Anima

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Correre con quel corpo non era affatto facile, immaginate di correre con un costume che vi ostacola in qualsiasi movimento, ecco, come pensate non è affatto piacevole. Ora non che Crowley volesse lamentarsi troppo, solo che se stai scappando con un anima in vasetto, inseguito da un arcangelo che ti vuole morto, forse un minimo di agilità sarebbe gradita.

La gola gli bruciava come mai in tutta la sua esistenza, ogni passo era una sfida con la gravità e l'ambiente circostante, il tutto mescolato con una buona dose di nausea derivata dal fatto che Newt non gradisse le altezze stava rendendo la fuga più difficile del previsto.  "Dobbiamo trovare un posto dove nasconderci, non resisteremo ancora a lungo" ansimò il ragazzo che aveva ripreso il controllo e che stringeva la boccetta tra le mani talmente forte che le nocche erano sbiancate. Fu con la coda dell'occhio che Newt vide la scritta sulla porta. Anni e anni di crudeli giochi durante le ore di ginnastica lo avevano allenato a vedere qualsiasi cosa gli potesse arrivare addosso o che forse di importanza per la sua sanità fisica. In caratteri pomposi sulla porta recitavano "Sala dei mondi" e lui ci si fiondò dentro trascinando anche gli altri due celestiali con sé, che lo volessero o meno. "Credo che qui saremo al sicuro per un po' " ansimò Newt che si accasciò sulla porta appena si richiuse."Bel lavoro ragazzo" disse il demone che si stava riprendendo steso sul fondo dei suoi pensieri. L'anima di Aziraphale nel suo contenitore era meravigliosa da ammirare, a volte cambiava colore senza preavviso ma quello che faceva costantemente era farti sentire meglio non appena la guardavi. Nonostante Aziraphale non fosse fisicamente con loro la sua sola presenza faceva stare sia demone che umano un po' più tranquilli. Bhe... Per quanto fosse possibile.

La sala dei mondi era in realtà un corridoio buio e infinito. L'unica cosa  presente erano le porte bianche che si trovavano sulle pareti e alcune anche sul soffitto. I passi rimbombavano in maniera stranamente attutita nell'aria creando una sorta di suono surreale. Man mano che avanzavano nel buio da alcune porte percepivano del rumore, a volte dei colpi a volte dei sussurri indistinti. Proseguirono lungo il corridoio per un po' immerso in un atmosfera.

La risata cristallina arrivò alle orecchie di Crowley come acqua fresca per chi è stato nel deserto. L'inconfondibile risata del suo angelo. Prese il controllo del corpo di Netw e mise la mano sul pomello della porta da cui proveniva, con lentezza girò la maniglia. Per un attimo la luce lo accecò poi si ritrovò in un piccolo caffé. Seduti a un tavolo un Aziraphale e un Crowley conversavano amabilmente, bevevano un caffè nero e un tè alla camomilla. Si sorridevano felici, e si guardavano con amore infinito. Tutto intorno a loro sembrava nel posto giusto, ogni cosa in loro era perfetta. In quella scena però c'era qualcosa che mancava, e appena si rese conto di cosa mancava per la prima volta da molto tempo le lacrime salirono ai suoi occhi senza aspettare un istante. L'aura celestiale non c'era. Erano semplici umani. Tutte quelle porte erano mondi, possibilità alternative, altri luoghi in cui le scelte importanti erano state fatte in modo diverso  e avevano creato un'altra vita. Non riusciva a smettere di guardarli, voleva quella felicità, voleva quell'amore. L'idea gli balenò nella mente in un istante e fece nascere in lui una piccola speranza. Guardò la boccetta tra le sue mani, e pensò accuratamente alle parole che stava per pronunciare. "Aziraphale, non ti sembrano felici? Non ti sembra che qui le cose siano perfette?" la forma di pura luce brillò più forte per qualche istante in risposta, si Aziraphale sentiva l'amore di quel posto entrare dentro di se e dargli una nuova forza. L'anima si crogiolò in quel sentimento per qualche istante, e pensò a come sarebbe stato se fossero nati loro due in quel mondo, e si, decisamente sarebbe stato meraviglioso. "E se prendessimo i loro corpi" la domanda che venne da Crowley lo riportò al presente e lo lasciò scioccato. "Ascolta angelo questo non è il nostro mondo ma può diventarlo, possiamo essere felici qui, possiamo fare quello che vogliamo, possiamo pensare a noi, niente più guerre o fine del mondo, solo una vita insieme" la boccetta fremette per un istante, l'idea risuonava nella testa dell'angelo come il più soave degli inviti, voleva solo poter gridare si. Dall'esterno il conflitto che avveniva nell'angelo era palese ma non era un semplice conflitto era una decisione che poteva far cambiare il loro destino, ma a quale prezzo. Sarebbe stato davvero in grado di rubare una vita?

Più l'angelo pensava alla vita che poteva avere più la luce della sua anima diventava fioca e si scuriva, il panico invase il demone e l'umano che la reggevano tra le loro dita, il cuore di quel corpo cominciò a battere all'impazzata veloce come un cavallo in piena corsa e non sembrava voler nemmeno accennare a diminuire, si voltarono e goffamente aprirono la porta ricadendo per metà nel corridoio di poco prima. L'anima di Aziraphale era persa, ora era quasi una luce nera, consumata da se stessa, dai propri pensieri che andavano contro tutto quello che aveva fatto nella sua vita. Crowley in ginocchio avanzò ancora di qualche passo fuori dalla porta e si portò la boccetta al petto, sapeva cosa stava accadendo, Aziraphale stava per cadere e sarebbe stata tutta colpa sua, se non avesse aperto quella porta, se non l'avesse tentato con quei pensieri non sarebbe successo niente. "Aziraphale, torna da me. Non andare" disse in un soffio il demone, "so che ho detto molte cose oltre quella porta, e si potremmo essere felici, ma il mio mondo è questo. Il nostro mondo è questo. Non vorrei essere da nessun'altra parte, perchè tutto quello che abbiamo fatto è qui, tutto quello che provo per te è qui, e ora. E qualsiasi cosa tu faccia, ovunque saremo, che io sia Benedetto! Ma ti terrò con me a qualsiasi costo, anche se dovessi salvarti da te stesso. Stupido angelo, torna da me perchè sai che non starò senza di te." Ora era chino sulla boccetta come se potesse proteggerla dal mondo. Stava riversando tutto quello che provava per l'angelo in quella minuscola porzione di spazio. Per l'angelo fu come essere colpiti da un fulmine, le parole del demone e la cascata d'amore che sentiva lo riportarono indietro, non gli importava più di quello che avrebbe potuto avere, gli importava di quello che aveva. La piccola anima si scaldò, divenne cristallina in pochi istanti, e divenne ricolma d'amore.

Newt riprese il controllo sul suo corpo e con calma si rialzò senza guardare la boccetta, non serviva guardare per avere la conferma che era tornata come prima la luce filtrava tra le dita e illuminava a giorno lo spazio circostante.  "Ragazzi, ci serve un piano, anzi ci serve un corpo. Dove lo troviamo?" Non ebbe il tempo per nessuna risposta, molte porte più in la, più precisamente quella da cui erano entrati, si spalancò ed entrò un angelo molto arrabbiato. Gabriele li guardava con la certezza che ora quei due sarebbero finiti nelle sue grinfie. Tutte quelle porte conducevano ad altri mondi ma non ai luoghi che occorrevano a quei fuggiaschi. L'arcangelo socchiuse gli occhi e fece un passo verso di loro "Bene, bene, bene. Sembra che non andrete poi così lontani". 

Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora