprecare contro di loro perchè mentre si rialzava Crowley afferrò il vaso con l'etichetta che diceva "Saluti da Mosè" e lo infranse sulla già provata testa di Gabriele. Poi prese la bottiglietta dalle sue mani e la strinse a se, e si fiondò sulla porta d'uscita il più velocemente possibile. Tra le sue mani la luce divenne sempre più intensa più si allontanavano dall'ufficio sotto gli sguardi di burocrati molto allibiti. "Stupido Angelo come diavolo hai fatto a farti infilare qui dentro?" disse il demone correndo col fiato corto verso un nascondiglio.
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Good Omens - Tu ed Io
FanfictionLa nostra storia ricomincia, o meglio continua, alcuni mesi dopo la scampata esplosione del mondo e poco prima dell'inizio di nuovi problemi. Continua con un angelo e un demone che salvando la terra hanno creato nuovi legami non solo con gli umani m...