Capitolo 9

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Presi sotto braccio Matteo, per aiutarmi a camminare coi tacchi, ed insieme entrammo in quel ristorante in cui mi aveva dato appuntamento Niccolò. Camminai con calma e guardandomi attorno. Era un posto molto carino e non troppo affollato. Stare lì mi avrebbe fatto stare tranquilla ed in pace col mondo, se non fosse stato per l'ansia che mi stava assalendo. Non appena, però, guardai in lontananza la figura di Niccolò, mi salì il cuore in gola. Egli era distratto e parlava con la sua donna facendo un sorriso una volta ogni tanto. Deglutii e provai a recupare aria.

-"Allora dov'è?"- chiese Matteo dato che non conosceva Niccolò. Presi coraggio e risposi al corvino. Dovevo solo pensare che era una semplice cena e nulla di più.

-"Sono lì. Vieni con me"- dissi indicando le due figure, per poi portare Matteo con me. Mi avvicinai con calma al tavolo in cui erano seduti e notai che ci fossero anche Adriano e Federica. Feci un sospiro di sollievo al solo pensiero che così ci sarebbe stata sicuramente meno tensione. D'altronde eravamo più o meno tutte coppie, non c'era alcun problema se c'erano anche loro due. Anzi, erano due ragazzi tanto simpatici ed avrei approfondito l'amicizia con loro molto volentieri. Ad ogni modo, mentre formulavo tutta quella sorta di pensieri, mi avvicinai a quel tavolo e salutai tutti, attirando la loro attenzione.

-"Buonasera"- dissi mentre osservavo distrattamente il tavolo, per poi soffermarmi su Niccolò. Lui, smise di guardare la sua ragazza e si voltó verso di me. Non appena lo fece, il suo sorriso scomparve e quasi non strabuzzó gli occhi. Mi guardó dritto negli occhi, incapace di dire qualsiasi cosa, per poi scendere con lo sguardo lungo le curve del mio corpo. Seguí tutti i lineamenti della mia gamba, scoperta dal vestito, e continuó così per una bella manciata di secondi. Le sue azioni, però, furono bruscamente interrotte dalla ragazza che lo affiancava, che lo colpì col gomito. Niccolò, sembrò riprendersi dal suo stato di trans e poi si alzò per venirci a salutare. Prima che lo facesse, però, porse una mano alla sua ragazza e la fece alzare. Nello stesso momento, anche Adriano e Federica si misero in piedi e ci circondarono.

-"Ragazzi questo è Matteo"- lo presentai agli altri sfilando il mio braccio da quello del corvino. Lui si presentò a tutti, mentre io salutavo sia Adriano che la sua ragazza. A quel punto riuscii a notare la scena di Niccolò, che stringeva la mano a Matteo.

-"Mi pare di conoscerti, sai?"- domandò Matteo sorridendo al moro.

-"Oh bhe mi pare ovvio"- rispose la cosiddetta Silvia alzando gli occhi al cielo. La osservai per bene e cercai di cogliere tutti gli atteggiamenti ed i particolari che le appartenevano. Aveva i capelli castani e gli occhi grigi come un cielo torbido. Niccolò salutó cordialmente il ragazzo per poi tornare a guardare me e sorridere. Mi stampó due baci innocenti sulle guance e poi si allontanò da me.

-"Questa è Silvia, la mia ragazza"- spiegò lui con un sorriso e portando una mano dietro la schiena della donna. Lei mi scrutó da capo a piedi e provó ad assumere la faccia meno disgustata che riuscisse a fare. Silvia era di bell'aspetto e sembrava non le mancasse nulla. Aveva un fisico da modella ed il vestito nero da sera la faceva sembrare elegante e slanciata.

-"Piacere, Aurora"- provai a presentarmi porgendole una mano e sorridendo. Lei inizialmente non ricambió il sorriso e strinse la mia mano con un po' di esitazione e riluttanza.

-"Il piacere è tutto mio, sono Silvia"- rispose subito dopo facendo apparire sul suo minuto viso il sorriso più falso che avessi mai visto. Già sapevo che non le sarei andata a genio e, francamente, la cosa per me non fu altrettanto diversa. Ad ogni modo, dovevo essere socievole e cercare di tollerare la donna di Niccolò. Lui era felice? Bhe io più di lui. Subito dopo Silvia si presentò a Matteo e fece un enorme sorriso mentre gli stringeva la mano. Guardai la scena quasi indignata. Non si era minimamente sforzata di sembrare simpatica ai miei occhi, mentre con Matteo sembrava essere la donna più affabile dell'esistenza umana. Provai ad ignorare tutta quella serie di atteggiamenti e mi sedetti al tavolo, accompagna da Matteo. Io sedevo accanto a quest'ultimo e Federica. Subito dopo c'era Adriano e di fronte a me avevo Niccolò, affiancato immancabilmente da Silvia. Ogni tanto sentivo lo sguardo del moro su di me, ma io cercai di non dargli troppo peso.

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