Inferno II

542 59 41
                                    


Entrarono nella sala con il resto dei demoni e presto si ritrovarono stipati e schiacciati gli uni contro gli altri. L'aria era pesante a causa di tutti quei demoni ammassati nella stanza. Da dov'erano i tre potevano vedere con chiarezza il trono che al momento era vuoto e subito non vi prestarono attenzione. Intorno a quel punto c'era uno spazio vuoto che permetteva il passaggio tra il trono e l'ingresso. All'improvviso il demone Hastur si fece strada tra i suoi simili, spingendoli e imprecando. Uscì dalla folla proprio davanti al trono e si mise a urlare "Silenzio! Silenzio! Fate largo a Belzebù!" tutti si mossero come una sola persona e aprirono un passaggio in cui si mise a camminare il duca degli inferi che arrivò al trono e si sedette. Dietro di lui camminava la sua corte che comprendeva il comandante della sua legione, le sue guardie e il nuovo demone consigliere. Si sedette con calma e guardò la folla. "Sono stati giorni duri per noi, lo so bene. Ora dobbiamo ricominciare a darci da fare, rinforzarci! Dobbiamo prepararci per la nuova Apocalisse e questa volta saremo pronti. A tutti verranno assegnati..." Fu in quel momento che Anatema lasciò pendere il piccolo amuleto che le tremolava fra le mani, i suo incubo si avverò. Puntava dritto verso il trono, e fu un in quel momento che lo vide, un frammento di vetro era incastonato nello schienale e rifletteva debolmente la luce. Si volto verso i suoi compagni e li tirò per le maniche, i due smisero di guardare la stanza in cerca di una qualche cassaforte e guardarono dove la strega indicava. Aziraphale spalancò gli occhi e fissò il pezzo, il suo volto ora demoniaco rifletteva i suoi pensieri con un espressione di puro panico. Come avrebbero preso il frammento? 

Crowley lesse negli occhi dell'angelo ciò che stava pensando, e aveva ragione. Come potevano muoversi in una stanza piena di demoni? Doveva calmarsi non poteva andare nel panico, non proprio ora. Serviva un diversivo anzi, serviva un miracolo per riuscire a prenderlo. l'idea si insinuò nella sua mente. Si proprio come un serpente. Un angelo avrebbe attirato abbastanza attenzione. Avrebbe funzionato. Si un angelo avrebbe causato abbastanza trambusto per fare quello che doveva e poi lui si sarebbe divertito e poi non avevano molto tempo non sapevano esattamente quanto la porta sarebbe rimasta aperta. 

Belzebù continuava il suo discorso, tentava di dare nuova forza al suo esercito che ora esultava a ogni frase e si muoveva all'unisono catturata dalle parole del demone che ora andava avanti e indietro programmando la muova apocalisse e annunciando un nuovo membro che avrebbe guidato le armate. Si spostò di lato per far avanzare accanto a  lui il demone di piccole dimensioni che era in piedi accanto a lui. Aziraphale sentì una stretta alla stomaco. Qualcosa in quel demone non era giusto, lo sentiva dentro di se. Quella sensazione che sentiva mentre lo guardava gli diceva che avrebbe dovuto temere quel piccolo demone più di tutti gli altri. Mentre lo guardava fu sicuro che quel demone sorrise a lui, anche se solo per un istante, e fu un instante terrificante. Il tocco del suo demone lo fece ritornare al presente. 

Crowley si mise tra i due e gli spiegò a voce bassa il piano. Non diede loro il tempo di fermarlo, nemmeno di preparasi, controbattere o semplicemente di respirare. All'improvviso Aziraphale stava guardando una versione di se stesso che gli sorrideva gentilmente. Crowley si alzò con un battito d'ali sopra la folla di demoni che all'improvviso esplose in un boato di rabbia, tutti imprecavano e correvano senza una meta. L'orda di demoni si spezzo, Belzebù saltò in piedi sul suo trono e si mise a urlare come una ragazzina in preda al panico. Hastur si gettò a terra e si mise a gattonare via in un cunicolo alle sue spalle. Fu il caos totale. Crowley se la rise e finse di fare una picchiata contro Belzebù che finì a terra e si mise a urlare ancora più forte. Il piccolo demone invece urlò "Siamo più di lui! Prendiamolo! Prendete l'angelo!". 

Risengard pensò  proprio che Crolwey era un tipo divertente. Questa proprio non se l'aspettava. Guardò intorno a se quei demoni stupidi che si spintonavano urlando, scappavano in mille direzioni senza nemmeno accorgersi dell'imbroglio. Non avevano sentito la forza del miracolo che aveva compiuto l'ex angelo. Gli era sempre piaciuto che anche quand'erano in paradiso, e certamente aveva del talento nel creare le stelle. Ma ora non erano più dalla stessa parte. Era il momento di giocare. Era guerra aperta. Si alzò nella folla e prese il controllo.

Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora