Quello che mi rimane di te

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"Aziraphale" le lacrime cadevano lente e dolore sul viso di Crowley mentre pronunciava quel nome. I singhiozzi erano aumentati fino a sovrastare persino le sue urla, fino a spezzarle e porvi fine, lasciando che quello fosse l'ultimo sono al mondo. Il mondo moriva piangendo. Il demone guardò attorno a se, le stelle si spegnevano una ad una, le sue creazioni venivano spazzate via senza che di loro rimanesse nulla. Invece lui, l'ultimo della sua specie, di qualsiasi specie, fluttuava nel vuoto alla deriva, in quelle stelle che un tempo aveva adorato stringendo a su un frammento di vetro freddo e tagliente. Teneva gli occhi ben aperti perchè quando li chiudeva continuava a rivivere gli ultimi momenti con il suo angelo. I momenti in cui tutto era finito e che lo avevano portato li, solo e infelice ad aspettare che l'ultima stella si spegnesse.

Aziraphale aveva preso il frammento e l'aveva fatto diventare parte di se. La sua aurea era cambiata era diventata oscura, guardare verso di lui era come guardare un buco nero. Quel frammento aveva creato qualcosa di completamente nuovo, diverso anche da Risengard, perchè lui era già oscuro. Aziraphale aveva accarezzato il profilo di quel frammento di vetro e aveva guardando in quegli occhi demoniaci tanto famigliari. Quegli occhi che adorava, che erano la sua ragione di vita da millenni e aveva compreso cosa doveva fare. Aveva impresso quel piccolo frammento proprio sul cuore e quel pezzo di vetro aveva preso l'iniziativa. L'angelo fece un respiro profondo, sentì che il cambiamento repentino, sentì la sua forza aumentare, così come la sua furia e l'odio che provava per l'essere che aveva davanti. Guardò Crowley e non potè reprimere l'istinto di stringerlo a se, inspirare il suo profumo dolce e sentire il suo calore ancora una volta. Ignorò le urla del pazzo che stava danti a lui e andò all'attacco. Ora erano pari.  La luce dentro di lui era scomparsa. I due nemici ripartirono senza esitazione l'uno contro l'altro come due arieti troppo testardi per fermarsi. La terra tremava e pian piano sotto di loro lunghe crepe si allargavano. Le due fazioni erano giunte agli ultimi momenti decisivi. Erano pochi quelli che si reggevano ancora in piedi, gli angeli e i demoni cercavano di non retrocedere sotto l'orda mostruosa che ora stava radunando i pochi ostinati sopravvissuti spingendoli gli uni contro gli altri. Crowley vide Belzebù difendere con le unghie e con i denti i suoi ultimi sottoposti, mentre urlava il nome di Gabriele invano, perchè sapeva che non avrebbe ricevuto nessuna risposta, ma la disperazione spingeva anche a  questo. 

La lama saettò veloce verso di lui, Miro non perdeva tempo, andava subito al sodo. Lo scontro tra lui e il braccio destro di Risengard era impari in modo quasi ironico, più impegno il demone ci metteva e più quel maledetto attingeva al potere dello specchio. L'urlo arrivò troppo tardi alle sue orecchie, l'esplosione scaraventò sia lui che il suo avversario lontani. Il demone si voltò per vedere l'angelo sospeso a mezz'aria, un ringhio feroce sul volto un tempo gentile, e quell'espressione era lo specchio di quella del mostro davanti a lui. Entrambi combattevano al massimo della loro potenza. I loro colpi erano talmente forti che provocavano delle esplosioni, Londra tremava scossa dal peggior terremoto che potesse esistere, persino l'aria stava aumentando di temperatura a poco a poco.

Era uno scontro tra titani, era uno scontro per la vita. L'angelo combatteva proprio come aveva fatto tanto tempo prima ma questa volta avrebbe ucciso perchè era la sua volontà, non c'era altro modo. Rinsergard tento un affondò che Aziraphale riuscì a schivare, parò anche i colpi dopo, il che non fece altro che far esplodere ancora di più la furia incontrollata del mostro. Mirò volò a pochi centimetri da loro che lo ignorarono come se fosse una foglia, Crowley lo aveva colpito e spedito lontano con un colpo che si era portato via parte della sua lancia e del suo braccio destro. Le  urla e gli ululati mostruosi che fece quando il demone gli inflisse un altro colpo attirarono l'attenzione di Risengard che commise l'errore di distrarsi. Azirphale caricò il colpo e attinse a tutto il potere che riuscì a trovare nel frammento. Rinsegard venne colpito in pieno, la sua spada si spezzò e lui si schianto a terra creando una voragine. Finalmente l'angelo sorrise. Si concentrò e inflisse il secondo colpo, le fiamme della sua spada si mossero all'unisono formarono una sfera oscura che l'angelo scagliò con tutta la sua forza. La terra si spaccò a metà e si riempì di fiamme, intorno alla voragine i mostri vennero inceneriti tra le loro stesse urla e al centro di quella scena il corpo di Risengard giaceva immobile. A quella vista la gioia invase l'angelo, assaporò la vittoria come mai prima di allora. Fu qualcosa che vide con la coda dell'occhio che fece morire ogni sentimento dentro di lui. Vide una figura dai capelli rossi precipitare a terra con una lancia che la trapassava da lato a lato. Quando il corpo toccò terra, fece un rumore che per lui sovrasto qualsiasi altro suono, era lo stesso di secoli prima, quando Crowley era scomparso dal Paradiso e lui aveva tentanto di fermarne la caduta senza successo. Sotto di lui la risata di Risengard arrivò piena di soddisfazione, pian piano la figura si rialzò e gli sorrise "Che c'è angioletto? Perso qualcosa?" la lingua del mostro guizzò a leccarsi le labbra insanguinate. Ecco fu in quel momento che l'ultimo briciolo di umanità in Aziraphale venne risucchiato da quel buco nero che era il frammento. Chiuse gli occhi e lasciò che il frammento prendesse il sopravvento. La corrente di potere lo invase, sentì la sua aura angelica scomparire e diventare qualcosa di mostruoso come quella del suo nemico. Ora erano ad armi pari. Il combattimento ricominciò ancora una volta, solo che questa volta a nessuno importava di quelli che erano rimasti. Angeli e demoni ormai stavano cercando di scappare da quella che si era rivelata più un imboscata che una battaglia, ma venivano abbattuti gli uni dopo gli altri in modo inesorabile. E il mondò andò in pezzi, la terrà tremò anche dall'altra parte del mondo, le acque cominciarono ad alzarsi. Non c'era riparo, non c'era scappatoia a quello che stava accadendo. 

Aziraphale cercava di avvicinarsi sempre di più a dov'era caduto il corpo del suo adorato su cui ora si stagliava la figura di Miro. Vide l'ex demone alzare in alto la spada di Crowley pronto per infliggergli il colpo di grazia. Non capì dove trovò la forza, ma colpì con un pugno Risengard che arretrò, mentre lui si voltava e faceva l'ultimo scatto decisivo. La sua lama disegno un arco perfetto a mezz'aria, e quando si fermò sembrò non aver fatto  nulla, ci volle un istante perchè la testa di Miro si staccasse finendo ai suoi piedi mentre il suo corpo toccava terra. Rinsegard emise dei suoni che nessuno aveva mai sentito in questo mondo, un misto tra orrore, rabbia e follia. Cadde in ginocchio guardando la testa del suo amico, le sue mani lasciarono l'elsa della spada e cominciarono a scavare in modo convulso attorno al frammento nel suo petto. Aziraphale stringeva a se Crowley che stava riprendendo lentamente coscienza. Nonostante la profonda ferita era sopravvissuto. 

"Sistemerò tutto" era la frase che ripeteva come una cantilena Risengard, in un sussurro stranito che rifletteva il suo sguardo. Le mani tremanti reggevano il suo frammento insanguinato che unirono con il secondo frammento in suo possesso. Una luce accecante si sprigionò dai due frammenti riuniti e la potenza fu quella paragonabile all'esplosione del sole. Azirphale strinse la presa attorno alla sua spada alla vista di quello che stava accadendo. Intorno al folle, le armi levitarono a mezz'aria e si rivolsero contro di loro mentre i mostri li accerchiavano. Le armate celesti e demoniache erano state sconfitte. Restavano solo loro due. L'ultimo angelo sulla terra si alzò fiero e si preparò a proteggere il demone che amava per l'ultima volta. Sapeva esattamente cosa stava per accadere. Le armi volarono verso di loro, troppe per essere fermate, troppe per salvare entrambi e lui fece l'unica cosa possibile. Protesse Crowley stingendolo a se. Quando caddero a terra ancora legati nell'ultimo abbraccio al mondo, si guardarono negli occhi e quello basto per rivelare l'uno all'altro i loro sentimenti. 

Sentirono i passi di Risengard avvicinarsi, con un calcio rovesciò sulla schiena l'angelo, affondo le dita nel suo petto e strappò il frammento "Ora tutto tornerà a essere come in origine" disse sorridendo dolcemente. La terra si arrese, proprio come il Paradiso e l'Inferno, mentre avvicinava l'ultimo frammento agli altri il cielo infuocato di aprì così come la terra, la mano di Dio e quella del Diavolo si affannarono inutilmente nel cercare di impedire qualcosa che era già successo. Lo specchio tornò alla sua forma originaria, Rinsegard lo alzò sopra di se e fece nascere un vortice che cominciò a inghiottire il mondo. così iniziò la fine del mondo. Ma il nuovo folle dio era troppo occupato a distruggere il mondo per osservare quello che accadeva accanto a lui. 

Aziraphale allungò le dita e accarezzò il volto di Crowley, gli sorrise e poi raccolse le forze. Crowley tentò di trattenerlo, di tenerlo vicino un'ultima volta ma non ci riuscì. L'angelo usò l'ultimo briciolo di vita che gli rimaneva per agire, prese la sua essenza di angelo e la distrusse per poter compiere il suo ultimo miracolo. Il suo corpo riprese le forze e la sua forma originaria. Risengard si voltò verso di lui e tentò un affondo. Aziraphale lasciò che il colpo lo trafiggesse senza nemmeno tentare di spostarsi, quasi lo accolse, ma anche il suo miracolo andò a segno. La sua spada trapassò il cuore e lo specchio in un unico preciso punto, Aziraphale strappò lo specchio dalle mani di Risengard incredulo. Lo sguardo sbigottito di un bambino dipinto sul volto. Delle lacrime rosse sgorgarono da quegli occhi un tempo divini, "troppo tardi angioletto" sorrise, "io ho dato origine a un nuovo mondo ormai" appena finì di pronunciare queste parole il suo corpo cominciò a sgretolarsi e diventare polvere proprio come il mondo intorno a loro. Aziraphale tornò da Crowley lo tirò a forza in piedi mentre il demone cercava di capire cosa stesse facendo. L'angelo lo mise in piedi di fronte a se, lo guardò negli occhi e poi fece quello che entrambi aspettavano da una vita, le loro labbra si toccarono. Un bacio fu il loro addio. 

Crowley sentì le mani di Aziraphale spingerlo via, aprì gli occhi solo per rendersi contro che l'angelo l'aveva spinto in un portale. Il demone allungò la mano nel tentativo di afferrare il suo amato ma ormai era troppo tardi. Si ritrovò sospeso tra le stelle a piangere il suo amore e il mondo, ad aspettare la fine stringendo quello specchio rotto e ricordi dolorosi.

TO BE CONTINUED!

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Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora