13.

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La nottata con i suoi amici era passata velocemente, tra risate e dormite di non più di mezz'ora.
Poi, intorno alle 7:30 di mattina si erano dileguati tutti per andare a scuola, tranne Tae che aveva deciso di restare a casa.
Dopotutto aveva un rendimento impeccabile e solamente una assenza nel corso di quei mesi, quindi non avrebbe influenzato molto.
Aveva passato la mattina a vagare per casa come un'anima in pena, tra divano e letto, con una coperta grigia sempre appoggiata sulle spalle per non sentire freddo.

Mamma.

Ho visto che non sei a scuola, va tutto bene?

Legge il messaggio in posizione fetale, distogliendo lo sguardo dalla televisione per qualche secondo.

Io.

Non sto tanto bene

Mamma.

Devo tornare a casa? Hai bisogno di qualcosa?

Io.

No tranquilla, è una cosa di un paio di giorni.
Lunedì starò meglio.

Mamma.

Va bene, stai attento.
E chiamami se c'è qualcosa.
Ti voglio bene.

Io.

Anche io.

Sbuffa sonoramente, buttando il telefono accanto a se, e tirandosi le gambe al petto.
Appoggia il mento sulle ginocchi, perdendosi ad osservare il panorama grigio fuori dalla finestra.
Sentiva la freddezza di quelle parole anche se non le aveva pronunciate davvero sua madre, ma dopotutto era sempre così, come se avesse davanti un'automa.
Gli dispiaceva, rivoleva la sua mamma, quella che gli faceva le coccole quando stava male, quella che sapeva tutto di lui, che lo salutava sempre con un abbraccio, eppure non c'era più.
Suo padre, sparendo, gliel'aveva portata via.
E non che biasimasse sua madre, dopotutto il lavoro le serviva, ed era costretta a viaggiare molto, però a volte avrebbe solo voluto una carezza, o un bacio sulla testa.

"Mi manca Yoongi"

Sussurra tra se, strusciando il viso sulla coperta morbida.
Osserva l'orologio, e rendendosi conto che la scuola era finita da un po', prende il telefono, schiacciando velocemente i tasti.
Fa partire la chiamata, portandosi il cellulare all'orecchio.

"Yoon-"

La sua voce entusiasta viene spezzata da quella di lui, secca e distante.

"Cosa vuoi?"

"Oh..io..ehm..volevo chiederti..vieni da me?"

Dopo qualche secondo di silenzio, dove Tae può tranquillamente sentire il vociare di tante persone che circondavano Yoongi, il ragazzo risponde.

"Ti richiamo io"

Il suono della chiusura della chiamata rimbomba nelle orecchie del piccolo, facendogli tremare il corpo e le mani.
La confusione e il panico prendono possesso di Taehyung, facendolo bloccare sul proprio posto con gli occhi lucidi.
Non si era stancato davvero, giusto? Non lo stava lasciando, giusto? Lui non era come Hoseok, giusto?

Non sapeva dare risposta, gli faceva solo terribilmente male il tono con cui aveva risposto.
Dopo le parole di Jung, di tutti i dubbi e le paure che avevano suscitato, ora il suo Yoongi gli rispondeva in quel modo, e gli riattaccava, senza dire nulla.
Perché? Che aveva sbagliato?

"Non posso perdere anche te"

Le lacrime iniziato a scendere lungo le sue guance, mentre si abbraccia per non tremare più, cercando di regolare i battiti e il pianto.
Non voleva pensarci, probabilmente aveva solo da fare, esatto?
Non voleva certo rispondergli male, certo che no.

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Nonostante tutte le scuse che aveva cercato di trovare, il silenzio di Yoongi per le successive ore gli stava distruggendo il cuore.
Le lacrime non smettevano di scendere, e le paure si accrescevano sempre di più, accompagnate dall'arrivo della luna, che ora splendeva alta nel cielo.
Il moro non si era ancora fatto sentire, nonostante fossero passare quasi cinque ore, e Tae si sentiva completamente abbandonato.

Il suono del campanello lo risveglia dal suo stato di catalessi.
Probabilmente si trattava di Jimin che gli aveva portato qualcosa da mangiare, per questo si alza, asciugandosi alla meno peggio le guance e andando ad aprire.
Si trova però davanti il ragazzo che lo aveva fatto penare per tutto il pomeriggio, due cartoni di pizza in una mano e un mazzo di fuori nell'altra.

"Che succede?"

Gli chiede subito, vedendo il suo viso arrossato dalle lacrime.

"Oh io..niente"

Sussurra di rimando Tae, rendendosi conto di quanto era stato patetico.
Lo fa entrare, scortandolo fino alla cucina.

"Stavi piangendo"

"Non preoccuparti"

Prova a rassicurarlo, ma quando sente le sue braccia circondargli la vita e il suo mento poggiarsi sulla sua spalla scoppia di nuovo a piangere.

"È che..che pensavo volessi mollarmi, che..non lo so ti fossi stancato e non volessi più.."

Con uno scatto veloce Yoongi lo fa voltare, abbracciandolo e guardandolo intensamente negli occhi.

"Ti ho già detto che non mi stancherei mai di te"

Gli sussurra, asciugandogli le lacrime e baciandogli la fronte.

"Io non sono come quello lì, okay? Non ti lascerò andare"

Gli sussurra, lasciandogli un bacio sulla guancia, che fa rilassare completamente il grigio tra le sue braccia.

"Andiamo..ti porto a fare un giro"

//aa

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𝑪𝒍𝒊𝒄𝒉𝒆 ✯ 𝑻𝒂𝒆𝒈𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora