Correre Ai Ripari

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Il sibilio minaccioso uscì chiaro e forte dal demone che guardava i due nuovi arrivati. Crowley aveva aperto la porta e aveva esclamato "Un che cazzo volete!?" esasperato e arrabbiato. Si era voltato e si era diretto alla cucina seguito da tutti gli altri che increduli rimasero al loro posto pietrificati. Anatema e Newt si erano avvinghiati l'uno all'altra e si erano pietrificati nel  momento esatto in cui il demone aveva spalancato la porta senza tanti complimenti, Azirphale stava spolverando la sua giacca e raddrizzando il suo papillon come se non stesse succedendo niente, incurante di tutto. Crowley estrasse degli occhiali nuovi da un cassetto e una bottiglia di vino a passi strascicati si diresse verso il centro del salotto "Se siete qui vuol dire che siamo fottuti alla grande no?" disse il demone sedendosi sul bordo del tavolo, "Suvvia mio caro, ci sarà qualcosa che possiamo fare è vero la situazione è seria ma c'è sempre un piano da escogitare" disse Aziraphale prendendo una sedia e sistemandosi poco distante da lui.

Gabriele entrò tranquillo e sospirò, schioccò le dita e fece comparire una tazza da the e una sedia candida e soffice in cui si mise a sedere, la stessa cosa fece fece Belzebú che fece comparire uno scrano tutto contorto, fin troppo grande per lui e vi si sedette a gambe incrociate. Il duca dell'inferno fu il primo a parlare "Si è anche alla grande, c'è stato qualche problema, e ce ne siamo accorti un tardi! Il problema non è che qualcuno voglia far esplodere la terra è che le mie spie hanno scoperto che vuole far scomparire anche il resto" disse sbuffando e indicando tutto attorno. Sembrava un bambino imbronciato. Crowely sapeva che se il duca dell'inferno prendeva del tempo per mettersi a parlare con lui qualcosa da qualche parte doveva essere andato davvero molto storto. Inferno e paradiso in quella stanza si erano presi una tacita tregua per capire cosa stava accadendo. "E per giunta" disse Gabriele, "Pare che un certo manufatto sia stato riportato alla luce, e il problema è che è finito nelle mani sbagliate" nel dirlo il suo sguardo si era posato sull'angelo e il demone ed era stato accompagnato da uno sguardo molto cupo "Sappiamo anche che voi due idioti avete rubato dai nostri regni due pezzi del suddetto manufatto, li avete ancora in vostro possesso o siete stati così stupidi da farveli prendere?" Crowley sibilò arrabbiato, quel maledetto arcangelo non sapeva evitare di insultarli nemmeno in un momento come quello. Aziraphale sentì la tensione salire e prese la parola, "Li abbiamo ancora nelle nostre mani!" appena la frase finì la sedia di Gabriele venne ribaltata, in un istante l'arcangelo aveva preso Aziraphale per il colletto e lo teneva saldamente "Lasciali a me! Adesso! In mano nostra potremo scongiurare il peggio! Dimmi dove sono" l'aveva detto tutto in un fiato e urlando a un centimetro di distanza dal viso dell'altro. Crowley era scattato in piedi e osservava la scena inorridito ma sapeva che se avesse mosso anche solo un altro passo le cose sarebbero precipitate. Questa tregua stava durando meno del previsto e la cosa non gli piaceva affatto. Aziraphale rimase inaspettatamente calmo "I frammenti non li ho io, potresti evitare..." l'angelo riuscì a farsi lasciare "e se anche fosse non credo che li terrei in tasca" aggiunge schiaffeggiando via le mani di Gabriele, la scena fece rimanere tutti sorpresi, nessuno si sarebbe mai aspettato che l'angelo facesse una cosa simile. Gabriele rimase li interdetto, con le mani ancora a mezz'aria a fissare il punto vuoto in cui prima si trovava il suo avversario, Belzebù scoppiò in un risata fragorosa. Crowley bevve un abbondante sorso di vino e si spinse gli occhiali ancora più sul viso e si rimise seduto. "Che state facendo?" la voce di Anatema spezzò quel momento e ricreò la tensione di poco prima "Pensate di stare fermi li a discuterne tranquilli? Credete che la vostra rimpatriata possa tocca argomenti un po' più importanti? Come facciamo a sopravvivere? come facciamo a salvarci?" lo sguardo di tutti ora era puntato su di lei. Dalla voce della strega traspariva la preoccupazione, le tremava la voce e le erano salite le lacrime agli occhi, ma non avrebbe pianto. Non avrebbe permesso che la frustrazione vincesse. Aziraphale si avvicinò a lei a le prese le mani tra le sue "Mia cara so che le cose sono difficile ma ce la faremo abbi fiducia in noi" le sorrise dolcemente e la ragazza sembrò calmarsi almeno un po'. 

"La strega ha ragione che siete venuti a fare? Se volete i pezzi non ve li daremo e lo sapete" Crowley aveva parlato in tono deciso e nel farlo si era anche tolto gli occhiali "Com'è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Quali paradiso sono le vostre intenzioni?". Gabriele era tornato a sedere e stringeva i braccialo della sedia come se da un momento all'altro questa dovesse partire al galoppo, Belzebù si stava agitando e le mosche attorno alla sua testa stavano formando una specie di nuvola nera. "Combatteremo ecco cosa faremo!" il duca infernale battè il bugno sullo scrano e si esibì in un aria fiera che gran poco gli si addiceva. "Dobbiamo combattere sono stato inviato qui per le trattative in territorio neutrale e sospetto anche anche questo qui lo sia" disse indicando l'arcangelo una poltrona più in la. "Sabbiamo che ci sono state molte sparizioni sia tra le mie schiere che tra quelle di voi perdenti lassù e sappiamo tutti che fine hanno fatto" mentre parlava le mosche avevano cambiato ronzio ed era diventato minaccio e cupo, l'arcangelo senza farsi notare cercava di spostarsi un po'più lontano, quando guardò davanti a se incontrò lo sguardo perplesso di Aziraphale e cercò di darsi un tono. "Si è vero! Ci sono stati dei disertori che hanno coperto le traccie di ciò che stava succedendo ma ora che sappiamo cosa succede dobbiamo contrattaccare e...bhe..." qualsiasi cosa stava per dire doveva metterlo molto a disagio perchè Gabriele si muoveva irritato e si puliva briciole immaginarie dal pantalone immacolato. Il resto della frase arrivò in un sussurro alle orecchie dei presenti "dovremmo combattere tutti insieme" il silenzio calò implacabile su tutti loro. Belzebù fu il primo a saltare dalla sedia seguito da Crowley e Aziraphale che si mise a parlare tutti assieme. "Paradiso e Inferno non potranno mai combattere insieme! E' follia!" fu la frase che scatenò la rivolta. I due infernali e l'arcangelo urlavano gli uni contro gli altri indistintamente, le parole furono seguite ai fatti e il primo oggetto che volò nella stanza fu un candelabro che partì dalle mani dell'arcangelo per incontrare a mezz'aria un un vaso in vetro partito dal duca infernale. Crowley si mise in mezzo per salvare i vasi con le sue piantine e al suo fianco si era schierato Newt finito li mentre cercava di placare gli animi. L'angelo invece aveva schivato gli oggetti volanti ed era riuscito ad affiancarsi ad Anatema e osservavano la scena in disparte "Non dovremmo fermarli?" chiese la ragazza, la risposta le arrivo dopo un lungo sospiro dell'angelo "No lasciamo che si sfoghino, stanno mettendo la firma sulla tregua che potrebbe salvarci tutti, e poi se volessero farsi veramente male ti assicuro che la scena sarebbe diversa" le sorrise ancora una volta per rassicurala "Non si è mai sentito che le nostre fazioni combattano insieme, questa cosa agita anche a me".

Poco dopo la schermaglia venne stilato un vero e proprio accordo tra le due fazioni e venne messo a nuovo il povero appartamento che presentava i segni della battaglia appena terminata. Duca e arcangelo tornarono ai rispettivi regni e l'appartamento tornò silenzioso. Anatema e Newt si strinsero sul divano e si chiusero nella loro bolla di privacy. Aziraphale seguì il demone nella stanza delle piante e lo aiutò a innaffiarle "Che cosa stai pensando angelo?" la domanda aveva interrotto la quiete "Alla cena del Riz, quando sarà tutto finito voglio proprio andarci e dovremmo anche tornare a mangiare delle crepes" disse sorridendo l'angelo che accennò a qualche passo della sua danza preferita. "Ce la faremo angelo, lo sai che riusciremo a farcela e ti porterò a tutte le cene che desideri" mentre ascoltava quelle parole l'angelo sfiorava con le dita i frammenti nella sua tasca e sentiva il cuore stringersi fino a far male, dentro di se sentiva che le cose avrebbero preso una piega imprevista e nella sua testa continuavano a risuonare le parole della profezia che aveva sentito tempo prima e lo facevano in maniera terrificante. Nonostante ora avessero una possibilità in più si sentiva ben poco fiducioso, ben poso sicuro che avrebbe potuto condividere altri momenti simili con Crowley. 


Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora