ventuno

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Gipsy

Cause you're all I have

When the world comes down on me

You're the one I love

And I'm begging you to see.

{All I Have- The Veronicas}

"Non dirglielo!" m'implorò Arielle, trattenendomi per un braccio.

"Come potrei non dirglielo? Sono i miei genitori, non posso nascondere i fatto che sono incinta proprio a loro!" le dissi.

"Si arrabbieranno, parecchio."

"E cosa vuoi che facciano? Che saltino di gioia?" le chiesi sarcastica.

"Noelle…"

La osservai alzando un sopracciglio, sfuggendo alla sua presa e cominciando a scendere le scale. I miei genitori erano tornati quella sera e sapevo che non si sarebbero trattenuti a casa per molto. Un altro impegno di lavoro li avrebbe portati via di nuovo. Ma dovevo dirglielo, nonostante a loro non sarebbe importato poi così tanto. O almeno, così credevo.

"Oh Noelle - disse mia madre con il suo forte accento francese - Finalmente, non ti sei fatta vedere per tutta la sera!" 

Le sorrisi imbarazzata. "Beh, credevo che qualche ora non vi cambiasse la vita, visto tutto il tempo in cui non ci vediamo…"

"Oh non essere sciocca cherie - continuò lei - Non è colpa nostra."

No, ovviamente. Non era mai colpa loro. E allora di chi era? Non erano forse loro che si erano scelti quel lavoro che li teneva lontani da casa per quasi tutto l'anno?

"Come mai quel visino così triste?"chiese mio padre, con un accento californiano. Sospirai, sedendomi sul divano e osservando Marion guardare la televisione, che trasmetteva un cartone animati giapponese.

"Devo dirvi una cosa."

Arielle apparse sulla soglia, il volto tirato e pallido.

Mia madre si sedette accanto a mio padre, prendendogli una mano. Entrambi mi sorrisero, come se fossi una semplice ragazzina che stava facendo un terrificante colloquio. Quando avrebbero cominciato a trattarmi come loro figlia e non come un'estranea?

"Forza, Noelle, il tempo è denaro." disse mio padre, guardando il suo orologio.

Sbuffai. "Sono incinta." dissi tutto d'un fiato, togliendolo totalmente a loro.

Non se l'aspettavano. E chi mai si sarebbe aspettato una notizia del genere dalla propria figlia sedicenne? Chissà cosa passa in quel momento nelle loro teste… Evidentemente si stavano chiedendo perché avevano avuto la terribile idea di mettermi al mondo e di non abortirmi.

"Stai scherzando spero!" gridò mio padre. Arielle corse da Marion, prendendola di peso e portandola via, scoccandomi un'occhiata di fuoco, ma piena di lacrime.

Abbassai lo sguardo, scuotendo la testa flebilmente.

"Non è possibile." disse mia madre, portandosi le mani tremanti alla bocca.

"Non è divertente, Noelle…"

"Non è uno scherzo, papà! - sbottai, alzandomi e tenendo testa al suo sguardo - Non è affatto uno scherzo."

"Lo hai fatto apposta, non è vero? Non ti basta tutto quello che fai di solito? Devi farci sentire in pensiero costantemente?"

"Oh, perché voi veramente vi sentite in pensiero per noi? - gridai - Davvero, papà? Ci lasciate da sole sempre, vi vediamo pochissimi giorni all'anno…"

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