Tornare a casa

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Crowley osservava il mondo spegnersi lentamente. Le stelle si spegnevano una ad una mentre contemplava l'universo che si spegneva. Strinse ancora più forte lo specchio rotto tra le sue mani. Chiuse gli occhi e rivide il viso di Aziraphale davanti a se, il sorriso gentile e gli occhi luminosi mentre gli sorrideva, sentiva il tocco della leggero delle sue dita sfiorargli il viso e lo vedeva tra gli scaffali della sua libreria mentre parlava di cose incomprensibili per lui e sorseggiava cioccolata. Strinse più forte il vetro facendosi incidere la carne, il dolore riusciva a tenerlo aggrappato ai suoi ricordi, ora anche quelli più dolorosi sembravano dolci come il miele. Tra le sue mani una luce quasi impercettibile cominciava ad agitarsi, come a non voler far spegnere l'ultima speranza che restava. I suoi ricordi scorrevano senza sosta e uno in particolare prese la sua attenzione. 

Stava creando alcune galassie poco lontano da Casterburus e aveva sentito l'aria cambiare, l'aveva sentita spostarsi sotto le ali forti di Aziraphale, sapeva riconoscere chiunque gli si avvicinasse dal modo in cui si muoveva tra le stelle e il suo caro amico era il più aggraziato. Non si voltò nemmeno, sentì le braccia dell'angelo avvolgersi attorno alla suo busto e un sorriso divertito si dipinse sulle labbra. "Dovresti sempre lasciarti abbracciare" gli sussurrò in un orecchio Aziraphale. Ora proprio in quel momento i suoi occhi incontrarono ancora quelle costellazioni, il suo cuore ebbe un gremito di dolore al ricordo. Lo scintillio di quello che teneva tre le mani attirò finalmente ma sia attenzione. Lo specchio è mette a un luce gioca che di tanto in tanto si spegneva. Lo guardò disgustato. Quel malefico specchio non voleva ancora morire, era successo tutto a causa si quel pezzo di vetro! Se solo non ci fosse stato... La sua lingua biforcuta schioccò in un impeto di rabbia, alzò il braccio pronto a scagliare quello stupido frammento lontano, ancora una volta il ricordo di Aziraphale che prendeva quello specchio tra le mani invase i suoi pensieri. La luce tra le sue dita si fece più insistente. Possibile che?... No non poteva essere... C'era ancora un fievole collegamento con il mondo? No! Scosse la testa mentre galleggiava nel vuoto. Non poteva permettersi di sperare... Eppure... Fissó lo specchio e lo mise all'altezza dei suoi occhi ambrati. Sospirò e poi pensò ad Aziraphale con tutte le sue forze. Lo specchio si illuminò di una nuova luce, forte, calda accecante. Un nuovo singhiozzo ruppe il silenzio. Crowley piangeva ancora, aveva passato millenni senza versare una lacrima e ora lo faceva per gioia. Quella luce era la speranza che si riaccendeva, nonostante avesse cercato di lasciarsi andare e di scomparire con tutto il resto il suo angelo lo teneva ancora legato a se. Doveva pensare doveva reagire. Scalcio come un bambino imprecò e sbatte le ali finchè la sua posizione divenne abbastanza buona da smettere di fargli arrivare troppo sangue al cervello. Prese un sospiro profondo e cercò di calmarsi. "Ok stupido coso! Ora come funzioni? Hai brillato quindi qualcosa sai ancora fare..." ci picchiettò le dita nella speranza di una risposta ma il suo nemico rimase inerte com'era nei secondi precedenti. Il sibilio uscì frustrato seguito dal rumore di una cometa che bruciava passando a poca distanza attirando di nuovo la sua attenzione sul resto dell'universo a torno a lui. Le stelle stavano scomparendo più velocemente, una dopo l'altra lasciavano spazio a un buio opprimente che sembrava cosciente che qualcosa poteva intromettere la sua avanzata. A quella vista un brivido corse lungo la schiena del demone. "Se Aziraphale fosse qui saprebbe come farti funzionare" come se stesse aspettando solo di infliggergli questo nuovo schiaffo ai suoi sentimento lo specchio scintillò e finalmente Crowely capì. "A volte so è essere proprio ottuso, ovviamente uno specchio nato per servire due innamorati risponde a quel sentimento" un sorriso si dipinse sul volto stanco. Guardò dove fino a poco prima c'erano le sue galassie e prese un respiro profondo. Chiuse gli occhi e tenne lo specchio tra le sue mani. La sua presa ammorbidita dai ricordi che stava cercando di evocare ancora una volta. Quello specchio rotto non aveva abbastanza potere per riportare il mondo alla sua essenza originaria ma aveva ancora abbastanza forza per riportarlo in un momento vicino in cui ci fosse un ancora ben salda. Chiuse gli occhi e lasciò che i ricordi fluissero ripercorrendo tutta la sua vita accanto ad Aziraphale. Vide il suo angelo che osservava le stelle accanto a lui, lo vide sulle mura dell'Eden mentre guardava il deserto con tristezza, lo vide assaggiare la sua prima crepes e ubriacarsi con lui a roma ai tempi di Cesare, lo vide imparare a nuotare e quasi affogare, facendosi poi salvare da lui, lo vide sorridere mentre gli indicava un piccolo negozio in un angolo di Londra, si vide con lui mentre danzavano un lento durante una festa, lo vide mentre sorrideva e lo prendeva per mano. Non bastava quei ricordi felici non bastavano, non creavano abbastanza energia e lui sapeva perchè. Serviva qualcosa di molto più potente, serviva che lui desiderasse tornare dal suo amato con tutte le sue forse. Vide il suo angelo durante la battaglia, ferito e abbattuto lo vide mentre si rialzava e lo guardava negli occhi. Fu in quel momento che Crowely si rese conto che quando Aziraphale l'aveva lasciato andare aveva pronunciato delle parole troppo fioche per essere udite ma lui riusciva a rivedere le sue labbra muoversi. Aveva detto "Salvami mio adorato". "O quello stupido angelo!" il demone oramai urlava nel vuoto "salvami mio amato?! Che cosa dovrebbe essere? La dichiarazione finale? Salvami Aziraphale? Salvami? Erano queste le tue ultime parole?! Aspetta io sono il suo amato! quindi... quindi..." un espressione sconvolta era apparsa suo viso di Crowley che finalmente aveva capito. Si quelle parole erano la dichiarazione che aspettava da secoli e come aveva sempre salvato il suo angelo l'avrebbe fatto anche questa volta. Sentì il cuore esplodere d'amore, si dimentico come parlare e da lui uscirono solo sibili. Ora sentiva la corrente di potere dello specchio fluire ed espandersi mentre attorno a lui l'oscurità si lanciava in una corsa disperata per fermarlo. Il varco si aprì e lui lo attraverso appena in tempo. Precipitò a terra e colpì il suolo talmente forte che l'aria gli mancò nei polmoni. Per un secondo non sentì nulla e poi si ritrovò circondato dalla battaglia. I suoi occhi furono accecati dalla luce ma poco importava, scattò in piedi e cerco il punto in cui si trovavano il vecchio lui con Risengard e Aziraphale. Vide sue occhi da serpente che lo guardavano increduli. Ecco li aveva trovati. Corse in quel punto tenendo lo specchio stretto a se e quando arrivò nelle vicinanze si tuffò dietro a delle macerie imprecando. Doveva averlo fatto anche il vecchio se perchè le loro imprecazioni si sovrapposero per un istante. All'improvviso una lama era premuta sul suo collo ma la cosa non lo impressionò di molto "Chi diavolo sei?" la domanda arrivò secca. "Sono te ora chiudi il becco!" lo sguardo offeso che gli arrivò lo fece sogghignare per un istante "Guarda, ho uno specchio anch'io. No è una lunga storia e no non c'è il tempo per dirtela. Dobbiamo fare in modo che tu possa avvicinarti abbastanza per uccidere quel bastardo di Risengard e lo farai usando questo" spinse lo specchio tra le mani del vecchio se e cominciò a spiegargli il piano. 

Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora