Exit

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Mentre correvano il suo respiro si appesantiva a ogni passo, il demone faticava a mantere il controllo sulla sua aura. Quel maledetto paradiso gli faceva uno strano effetto. Prima, finché i suoi poteri erano inattivi gli sembrava quasi di non averli, erano completamente assopiti, poi quando aveva dovuto tirarli fuori per un istante aveva temuto di averli persi, non c'è nera traccia, e poi eccoli. Un fiume in piena, no, non era abbastanza per esprimere cosa aveva provato, li aveva sentiti eruttare ed esplodere e ora faticava a contenerli. Crolwey non aveva scelta doveva farlo, anzi doveva riuscirci. Se si fosse lasciato andare troppo il corpo di Newt sarebbe esploso come un palloncino, per un attimo sia lui che l'umano ebbero la stessa visione. La testa gli esplodeva, saltava via come il tappo di un buon vino e si ridistribuiva sulle non-superfici del paradiso sotto forma di coriandoli. Solo che non sarebbe stata una festa così allegra.

Dietro di loro cominciava a scatenarsi il putiferio più totale, al contrario degli inferi però, il paradiso era organizzato, e in modo terrificantemente efficiente. Vennero subito organizzare squadre per la caccia degli intrusi e vennero richiamati i gradi più alti a guidare la battuta di caccia. A capo delle lunghe file ordinare che si stavano creando, con la faccia più molto diverita del dovuto, c'era lui. Il proprietario del pesciolino rosso, Amenadiel, ed era molto molto arrabbiato. In secoli nessuno aveva osato colpirlo, derubarlo e usarlo come tappetino nello stesso momento, a dire vero nessuno aveva mai osato fare niente per offenderlo. Si è vero pensò, mentre un altro soldatino si aggiungeva alla fila, era arrabbiato su questo non si discuteva, ma provava anche un senso di divertimento che gli stuzzicava le viscere.
L'angelo si riscosse dai suoi pensieri velocemente e non appena il silenzio calò, iniziò la caccia.

Aziraphale percepí il colpo arrivare appena in tempo per mettersi a zizzagare come un coniglio in un prato, le cose si stavano facendo un po' troppo pericolose per continuare a correre. Le sue ali emersero in un istante e prese il volo. Per un attimo osservò alle sue spalle. Dietro di loro un mini esercito volava rapidamente verso il punto in cui si trovavano e la cosa serví per dagli la scossa giusta. Si fiondo su Newt e lo afferrò al volo. Quando le sue mani presero saldamente ragazzo, boccia e pesce, tutto si aspettava tranne quello che successe. L'urlo sgomento da ragazzina tredicenne che invase l'aria fu talmente forte che per un attimo gli fischiarono le orecchie. Il corpo che teneva fra le sue braccia si contorse come una ballerina si salsa e tentò più volte di sfuggire alla sua presa, il tutto si fermò solo al suo disperato "Sono io!", ma il danno ormai era fatto, il pesce e tutto il resto stavano già procedendo nel loro percorso verso lo schianto a terra. Per un attimo si guardarono negli occhi, in quelli di Aziraphale si leggeva la disapprovazione più totale mentre in quelli Newt c'era la paura dell'umano e la lotta di Crowley per non far saltare entrambi in aria come fuochi d'artificio. Perché proprio a loro tutto si ostinava ad andare male? Questa la domanda che si posero tutti e tre all'unisono.

La prima freccia sfiorò pericolosamente l'ala di Aziraphale mentre la seconda tranciò una parte della sua giacca immacolata, l'angelo pensò alle opzioni che avevano ed erano ben poche, anzi era una sola. Uno dei due avrebbe fatto da esca e l'altro avrebbe ripreso il pezzo. Non disse il suo piano, sperò solo che Crolwy capisse. Fu cosí che aprí le braccia e lasciò cadere tutto quello che tenevano al sicuro. Per un istante lesse lo sgomento negli occhi di Crowley, si proprio i suoi. Gli occhi da cucciolo ferito si palesarono e mostrarono tutta la tristezza per il tradimento subito. Mente iniziava a cadere Crolwey aveva il controllo e aveva anche deciso che se si doveva sfracellare sull'immacolato pavimento del paradiso il suo angelo si sarebbe dovuto sentire in colpa. Totalmente e inesorabilmente in colpa, e allora finché poté mantenne quello sguardo. E poi chiuse gli occhi e sperò che la caduta fosse rapida. Ed effettivamente fu così. Cadde esattamente dove doveva cadere, tra le braccia di Amenadiel che lo incenerí con lo sguardo quando la boccia che teneva cadde di nuovo al suolo rimbalzando "miracolosamente" senza rompersi lontano da loro.

"0... Allora è così che morirò, paracaduto nelle mani del nemico" Questo fu ciò che il demone pensò, sarebbe davvero morto così? Fulminato insieme a Newt? Chiuse gli occhi e aspettò il colpo scusandosi con l'umano di non aver mantenuto la promessa di riportarlo a casa.

Invece, venne scosso come un regalo di Natale la mattina del 25 dicembre, senza pietà e con ansia. "Muoviti idiota, recupera il pesce e il pezzo, non ho tutto il giorno per buttarti fuori dal paradiso" quelle parole furono oro colato. Una manna dal cielo se così poteva dire. Con cautela e timore mise un piede a terra e senza fare tante domande corse a prendere il tutto e se lo strinse al petto. Crowley era sconvolto, i suoi nervi da demone non reggevano più "Perché? Dovresti incenerirci e riprenderti quello che è tuo. A che gioco stai giocando piccione?" il nomignolo fece grugnire l'angelo che roteò gli occhi al cielo, "Senti demone da quattro soldi, non sono affari tuoi, ti basti sapere che non tutti vogliono che il mondo finisca" lo disse con semplicità con lo stesso tono annoiato di chi sta leggendo gli ingredienti di un dolce. Attorno a loro piovevano lance e frecce mentre Azirpahle cercava di non farsi sforacchiare sopra le loro teste, "Caro! Un aiutino?" stava urlando proprio in quel momento. "Quindi è una messa in scena? Sei uno di quelli tutto pace e amore?...sei un amico di... Sai cosa non mi importa, se davvero vuoi che il mondo non finisca facci uscire di qui!" la donna isterica che c'era in lui non riusciva a sopportare più nulla ne a stare dietro a più nulla, la gente era strana, gli angeli erano strani, queste erano le sue conclusioni.

Azirpahle intanto aveva chiesto un aiuto che sapeva non poteva ricevere ed era stato circondato, sperava solo che i suoi compagni riuscissero a resistere per il tempo che serviva per arrivare da loro. Si distrasse per un istante e fu fatale, il colpo che ricevette gli fece perdere quota e quello dopo lo fece quasi svenire, sentí la vista annebiarsi pericolosamente ma sentí anche uno strattone che lo portava verso l'alto. Quando riaprí gli occhi stava volando trascinato da che gli sorrise divertita "Sopresaaaa!" urlò mentre si allontanavano inseguiti dagli angeli armati fino ai denti, "pensavo ti servisse una aiutino" ridacchiò Marin. "Che stai facendo ti sei già messa nei guai riportarndomi il mio corpo!" disse Azirpahle mentre riprese a volare con più vigore, il che gli permise di aumentare la velocità e la distanza con l'armata angelica. Fu un fulmine il pensiero di aver abbandonato Crowley lo aveva colpito in pieno petto, si fermo e fece per voltarsi ma Marin gli si parò davanti impedendogli di muoversi "Devo tornare indietro! C'è Crowley laggiù! Mia cara tu non capisci, se farai così cadrai!" lo disse con disperazione e sperò che lei lo ascoltasse "No, Crowley e al sicuro e non cadrò, noi abbiamo un piano per aiutarvi ma devi seguirmi! Ora!". Era completamente sconvolto, noi chi? Stava cadendo in una trappola? Che stava succedendo? Ripreso a sfrecciare e verso la loro metà ignota mentre la piccola Marin gli raccontava di come fosse nato un gruppetto di angeli simili a lui, o meglio a loro, che volevano vivere sulla terra e mantenere il mondo in pace, e che per farlo serviva che Crowley e lui fermassero qualsiasi cosa stava accadendo. I due non erano gli unici ad aver notato qualcosa di sbagliato in Londra. Si fermarono all'improvviso davanti alla porta familiare, era la stanza dove era avvenuto l'incontro con Gabriele. Ecco, era caduto un una trappola, non fece in tempo a terminare questo pensiero che Marin aprí la porta per farlo passare ma furono travolti entrambi da una palla di braccia, gambe e ali. Finirono tutti catapultati sul freddo pavimento, ammaccati ma vivi. Aziraphale si rimise in piedi e si guardò attorno, quello che vide non gli piacque affatto. Poco lontano Amenadiel era sopra Crolwey e ridacchiava divertito, non gli piaceva affatto quella vicinanza. La risata si interruppe presto, gli occhi di Newt-Crowley si ribaltarono indietro, il corpo venne invaso dalle convulsioni, Marin gridò spaventata dalla scena raccapricciante. In un istante Azirpahle fu accanto al corpo che si era accasciato al suolo come un sacchetto vuoto "Che sta succedendo? Crowley mi senti? Newt?" una parola dopo l'altra il panico cresceva.
Fu Amenadiel a rispondere "E' la possessione demoniaca mista al paradiso, stare qui lì sta uccidendo è già tanto che siano sopravvissuti quando il tuo demone ha usato i suoi poteri per buttarmi a terra e scappare. Dobbiamo farvi uscire di qui, ora."
Ci fu un terribile momento di silenzio che lasciava poca speranza, poi la piccola parlò." Il cratere dai cui hai buttato giù dal paradiso Gabriele si può usare come via di fuga" fu cosí che si ritrovarono tutti a correre lungo il corridoio proprio mentre la porta che era stata già magicamente sistemata si schiantava di nuovo al suolo. Arrivarono al cratere e si fermarono tutti sul bordo. "Salta, forza, e prendo questi" Amenadiel pose fra le sue braccia di Aziraphale il corpo esanime e la boccia, gli sorrise "contiamo su di voi per il resto" e lo spinse. Proprio mentre le mani delle guardie si avventavano sui loro nuovi amici e lui cadeva nel vuoto.

Good Omens - Tu ed IoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora