La Mia Àncora 3⚓

Capitolo 30

Dopo una manciata di minuti trascorsi a fermarci di fronte qualsiasi cosa che attirava la nostra attenzione e a trovare la strada che portasse a casa di mio zio, riuscimmo nel nostro intento. Eravamo giunti dietro la sua porta ed ero perfettamente a conoscenza di quanto fosse in ansia di vederci. Mio zio Ning non aveva mai conosciuto né Niccolò e né Daniele. Così, senza aspettare altro tempo, suonai il campanello ed in poco tempo la faccia paffuta di mio zio ci si paró davanti.

-"Siete arrivati finalmente!!"- esclamò con un accetto lievemente straniero. Aveva un sorriso enorme sul volto, di poco invecchiato col tempo. Ci osservava emozionato e quasi con gli occhi lucidi. Era sempre stato un genere di persona abbastanza emotiva e sensibile. Anche la più piccola e minima cosa era capace di farlo emozionare.

-"Si, zio! Mi sei mancato!"- affermai per poi lasciare la valigia e abbracciare fortemente l'uomo di fronte a me. Mi strinse a sé e con una mano mi accarezzò la schiena intenerito.

-"Anche tu. Sono tantissimi anni che non ti vedo. Vedo che hai mantenuto la tua promessa di venirmi a trovare"- lo sentii dire e ciò mi ricordò il momento in cui tantissimi anni prima avevo fatto a lui quella promessa. Subito dopo mi separai da lui e mostrai a lui il miglior sorriso.

-"Contento? E come ti avevo detto non sono venuta da sola"- dissi per poi voltarmi e indicare le due figure ferme sulla soia della porta.

-"Avanti entrate. Non avrete mica intenzione di rimanere lì a vita?"- scherzó mio zio facendo ridere tutti e tre. I due si trascinarono con loro le valigie ed entrarono in casa. Niccolò chiuse la porta dietro di sé e poi si avvicinò all'uomo adulto.

-"Niccolò, piacere"- salutó cordialmente il ragazzo porgendogli una mano tatuata. Ning lo guardó negli occhi attentamente e poi fece un enorme sorriso. Aveva sempre avuto il vizio di fissare qualsiasi persona che non conoscesse in quel modo. Egli sosteneva che l'anima di una persona si nascondesse proprio nei suoi occhi. Per sorridere così probabilmente aveva già intuito come fosse Niccolò.

-"Sono contento di conoscerti! Mia nipote non fa altro che parlarmi di te e posso dire che tutto quello che dice rispecchia perfettamente la realtà. Ad ogni modo io sono Ning, il piacere è tutto mio"- si presentò anch'egli stringendo fortemente la mano del ragazzo.

-"Ah si? E cosa racconta di me Aurora?"- domandò curioso e lanciandomi uno sguardo divertito. Scossi la testa arresa e sorrisi.

-"Bhe, mi ha sempre detto che sei un bravo e bel ragazzo. Che sei dolce e gentile e tante altre cose. Posso dire che da quello che ho visto di te, lei non ha per niente torto. Ma adesso è arrivato il momento di conoscere il piccoletto lì infondo"- cominciò a dire mio zio spostando lo sguardo al divano, dove aveva già preso posto Daniele senza curarsi del fatto che fosse in un posto sconosciuto.

-"Daniele vieni qui e fatti conoscere dallo zio!"- esclamai con una nota di arrabbiatura nel tono di voce. Lui si alzò dal divano e si diresse verso di noi.

-"Dai non essere così severa con il piccolo"- quasi mi rimproverò l'uomo mentre si abbassava per osservare per bene Daniele. Gli porse una mano e sorrise in modo cordiale e dolce,come gli era solito fare.

-"Ciao, io sono lo zio Ning. Ti va di dirmi come ti chiami?"- domandò lui tenendo la mano a mezz'aria. Daniele lo guardó con incertezza e si portò una mano tra la disordinata matassa di capelli scuri.

-"Sono Daniele"- si limitò a dire per poi porgere anche la sua manina e stringere quella più grande dello zio.

-"Sai che sei tutto tuo padre? Assomigli tanto alla tua mamma, ma sei la fotocopia del tuo papà"- disse lui facendo un sorriso.

-"Me lo dicono in tanti"- si pavoneggió lui facendo ridere tutti quanti.

-"Immagino che avendo questo meraviglioso faccino non può mancarti la ragazza, giusto?"- provò a prendere confidenza l'uomo. Daniele sembró essere molto loquace e disponibile. Si notava lontano un miglio che Ning gli stesse già simpatico, altrimenti non avrebbe sorriso imbarazzato.