Capitolo 18

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A quel punto decisi di separarmi subito da lui, diventando completamente rossa in volto e prendendo nuovamente il mio posto. In quel momento desiderai tanto non aver più la felpa addosso dato la vampata di calore improvvisa che mi aveva completamente investita.

-"B-bene era questo che volevo sapere. Che stessi bene insomma"- spiegai un po' nervosa cercando di non incontrare il suo sguardo. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo e non riuscivo a capirne il motivo. L'unica cosa che volevo fare in quel momento era gettarmi tra le sue braccia e stringerlo a me. Ma nessuna circostanza lo permetteva.

-"Cazzo Auró, m'hai fatto quasi morì"- commentó ancora tra una risata e l'altra. Sfoderai un sorriso sincero e portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-"Avanti! Dimmi che quello che ho detto è sbagliato, avanti provaci"- lo sfidai. Lui finalmente smise di ridere e fece un'altro tiro alla sigaretta.

-"Non posso contraddirti"- disse alzando le mani con fare innocente.

-"Bravo. Quella donna mi fa uscire fuori di testa"- raccontai con l'amaro in bocca al solo ricordo di come Silvia mi squadrava.

-"Alle volte fa impazzire anche me"- ammise sospirando esausto.

-"Posso farti anch'io una domanda?"- domandai sperando di non esser troppo impicciona.

-"Certo"- rispose spegnendo la sigaretta, ormai, consumata.

-"Se non sopporti Silvia per quale motivo continui a stare ancora con lei?"- chiesi curiosa e desiderando con tutta me stessa di ricevere una risposta a quella domanda, che mi frullava in testa da tempo.

-"Sai, non sono più sicuro di voler stare con lei"- confessò senza alcun problema e con indifferenza. Poggió la testa al muro ed osservó il cielo illuminato da quei puntini, ovvero le stelle.

-"Per quale motivo?"- domandai a bassa voce come se non volessi farmi sentire da nessuno. L'assordante silenzio non faceva altro che far sentire noi due ancora più soli ed intimi.

-"Guarda la gente dall'alto verso il basso e non fa altro che atteggiarsi in quel modo fastidioso. E poi.. credo di aver un'altra donna per la testa"- disse non degnandomi minimamente di uno sguardo. Abbassai la testa e chiusi gli occhi per provare a stare calma. Sapevo perfettamente di chi stava parlando e sapere che la persona da me amata ricambiava il sentimento non faceva altro che farmi stare peggio. Per il semplice motivo che quella persona non poteva ancora appartenermi. Niccolò apparteneva ancora a Silvia e a ciò nessuno avrebbe potuto discutere.

-"Non ha senso che tu continui a stare con lei se pensi ad un'altra"- sussurrai fissando le mie dita che giocherellavano con i lacci della felpa.

-"Hai ragione"- disse improvvisamente facendo sbarrare i miei occhi. Mi voltai immediatamente ed osservai il suo viso.

-"Che intendi?"- domandai incredula.

-"Ho intenzione di lasciarla"- rispose serio. Mi focalizzai sul suo viso, visto di profilo, e ne rimasi completamente scombussolata. Era rimasto sempre il solito ragazzo perfetto di un tempo e gli anni non lo avevano per niente cambiato.

-"Parli sul serio?"- chiesi ancora del tutto spiazzata da quella sua affermazione. Lui si voltó e fissò i miei occhi attento.

-"Assolutamente sì. Aurora io non ce la faccio più"- disse avvicinando il suo volto al mio ed osservando i miei lineamenti. Avvicinò le labbra alle mie e cominciai a sentire degli enormi brividi fare un guro turistico per la mia spina dorsale.

-"D-di fare cosa?"- balbettai nervosa a causa di quella vicinanza pericolosa.

-"Di non poterti baciare.. "- furono le sue ultime parole prima di affogare tutte le preoccupazioni e problemi nel dolce amore di un bacio. Le sue dita sfioravano i miei capelli mentre le mie mani incorniciavano il suo viso. Un'altra sua mano raggiunse un mio fianco e mi costrinse a mettermi a cavalcioni su di lui. Strinsi tra le mie gambe il suo bacino quando con le dita iniziò ad accarezzare la pelle nuda sotto la felpa. Le mie labbra andavano in perfetta collisione con le sue mentre le lingue sembrarono essersi preparate per una danza perfetta già da tanto tempo. Nulla tra di noi era cambiato. Stessa passione. Stessa attrazione. E stesso amore di un tempo. Con le mani scesi sul suo petto e mi separai immediatamente da lui non appena ebbi realizzato che eravamo su un balcone.

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