La mensa era pressoché vuota, la maggior parte dei studenti aveva aderito ad uno sciopero di cui Tae non si era davvero interessato.
Non che non gli importasse, solo che piuttosto che al freddo a non fare niente preferiva stare al caldo e sorbirsi cinque ore di spiegazioni.
Lui e i suoi 4 amici avevano preferito andare a scuola, e ora facevano parte dei pochi ad occupare i tavoli della grande sala bianca."..E ho letto questa fanfiction su Harry Styles"
Jin era finalmente arrivato alla fine del suo racconto su come fosse entrato in un sito di dubbie provenienze.
"E com'era?"
Gli chiede Shin, palesemente annoiata dal discorso generale.
"Faceva schifo, ovviamente"
Con un alzata di spalle il discorso cade, e un silenzio non pesante avvolge i ragazzi.
Dopo pochi Jimin incrocia le braccia sul tavolo, appoggiando la fronte su di esse."Sei stanco?"
Chiede immediatamente Jin, dando sfogo al suo animo apprensivo.
"Ieri notte ho dormito poco"
"Perché?"
Tae entra nel discorso, osservando l'amico con un sopracciglio alzato.
"Perché qualcuno.." sibila, guardando Shin che piega la testa verso destra. "ha dato l'indirizzo di casa mia a Jeon Jungkook che si è presentato, abbiamo ballato insieme e stavamo per baciarci ma qualcun altro.." sta volta viene rivolta un'occhiataccia a Tae "mi ha chiamato urlando che lui e Min stavano per limonarsi in macchina."
"COSA?"
Gridano Shin e Jin nello stesso momento, mentre Tae si spalma una mano sul viso.
"Calma"
Dice ai suoi amici, alzando una mano.
"Spiegami tutto prima che ti apra come mia madre apre la mia porta alle sei di mattina per svegliarmi"
Borbotta Jin, e il Grigio si trova a spiegare la serata.
Come erano finiti a vagare nella macchina del più grande, del discorso su Hoseok, e poi di quel potenziale bacio."Adoro"
Risponde solamente Shin, guardando i suoi tre amici.
"Ogni ragazza sogna un amico gay, e io ne ho addirittura tre"
Sospira felice, appoggiandosi le mani sulle guance in un'espressione sognate.
"Ma io non sono gay"
Borbotta Jin, facendo ridacchiare tutti gli altri.
"Si e io sono alto"
Ride Jimin, seguito da Tae.
"Avanti biondo, vediamo tutti le occhiate a Kim sonounfigo Namjoon"
Shin, alzando un sopracciglio, si trova a sbuffare.
"Dovrei odiarvi solo per il fatto che mi rubate tutti i ragazzi fighi"
"Ma loro non fanno parte del gruppo dei popolari"
Alza le spalle Jimin, osservando l'amica.
"Oh certo, scopateli tu quelli della squadra di basket.
Vorrei un ragazzo che abbia anche il cervello grande oltre che al caz-"Tae le tappa velocemente la bocca.
I tre ragazzi si trovano a ridere, per l'espressione scocciata dell'amica."Linguaggio"
La rimprovera Jin, facendola sorridere.
"Quel giorno dovevo farmi amiche Katy e Vilma"
"Ma invece sei entrata nel nostro Club"
La punzecchia Tae, facendola sorridere, e sentendo Jin e Jimin ridere a loro volta.
Pochi secondi dopo però, un leggero tossicchiare cattura la loro attenzione.
Taehyung e Shin si voltano, trovandosi davanti uno Yoongi dai capelli scompigliati e un maglione a collo alto rosso da togliere il fiato."Stellina, posso parlarti?"
Chiede, facendo rabbrividire Tae, che si alza in silenzio, annuendo.
"L'ha veramente chiamato stellina?"
Sente sussurrare da Jin, mentre con un sorriso si allontana dai suoi amici con il più grande.
Lo segue in silenzio fino al giardino, dove lo vede accendersi una sigaretta."Dimmi"
Il moro, si prende qualche momento di silenzio, prima di girarsi verso il più alto, e allungando una mano per prendere la sua.
"Sabato esci con me.."
Non sembrava propriamente una richiesta, ma piuttosto un ordine detto con dolcezza.
"Esco con te da tre settimane di sabato"
Risponde il grigio, con un sorriso, ma vedendo che non era ricambiato si blocca leggermente.
"Intendo sul serio..usciamo, ti va?"
Tae si trova a boccheggiare, cercando il suo sguardo.
"Tipo..un appuntamento?"
"Senza il tipo"
Risponde il moro, alzando il viso e incrociando gli occhi di Taehyung.
Entrambi sorridono, Tae stringendo la mano di Yoongi."Ti aspetto sabato alle 20 davanti a casa mia, non fare tardi"
Lo avverte, dandogli un leggero bacio sulla guancia, prima di camminare con velocità all'interno della scuola, il cuore che martellava nel petto.