tre

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Gipsy

I am not a whore

But I like to do it

{I am not a whore - Lmfao}

"È stato divertente."dissi, riabbottonandomi la camicetta in fretta, appoggiando la schiena alla parete fredda del piccolo gabinetto.

Zayn ghignò, sistemandosi la cintura e passandosi una mano tra i capelli. "Come sempre." disse, mentre io mi risistemavo la gonna, cercando di rendermi presentabile.

Aprì la porta del gabinetto, ma lo fermai prima che potesse uscire.

"Che c'é?"mi chiese, alzando un sopracciglio, senza togliere la mano dalla maniglia.

"Ci potrebbe essere qualcuno…"dissi, in un sussurro. Lo strattonai indietro, superandolo e facendo sporgere la testa ed esaminando il bagno delle ragazze, fortunatamente deserto.

"Okay, possiamo andare…"dissi. Lo sentii sbuffare. Mi voltai, teneva le mani in tasca e mi guardava con un'espressione ironica.

"Siamo finito in un film di 007?"mi chiese, divertito. Io lo guardai per qualche istante, prima di tirargli un pugno sul braccio, senza fargli male.

"Mi chiedo ancora perché perdo tempo a scopare con te, Malik."gli dissi, dirigendomi verso la porta. Lui mi mise le braccia intorno alle spalle, stringendomi un attimo a sé per poi lasciarmi.

"Perché sono bellissimo."si vantò come suo solito. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

"Esco prima io - dissi, posandogli una mano sul petto per fermarlo - Aspetta qualche istante prima di uscire."

Lui si strinse nelle spalle, come se la cosa non gli importasse più di quel tanto.

"Ci si vede in giro."dissi, avvicinandomi al suo viso e posandogli un bacio sulla guancia, prima di aprire la porta ed uscire di fretta.

Il corridoio era gremito, segno che le lezioni non erano ancora ricominciate. Mi affrettai ad allontanarmi dal bagno delle ragazze, prima che anche Zayn uscisse e ci potesse vedere qualcuno. Non che la cosa mi affliggesse in nessun modo, ma avrei preferito che questi nostri appuntamenti rimanessero segreti. Mi piaceva far parlare di me, ma preferivo evitare che la gente sparlasse di me.

Mi diressi verso la porta d'ingresso, alla ricerca delle mie amiche, che sicuramente se ne stavano al solito posto sul muretto, chiacchierando del più e del meno. Che ci fosse anche Alice? Probabile, era da qualche giorno che in qualche occasione si faceva vedere insieme a noi. Lei e Holly avevano instaurato un bel rapporto, evidentemente. Feci una smorfia, nell'esatto momento in cui un gracile braccio si posò sulle mie spalle. Non dovetti voltarmi per capire a chi appartenesse.

"Louis, ciao."asserii sorridendo, bloccandomi. Lui mi passò una mano tra i capelli, sistemandoli con delicatezza.

"Allora, chi è stata la vittima oggi?"mi chiese divertito. Mi girai verso di lui, incrociando lo sguardo con i suoi tersi occhi azzurri.

Louis Tomlinson era il mio migliore amico da più o meno tutta la vita. Ma più che un migliore amico, lui era come un gemello per me, quasi nel vero senso della parola. La nostra storia era tanto originale da risultare banale, come se ce lo fossimo inventati. E io adoravo raccontarla. 

I miei genitori si erano da poco trasferiti dalla Francia, era dicembre e loro stavano aspettando gli invitati per festeggiare la vigilia di Natale, quando io decisi improvvisamente di nascere. Mi piace pensare che sia stata io a decidere di uscire dalla pancia di mia madre proprio quel giorno, come se mi fossi messa d'accordo con Louis già prima di nascere. Io e lui nascemmo nello stesso giorno, il ventiquattro dicembre, lui nel pomeriggio e io la sera. Le nostre madri furono messe in camera insieme e credo che anche loro sapessero che i destini dei loro figli sarebbero stati uniti. Tengo ancora sulla scrivania la prima foto scattatami: io e Louis nello stesso lettino, lui leggermente più grande di me, che posa la sua bocca spalancata sulla mia fronte. Se non dormivamo insieme continuavamo a piangere per ore.

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