Piano A - II

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Risengard aspettò paziente nascosto l'arrivo dei demoni, intanto si mise pigramente a sciogliere tutte le protezioni attorno al palazzo di Crowley. Ci mise meno del previsto e pensò che si sarebbe aspettato di meglio da un demone ormai tanto famoso. Eppure, il suo compito era finito. Rimase appollaiata ancora un po' fra le fronde e poco dopo l'alba dal terreno emersero cinque demoni schiumanti di rabbia.

Il duca scelse alcuni malcapitati tra i suoi seguaci, e si diresse verso la superficie. Una volta usciti si accorsero che era quasi giorno, per Hastur fu solo che una disgrazia. Così poteva vedere tutti quei mezzi e quelle macchine che tanto odiava. Ognuna di quelle gli ricordava la sua discorporazione. Questo non fece altro che aumentare la sua furia. L'unica cosa a cui fece cado fu l'aria gli sembrava stranamente più sopportabile del solito. C'era magnificamente più odio. Dopo questo istante di felicità, il ricordo di tutto quello che Crowley gli aveva fatto passare lo fece andare in bestia.

Entrarono nel palazzo e costrinse tutti a fare le scale fino al piano in cui risiedeva il nemico. Non avrebbe più messo piede su qualcosa che si muoveva senza il suo controllo. Il tutto, non prima di uno dei suoi tipici discorsi di incoraggiamento demoniaci, in cui promise a tutti una promozione se fossero riusciti ad ottenere la testa del traditore. Riuscì a trasmettere la sua ira ai suoi compagni  che ora a stento riuscivano a trattenersi dallo scannarsi tra di loro. Appena arrivati davanti alla porta sui loro volti comparvero delle espressioni spaventose. Fecero comparire un ariete vecchio stile come piaceva al duca e inflissero un duro colpo alla porta. "Ooooo Crowleeeyyy... Indovina chi è venuto a trovarti! Sono qui per la tua testa!" Urlò il demone.

Dall'altra parte della porta il demone aprì gli occhi di scatto e sibilò frustrato. Quel dannato duce non gli andava proprio a genio pensò, poi si sedette con calma sul divano. "Sparisci Hastur! Non ne hai avuto abbastanza? O vuoi fare un altro giretto in macchina con me!?" urlò di rimando Crowley che per la frustrazione non riusciva a smettere di sibilare. Un altro colpo andò a segno sulla porta, intanto il proprietario di casa realizzava che la sensazione avuta qualche ora prima era quella delle barriere che si infrangevano attorno alla casa. Di sicuro non era stato l'idiota dall'altra parte della porta non era così intelligente da togliere le barriere. Qualcuno li aveva aiutati ad arrivare fino a lì.

Hastur riuscì ad attirare la sua attenzione non appena iniziò a descrivere come avrebbero trovato e ucciso anche il suo angelo, non appena finito con lui. Crowley a quelle parole reagì, cominciò a insultarsi da dietro la porta giurando che l'avrebbe fatta pagare a tutti. I colpi ricominciarono più violenti e assieme a loro comparve anche Aziraphale ancora in pigiama.

Entrambi guardavano la porta che ora scricchiolava in modo sinistro e mostrava senza riserve, che stava per cedere. A ogni colpo i demoni all'esterno sembravano più forti e più arrabbiati e non smettevano di imprecare e urlare. L'angelo non rimase fermo a lungo e si mise a cercare un oggetto da poter usare come arma. Questa volta non avrebbe permesso che portassero via di nuovo ciò che era suo. Afferrò alcuni oggetti e li soppessò solo per notare poi lattizzatoio del camino. Un oggetto robusto fatto da un fabbro molto tempo prima. Quello sarebbe stato perfetto. Vedere Aziraphale così gli fece fare una piccola risata, era ben diverso da com'era nella sua mansione di custode. Qualcosa sotto quei capelli rossi scattò. I demoni come quelli sapevano bene che essere discorporati non era affatto divertente e avevano tutti paura di lui. Lo sapeva per certo perché la rabbia nasce dalla paura, e decisamente dietro quella porta la rabbia abbondava. Ma cosa avrebbero fatto se in quella stanza ci fosse stato qualcosa di più spaventoso di lui? Avrebbero combatto o sarebbero corsi via per avere salva la vita?

Il piano cominciò a insinuarsi nella sua testa in maniera sempre più convincente e pochi istanti dopo lo stava già spiegando a bassa voce al suo compagno. L'angelo ringraziò il cielo o chiunque servisse per il fatto che non si guardavo negli occhi,  il suo viso era paonazzo per i sussurri del demone nel suo orecchio e la mano che si appoggiava sul suo fianco gli stava facendo sussultare il cuore.
"Ci stai angelo?" chiese Crowley che non ricevette risposta e interpretò la cosa come paura. In realtà il povero celestiale stava ancora cercando di metabolizzare tutti quei contatti. Ci mise un attimo a riprendersi ma fu abbastanza per far preoccupare Crowley.
"Angelo fidati funzionerà sai che non permetterei mai che ti succedesse qualcosa" disse il demone guardandolo negli occhi con aria triste. Aziraphale non aveva dubbi su questo, si fidava ciecamente del suo demone e non avrebbe esitato a saltare nel vuoto per lui, e per quanto il piano di Crowley sembrasse strano sperava proprio che funzionasse. "Si. Io mi fido siamo compagni. Facciamolo!" a quelle parole un sorriso si manifestò sul volto del demone che senza esitazione si voltò e si mise a fare a pezzi il mobilio della stanza, emettendo sibili e urla sempre più alte. L'angelo si diresse invece alla finestra e con un colpo secco dell'attizatoio la mandò in frantumi. Ora la porta tremolava tutta, e l'ultimo cardine chiedeva solo di poter lasciare la presa sul quel poco che restava da tenere. I due si avvicinarono "Pronto?" chiese il demone, Aziraphale semplicemente annuì con decisione ed entrambi schioccarono le dita.

Ora il demone era ricoperto di sangue finto e i suoi vestiti erano strappati, Aziraphale indossava la sua armatura celestiale e l'attizzatoio nelle sue mani si era trasformato nella sua spada fiammeggiante. Il celestiale spalancò le sue ali che invasero lo spazio avide di libertà. Crowley fece lo stesso. Poi aspettarono. Aspettarono il colpo che mando in frantumi la serratura e fece cadere al suolo la porta rivelando l'interno dell'appartamento.

I demoni si aspettavano tutto tranne che quello. L'angelo si lanciò con tutta la sua forza sul demone sbattendolo alla parete per poi scaraventarlo dietro il divano. Si voltò verso i demoni che arretrarono terrorizzati sotto il suo sguardo feroce. Aziraphale si imponeva di non avere paura, se voleva che il piano riuscisse doveva mantenere la sua parte. "Voi sarete i prossimi luridi demoni" disse glaciale guadandoli uno a uno. L'armatura era sporca di ciò che doveva essere sangue e alla sua vista Hastur si nascose dietro a tutti gli altri demoni. L'angelo con un battito d'ali si lanciò di nuovo contro Crowley che  imprecava minacciandolo a sua volta, finse di colpirlo e finirono l'uno contro l'altro per poi rotolare a terra parzialmente nascosti dal divano. Aziraphale alzò la sua spada "é la tua ora demone!" urlò e senza esitazione la calò sul demone che urlò disperato per poi tacere. Uno spruzzo di sangue raggiunse il celestiale in viso mentre altro arrivava sul divano. Senza nemmeno rialzarsi Aziraphale si voltò di scatto verso gli intrusi e nel modo più inquietante possibile ghigno leccandosi dalle labbra il "sangue" del suo nemico. "Ora tocca a voi" sorrise rialzandosi.

Ora tutti i demoni indietreggiavano uno più pallido dell'altro. Alla vista del massacro del famoso Crowley avevano perso il loro vigore ed erano impalliditi. Uno di loro trovando il filo di voce che gli restava sussurrò agli altri "Quello è Aziraphale il Celeste, protettore dei cancelli e del giardino dell'eden....è quello della... della battaglia con... con... " non finì nemmeno la frase mentre correva giù dalle scale terrorizzato. Ora l'angelo camminava lentamente facendo il giro attorno al divano, dietro il quale il corpo del demone era scomparso apparentemente distrutto per sempre. Appena gli occhi malaticci di Hastur incontrarono quelli dell'angelo squittì di paura e l'unica cosa che pronunciò, fu un disperatissimo "Ritirata" che vide la precipitosa fuga di tutti attraverso le scale e dritti all'inferno. Appena l'ingresso fu vuoto Aziraphale tirò un sospiro di sollievo e con un schiocco delle dita, tornò a indossare i suoi vestiti normali. Fece una risatina nervosa e con cautela posò l'attizzatoio a terra. "Crowley, caro, sono andati puoi uscire ora" disse rivolto alla stanza vuota. A quelle parole un serpente strisciò furoi da sotto il divano, per poi trasformarsi un demone che non smetteva di ridere "Visto angelo mio, ci siamo riusciti. È andato tutto come previsto! Sono scappati come dei conigli!" sorrise felice il demone.

Aziraphale finí di leccare via il ketchup che aveva attorno alle labbra e sorrise a sua volta trionfante, "Degno dell'Amleto. Shakespeare sarebbe fiero della mia recitazione, mi sono ispirato alla sue opere". Sollevò il mento, per poi fare un profondo inchino. La sua espressione era fatta di pura gioia. Mentre lo guardava Crowley si ricordò del tempo che qualche secolo prima avevano passato in compagnia dello scrittore. Ottimo autore ed eccellente bevitore di vino. Il demone non riusciva a staccare gli occhi dal sorriso entusiasta di Aziraphale, gli sembrava fosse passato troppo tempo da quando avevano riso insieme cosí. Tra L'apocalisse e tutta la tensione del post Armageddon non erano riusciti a godersi la loro nuova libertà a pieno.

Aziraphale guardò attorno a sé i mobili ridotti in frantumi e subito la sua espressione divenne preoccupata e non poco. Sapeva quanto il demone tenesse alle sue cose e gli dispiaceva che la loro scena avesse richiesto questo livello di distruzione. Si avviò verso i frammenti del tavolo dove trovo dei fazzoletti e senza esitare si diresse verso Crowley e cominciò a pulirglo delicatamente il viso. Il demone rimase immobile come una stata durante l'operazione, anche volendo non sarebbe stato in grado di fare un passo. A volte le dita gentili dell'angelo gli sfioravano la pelle creando una scia calda ovunque si posassero. Non avrebbe mai ammesso che adorava quei piccoli contatti fra di loro. Erano una delle poche cose che riuscivano a calmarlo sempre. Anche Aziraphale amava quei momenti, erano la scusa perfetta per poter sfiorare Crowley. Quando l'angelo pulí gli ultimi residui vicino alle labbra del demone emise un sonoro sospiro. A volte avrebbe solo voluto essere un umano e fare quello che voleva ma sapeva che avrebbe dovuto aspettare il momento giusto per rivelare i suoi sentimenti. Si soffermò un istante di troppo e senti le mani del demone avvolgergli il polso. Quando il celestiale guardò in quegli occhi per un momento pensò di vedere il riflesso dei suoi sentimenti.

Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora