I preparativi alla battaglia

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Risengard si alzò in volo e ritornò nella sua tana. L'oscurità avvolgeva ogni cosa, non lasciava spazio per nulla. Da quando aveva assorbito il frammento e i suoi poteri, percepiva tutto in maniera differente. La sua forza era cresciuta a dismisura e non provava più paura, ne incertezza, era sicuro che sarebbe uscito vincitore dall'ormai imminente battaglia. Quando rientrò nell'edificio le mura tremolarono sotto la pressione schiacciate dei suoi poteri, le creature e i demoni una volta rissosi e indomabili ora restavano immobili e silenziosi. Miro era ancora l'unico che riusciva ad avvicinarsi senza provare puro terrore "Che è successo? Dove sono i pezzi?" disse il demone senza tanti complimenti, "Cosa credi che sia successo? Mi sono sfuggiti, ma ancora per poco... è ora!" sulle ultime due parole Miro cominciò a cambiare espressione un ghigno si disegnò lento e terribile, tutti i mostri e i demoni presenti esplosero in urla selvagge. E' ora, può sembrare una frase banale ma non in quel momento, e non in quel contesto, perchè significava riprendersi un immensa rivincita su paradiso e inferno, su Dio e Lucifero per loro significava fare giustizia. E' ora, significava preparare le armi, preparare la battaglia e preparare la nuova fine e fu proprio quello che fecero. Risengard si voltò è andò al centro della stanza, allungò la mano e la parete esplose. L'intera parete dell'edificio stava ripiombando a terra sotto forma di cenere, e mentre questo succedeva l'ex arcangelo infondeva una nuova forza in ognuno dei componenti della sua orda mostruosa che stavano cominciando a lanciarsi in una folle corsa verso il campo di battaglia.

I preparativi non cominciarono solo li, ma cominciarono anche nei due regni. In paradiso vennero mobilitati gli arcangeli, a ognuno di essi venne assegnato un plotone, a ogni angelo venne data la grazia per combatte, un armatura, venne messo in riga e istruito sul proprio compito. Tutto in paradiso si svolgeva con precisione e rigore. Tutti sembravano certi che le cose sarebbero andate come volevano loro. Qualche piano più in giù si stavano svolgendo le stesse azioni anche se in maniera alquanto demoniaca. Nella sala del trono dell'inferno regnava il caos più totale, i duchi infernali urlavano ordini tutti insieme a volte dicendo l'uno il contrario dell'altro, nonostante questo i preparativi procedevano anche se a rilento e i demoni cominciavano a indossare armature e armi di ogni tipo e grandezza, dipingendosi il volto con la fuliggine sognando già il momento in cui si sarebbero riversati sulla terra per combattere.

 Ognuno a modo suo contribuiva ai preparativi della battaglia. Anche nell'appartamento di Crowley le cose stavano andando avanti ma in un modo completamente differente. Crowley per una volta sussurrava alle sue piante, Aziraphale preparava del the caldo, Anatema leggeva dei libri di magia che l'angelo aveva procurato mentre Newt la guardava e si imprimeva la sua figura a fuoco nella mente. Quando il the fu pronto Aziraphale chiamò gli altri e si misero tutti attorno al tavolo, sorseggiarono il the e si sforzarono di vivere un momento di pura pace. I due celestiali sentivano che man mano che il tempo passava la situazione si aggravava, la tensione dell'aria stava diventando percepibile. Nella stanza gli sguardi tra le coppie volavano all'impazzata erano tutti preoccupati per come le cose potevano andare o meglio per quanto male le cose potevano andare.

La prima cosa che sentirono fu il tremolio delle loro tazze, quella che il demone aveva appoggiato sull'angolo del tavolo andò verso il bordo tra una scossa e l'altra, il cucchiaino sul piattino di Anatema finì sul tavolo. Poi le scosse peggiorarono si guardarono tutti negli occhi per un istante e scattarono tutti in piedi, "Che cazzo succede?" urlò Crowley mentre uscendo dalla porta principale afferrava un paio d'occhiali, una bottiglia, e la sua pianta preferita regalatagli dell'angelo. Aziraphale prese i suoi libri e spinse il demone verso le scale mentre i due umani si tenevano a stento in piedi stringendosi l'uno all'altro. Corsero giù un piano verso l'altro e quando giunsero all'entrata per un attimo si incastrarono nella porta, fu la spinta di Aziraphale che fece piombare tutti fuori all'aria aperta. Mentre il terreno continuava a tremare si guardarono intorno aspettandosi urla e caos, con gente che scappava in strada per via del terremoto invece alle loro orecchie con grande sorpresa arrivarono bene altri suoni "Che paradiso stai dicendo! Noi siamo molto più forti di vuoi pomposi burocrati!" urlava Belzebú a pochi centimetri da un paonazzo Gabriele che che faceva valere sull'avversario tutti i suoi centimetri in più. "Non credo proprio l'ultima volta vi siete salvati solo perché non c'è stata l'apocalisse altrimenti avrebbe vinto il paradiso!" rispose Gabriele che puntava uno sguardo infuocato sul suo avversario.  Cercavano tutti di districarsi dall'ammasso di gambe e braccia che si era creato cadendo a terra e il primo a riuscirci grazie a una certa snodabilità fu Crowley. Mentre si rialzavano da terra, Anatema noto che intorno ai capi delle fazioni erano radunati alcuni angeli e demoni, sembrava l'inizio di una rissa tra bambini, la strega era allibita ma mai quanto Aziraphale in quel momento. La cosa che notò fu anche che nel cielo tranquillo di londra era apparso una specie di varco di nuvole da cui fluttuavano fuori angeli ricoperti da armature scintillanti, mentre svariati metri più giù un enorme cratere sembrava vomitare demoni ricoperti di fuliggine e ogni sorta di arma inventata, doveva essere stato quello a provocare il terremoto di poco prima. Il tutto era coronato dalle figure di un angelo e un demone che si scambiavano scartoffie accompagnati dalle parole "Trasporto umani". 
Le espressioni sconvolte del nostro gruppetto erano alquanto correte per il momento, soprattutto perché l'angelo stava guardando il suo demone che parlava con un altro angelo e gli mostrava la sua piantina. Il corpo di Aziraphale si mosse senza nemmeno pensarci andò vicino ai due e restò lì in piedi finché lo sguardo di Crowley non incontrò il suo e quello che vi lesse il demone fu un grande punto interrogativo "Ha preso la mia pianta quando siamo caduti fuori" Crowley non sapeva nemmeno perché l'avesse detto, perché si stesse giustificando, per il paradiso! Lui era un demone! I demoni non si giustificavano con nessuno! ma la risposta sembrò quella giusta e sul viso dell'angelo apparve un sorriso disteso. Tornarono da gli altri un istante dopo solo per trovare Newt che sventolava intorno a sé in rametto secco di qualche erba e Anatema che disegnava un intricato gruppo di segni a terra in modo frenetico in una specie di trans spiritica. La strega non alzò nemmeno lo sguardo "È un cerchio di protezione e di affinamento dei sensi aiuterà tutti noi a muoverci meglio" dopo un secondo di incertezza fu l'angelo a rispondere "Ma certo Anatema questa è un ottima idea, lascia che ti aiuti" l'angelo schioccò le dita e un secondo anello di simboli differenti si creò attorno a quello della strega, in un istante tutti ne sentirono l'effetto perché al strano gruppetto parve di sentire e vedere meglio di quando avessero mai fatto in vita loro. "Bel lavoro!" disse Newt che entusiasta batte il cinque all'angelo e gli sorrise togliendosi gli occhiali, la sua vista non era mai stata così buona. Lentamente il ragazzo guradò intorno a se, tutti stavano facendo qualcosa, tutti si adoperavano per aiutare gli altri mentre lui era l'unico con me mani in mano, era l'unico a non poter fare nulla. Sospirò scoraggiato e prese dalle mani di Anatema il gesso e si mise a ripassare i segni che aveva tracciato.

Aziraphale decise di insegnare alcuni nuovi segni alla strega in modo che lei e il ragazzo potessero difendersi una volta che tutto fosse iniziato. In disparte Crowley posò la pianta a terra e stappò la bottiglia da cui bevve un sorso con cui ne svuotò metà, camminò lentamente verso Newt, il ragazzo sentì i peli dietro al collo alzarsi e con la cosa dell'occhio cercò di vedere cosa stava facendo il demone, quando sentì la sua voce sobbalzò "So come ti senti. Non dico che sia successo a me i demoni non... bhe ecco non provano certe cose, ma... credo di capire quando ti senti inutile, vorresti fare qualcosa ma non puoi. Arriverà anche il tuo momento ragazzo" Newt rimase sorpreso dalle parole del demone ma quando si girò per ringraziarlo Crowley stava già camminando verso Belzebù che gli aveva fatto cenno di avvicinarsi. 

"Muoviti idiota! Sei ancora sotto il mio comando e quando ti do un ordine lo devi eseguire!" Il re dell'inferno si agitava come un anatra impazzita e gesticolava senza fine, intorno a lui i demoni si radunavano in un esercito sempre più grande. "Sono qui" disse il demone sibilando minaccioso, si guardava i piedi e prendeva a calci i ciottoli che incontrava, quando arrivò davanti a Belzebù si spinse gli occhiali sul viso e sbuffò nervoso "Che vuoi? Che sta succedendo perchè tutti si radunano qui? Mi state organizzando una festa di compleanno?" per tutta risposta ci fu un ronzio  minaccioso che partì immediatamente dalle mosche che giravano attorno alla testa del re "Se mettessi quella lingua biforcuta a riposo forse avresti già la risposta" nel dirlo aveva cambiato espressione, era diventato improvvisamente estremamente serio e  Crowley ne capì il motivo pochi secondi dopo. Tra le mani del re stava comparendo un fumo nero che continuava a cresce e diventare sempre più denso, quando si dissipò il demone fece un passo indietro. Tra quelle mani c'era la sua vecchia spada, l'aveva fatta forgiare dai fabbri demone nel suo periodo più buio, durante le crociate aveva corrotto moltissime persone e commesso le cose più orribili con quell'arma. Le crociate erano durate 200 anni ed era stato il periodo in cui lui e Aziraphale non avevano avuto nessun contatto. Non andava fiero di quell'oggetto e appena aveva potuto se ne era sbarazzato e gli ci erano voluti ben più di 200 anni per liberarsi dalla sua influenza demoniaca, quando la impugnava si trasformava completamente, e in un essere che a stento lui stesso riconosceva. "Dove l'hai presa?" la domanda di Crowley era anche un accusa, odiava quella spada. "Ti servirà per quello che sta per arrivare, non hai scelta! Se vuoi salvare questi omuncoli e quella specie di piccione che ti trascini sempre dietro è l'unico modo" Crowley non voleva ascoltare, non voleva tutto quello che stava accadendo e non voleva dover salvare nessuno, sentiva i suoi poteri aumentare con la sua rabbia, cercò lo sguardo rassicurante del suo angelo ma quando si voltò lo vide impegnato a parlare con Gabriele che tra le mani stringeva la spada fiammeggiante. Aziraphale sembrava titubante verso quell'oggetto ma dopo un lieve ceno di assenso e di resa allungò la mano e la prese. La luce che la spada emanò nelle mani di Aziraphale e le fiamme che ne scaturirono fecero allontanare tutti quelli che avevano attorno. Crowley si voltò ancora una volta perso il suo ex capo "Non ne abbiamo più bisogno, guarda la!" quasi urlò indicando il suo angelo. La sua felicità durò poco, il sorriso beffardo si sciolse come neve al sole, nell'aria l'aura distruttiva che apparteneva a Risengard ora si stava avvicinando, tutta la sicurezza del demone si sgretolò in un istante e cominciarono le urla dei dei capi dell'esercito che davano ordini, calò il silenzio e iniziò l'attesa. Pronti o no la battaglia stava per iniziare. 


Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora