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Arrivo a casa di Cami e non sono mai stata così in ansia in vita mia di varcare questa porta.

Sapere che dovrò stare per un'ora da sola con Cole a fare ripetizioni mi mette in agitazione.

Entro in casa e Karen mi avvisa di poter andare su, che Cole è in camera sua.

A quanto pare non sa niente di quello che è successo, infatti si comporta normalmente... non immagino la reazione che avrebbe se lo venisse a scoprire, ma probabilmente non sarebbe peggiore di quella di mio padre o di Hart...

La ringrazio e salgo le scale. Il silenzio del piano superiore mi fa pensare che Camila sia ancora ad allenamento, sennò sarebbe venuta a salutarmi.

Sospiro, fermandomi qualche secondo alla fine delle scale, prima di dover percorrere il corridoio che conduce alla stanza di Cole.

La porta è chiusa, e quindi decido di bussare un paio di volte, aspettando una sua risposta.

Sento la maniglia girare, e Cole che spalanca la porta. Indossa dei pantaloncini al ginocchio neri e una maglia dello stesso colore, e dalla faccia e i capelli scompigliati capisco che probabilmente stava dormendo.

Mi guarda sorpreso, stropicciandosi gli occhi "Sei già qui?" chiede, dando un'occhiata all'orologio attaccato al muro sopra la porta.

"Si, avevi detto che andava bene alle 4.00" rispondo, imbarazzata nel caso mi fossi sbagliata.

"Ehm... ok, entra" dice facendomi spazio e richiudendo la porta alle sue spalle.

Il letto disfatto conferma il fatto che si stava riposando e velocemente lui passa a tirare su le coperte per cercare di dare un'aria più ordinata, e apre poi una finestra per far passare l'aria.

"Siediti pure" dice, probabilmente perché ero ancora in piedi al centro della stanza, persa nei miei pensieri.

Mi avvicino alla scrivania, sedendomi sulla sedia, e lui fa lo stesso, mantenendo però le distanze.

"Ok, dove iniziamo?" Chiede, quasi con tono scocciato e stropicciandosi gli occhi.

Oddio, non ditemi che siamo tornati a quando si comportava da stronzo... non posso sopportarlo.

"Per domani ho dei compiti da fare"

"Ok, falli, se hai qualche domanda mi chiedi" dice, tirando fuori il telefono dalla tasca e appoggiandosi con i gomiti sul tavolo mentre messaggia con qualche suo amico.

Lo guardo storta... ma cosa gli prende? Davvero adesso non vuole più aiutarmi? Questo ragazzo non lo capirò mai.

Non capisco se lo fa perché ci è ancora rimasto male del fatto che io fossi convinta a non andare oltre, o semplicemente perché gli è presa la giornata storta... beh non potrò mai saperlo.

Passo il resto dell'ora a fare i miei esercizi in assoluto silenzio, quindi senza pensare ad alta voce i passaggi dei problemi come invece abbiamo sempre fatto, e solo un paio di volte ho avuto il coraggio di interrompere le sue chat facendogli una domanda veloce.

Mentre sono nel bel mezzo di un problema, lui spegne il telefono, girandosi verso di me
"è passata un'ora" mi avvisa, alzandosi dalla sedia e buttandosi a letto.

Davvero mi caccia in questo modo? Adesso posso dire che per quello che lo conosco, sta cercando di fare il duro e il menefreghista, ma risulta semplicemente stronzo.

Sospiro e poi rimetto tutti i miei libri nella mia borsa, e anch'io mi alzo dalla sedia, uscendo dalla stanza senza dire niente, anzi, sbattendo leggermente la porta.

SPROUSEHART || amore proibito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora