ventisette

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Gipsy

I'll hold you tightly

I'll give you nothing but truth

If you're not inside me

I'll put my future in you

{Small Bump- Ed Sheeran}

Sentii la porta d'ingresso aprirsi e sorrisi, riconoscendo le risate cristalline delle sorelle di Louis. Mi affrettai verso l'entrata, sorridendo loro nel vederle correre verso di me e abbracciarmi, per quando loro fosse possibile.

"Dove avete lasciato vostro fratello?"chiesi, accovacciandomi per fissarle negli occhi. Nei loro occhi c'era la stessa luce malandrina che notavo sempre in quelli azzurri di Louis. Era un segno distintivo della famiglia Tomlinson, insieme alla loro tipica vitalità e i loro sorrisi solari.

"L'abbiamo rinchiuso in un cassonetto." fu la risposta divertita di Charlotte, che fece ridere le altre tre. Mi alzai, scuotendo la testa e scompigliandole i capelli.

"Andate in salotto, vi porto la merenda." dissi loro, mentre correvano per accaparrarsi il posto più comodo del divano. Feci qualche passo verso la cucina, quando la porta d'ingresso si aprì nuovamente, lasciando passare Louis ingombrato dalle cartelle rosa delle sorelle e dalla sua nera più grande.

"Sono già arrivate?" chiese lui, buttando tutto per terra, sospirando e sorridendomi. Lo fissai per qualche istante, divertita. Annuii, tornando in cucina per preparare la merenda. Probabilmente Louis sarebbe arrivato di lì a momenti, per chiedere se potevo prepararla anche per lui. Alle volte non sapevo chi fosse il più maturo, tra tutta la progenie Tomlinson.

Tagliai qualche fetta di pane, prima di sentire un leggero fastidio all'altezza della bocca dello stomaco. Nausea. Perfetto. Quanto avrei dovuto aspettare, prima di sentirmi meglio? Probabilmente altri sette mesi, come minimo.

Sospirai, appoggiandomi un attimo al piano della cucina e prendendo dei respiri profondi. Mi accarezzai la pancia con una mano, lentamente. Era ancora così strano pensare che sotto quello strato di pelle, in quel momento, stesse crescendo un bambino. Il mio bambino. Che in meno di sette mesi sarebbe nato, che avrei potuto tenere stretto tra le mie braccia, che avrei potuto accarezzare, esattamente come facevo con le bambole quando ero piccola. Un bambino che avrei dovuto difendere, che avrei dovuto proteggere, che avrei dovuto crescere.

Quante notti spese a pensare a come sarebbe stata la mia vita dopo la sua nascita e, non appena chiudevo gli occhi la medesima immagine mi si presentava davanti. Una casa in campagna, uno studio tutto mio, affacciato sul magnifico paesaggio, Holly seduta in veranda che prendeva del tè in mia compagnia, osservando il mio bambino - la pelle ambrata, i capelli corvini, ma i miei stessi occhi chiari - che correva divertito, insieme alla piccolissima figlia di Holly, una stupenda bambina con gli occhi più azzurri dell'azzurro stesso e con i capelli biondi come il grano. Poi la porta d'ingresso si apriva e Louis entrava sorridente, insieme a Zayn, venuto a prendere suo figlio per il weekend, per portarlo all'ennesima partita di calcio.

Un sogno, era solo un sogno, ma avrei lottato perché mio figlio avesse una vita felice e tranquilla. Ma soprattutto con dei genitori presenti, che gli vogliono bene. Io la mia parte l'avrei fatta sicuramente, per quanto riguardava Zayn, avrei solo potuto sperare.

Louis entrò in cucina, avvicinandosi per posarmi un bacio su una tempia. Sospirai contenta, a quel contatto così dolce.

"Stai bene?" mi chiese preoccupato. Annuii.

"Soltanto un po' di nausea - dissi, rimettendomi all'opera - Ti va un panino alla Nutella?" gli chiesi.

Louis fece cenno di sì con il capo, lentamente, rimanendo stranamente serio.

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