Capitolo 35⚓️

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Io e Dylan non appena finimmo di pranzare, iniziammo a provare qualche scena che avevamo in comune.
Con poco tempo ero riuscita a memorizzare la maggior parte delle battute, questo non era davvero un male.
-Il giorno delle riprese mi raccomando, non farti prendere dal panico! Ci sarò anche io sul set, quindi tranquilla.-cercava sempre di mettermi a mio agio, mai una sola volta che mi fossi sentita fuori posto con lui.
-È il momento di una pausa, vuoi un caffè? Vai in terrazza, sono subito da te-mi avviai verso la porta finestra.
Quello non era un semplice "terrazzo", era un vero e proprio paradiso sospeso in aria.
Era presente una piscina, con delle lastre di vetro che fungevano da ringhiera per buona parte del perimetro, davvero pauroso!
-Vedo che hai notato la piscina, mostruosa vero? Se soffri le altezze non è l'ideale!-non era affatto divertente -Solo un pazzo fa costruire una cosa del genere in casa sua!-gli dissi io scherzando
-Questo significa che hai paura...-mi prese in braccio all'improvviso correndo verso la piscina.
Si tuffò e io in braccio a lui. Non appena riemersi dall'acqua iniziai ad urlare, cercando di "picchiarlo" per fargliela pagare. Era troppo alto e muscoloso, non avrebbe sentito un minimo di dolore -Non farlo mai più! Mi hai fatta morire dalla paura, non riesco a girarmi! Sei davvero stronzo!-gli urlai io
-Vorrà dire che sarai costretta a guardare me! Dai piagnucolona, usciamo!
-Sto anche congelando, grazie. Ti odio!- gli dissi io. Lui subito mi abbracciò per scaldarmi mentre ci avviavamo all'interno zuppi d'acqua.
-Puoi cambiarti senza problemi. Ti porto in bagno qualcosa. Una camicia può andare bene? Ti porto anche un pantalone della tuta.-disse premurosamente -Grazie.-risposi io arrabbiata.

Mi cambiai. Mi aveva portato una sua camicia che addosso a me risultava essere un vestito. Dylan era altissimo e quella camicia terminava proprio qualche millimetro sopra le mie ginocchia
-Sei un nano! Ma quanto sei bassa? -disse scoppiando a ridere -Lo trovi divertente?-gli feci una linguaccia tornando imbronciata poco dopo.
Aveva acceso il camino, nonostante fuori non fosse ancora inverno.
Era seduto sul divano, guardandomi con aria di scuse per quello che aveva fatto -Non volevo farti arrabbiare!- disse senza ridere -Tra qualche minuto mi sarà passata, grazie per la camicia- gli dissi io sorridendo.
Mi sedetti accanto a lui.

Per un attimo, tutto sembrò diventare terribilmente imbarazzante. Lui continuava a fissare il fuoco, cercando di non incrociare il mio sguardo e io facevo lo stesso.
-Sai forse è meglio se vado a casa, ho notato che hai messo i miei vestiti nell'asciugatrice. Saranno asciutti. Io...direi che me ne vado!-le parole si stavano mischiando l'una con l'altra per l'imbarazzo.
Lui si voltò verso di me per ascoltare quello che avevo da dirgli. In quel momento, il suo sguardo era fisso sulle mie labbra, me ne accorsi perché mentre parlavo le fissava.
-Sì è meglio che tu vada, potrei fare qualcosa di sbagliato ora. Mi dispiace averti messa in imbarazzo, ho solo voglia di baciarti e non posso farlo...ti accompagno a prendere i vestiti-
lo bloccai con la mano davanti a me -No, meglio se vado da sola. Mi cambio e me ne vado...grazie per oggi, sono stata bene. -cercai di abbozzare un sorriso, nonostante quella situazione mi avesse creato una confusione dentro.
Io ero innamoratissima di Harry, eppure in quel momento avrei baciato Dylan senza pensarci due volte.

Appena tornai a casa, iniziai a riflettere sulla giornata che avevo passato insieme a lui.
Poi mi venne in mente che non avevo provato a chiamare Harry.
Feci il numero ma quando la chiamata partì, a rispondermi fu di nuovo l'infermiera.
Avrei potuto chiamare Harry il giorno dopo se tutto fosse andato regolarmente. Ciò mi fece dedurre che le cose non erano migliorate.

Mi feci una doccia, per togliermi di dosso non solo l'odore di cloro ma anche quello che mi si era incollato addosso con la sua camicia. Il suo profumo.
Uscita dalla doccia mi arrivò un messaggio , era lui.
"Spero che non si sia rovinato nulla fra di noi. Fatti sentire quando vorrai. Dylan" presi il telefono in mano per rispondere, ma non lo feci. Avevo bisogno di pensare a ciò che era appena successo. Era chiaro che da parte sua stava nascendo qualcosa, ma ciò che mi preoccupava era quello che provavo io in sua presenza .

Anchor⚓️ 1 //with Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora