Capitolo 32

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Dopo due anni..

-"Daje a papà! Fatte cambià 'sto pannolino!"- esclamò esasperato Niccolò cercando di tenere ferma la piccola. Proprio così, io ero rimasta incinta per la seconda volta. Un'altra gravidanza era stata abbastanza faticosa da affrontare ma ne valeva la pena. Era nata una meravigliosa bambina che sembrava aver preso le somiglianze di mia madre. Aveva due occhi azzurri e della stessa grandezza a forma di quelli di Niccolò. I suoi capelli biondissimi iniziavano già a vedersi e la pelle era molto chiara. Anche lei, per fortuna, aveva ereditato le stesse identiche labbra di Niccolò. Sulla sua pelle candida sembravano quasi risplendere di quel rosso naturale. Di me sembrava non aver ereditato troppo. Ma d'altronde non mi importava. La cosa fondamentale per me era quella che Alessia stesse bene. Quello era il nome che avevamo scelto per la piccolina. Un nome abbastanza carino e semplice. Nel frattempo io continuavo a sorridere divertita e ad osservare la scena. Niccolò aveva insistito a cambiare il pannolino a sua figlia, dicendo che era anche un suo dovere. Alessia, però, continuava a piangere e a strillare non smettendo per un solo secondo. Aveva a malapena due mesi di vita ed era così tenero osservare la scena di Niccolò che la teneva tra le sue possenti braccia cercando di farla calmare.

-"Dai piccolina.."- sussurró lui lentamente e Alessia smise subito di piangere. Aprì pian piano gli occhioni  pieni di lacrime ed osservó suo padre. Poi emise una piccola risata, la quale fece sciogliere come un ghiacciolo al sole Niccolò. Avvicinò le sue labbra alla pelle dolce e delicata della piccola e le stampó un tenero bacio sulla fronte. Poco dopo la posò nuovamente sul letto e riuscì finalmente a far indossare il pannolino a sua figlia. Poi la vestì con una di quelle solite tutine rosa per non farle sentire freddo. Dopo aver finito osservó il suo lavoro compiuto soddisfatto e riprese Alessia nuovamente in braccio.

-"Sei un papà fantastico"- dissi improvvisamente mentre ero poggiata all'uscio della porta. Non si era minimamente accorto che li stessi fissando già dall'inizio, così quando sentì la mia voce sussultó. Successivamente si voltó verso di me e mi sorrise tenendo ancora con cura nostra figlia tra le braccia.

-"È stata un'impresa cambiarla"- spiegò lui ridendo ed alzando gli occhi al cielo.

-"Lo so bene. Avanti, ora venite a pranzare perché è pronto"- informai io con un sorriso e sparendo in cucina. Daniele era appena tornato da scuola con Vanessa, Alessio e Rebecca. La piccola aveva iniziato a frequentare la stessa scuola elementare di mio figlio, così alcune volte portava a casa anche Daniele.

-"Avanti su, prendete posto"- disse Vanessa distribuendo i piatti sul tavolo in modo che l'avessero tutti.

-"Ciao sorellina!!"- esclamò Rebecca togliendo lo zaino dalle spalle e correndo verso suo padre, che teneva in braccio la piccola. Ormai aveva compiuto quasi due anni e sembrava essere la fotocopia di Alessio. Aveva dei lunghi capelli rossi e due occhi grigi che potevano conquistare chiunque.

-"Come stai, Angelica?"- domandò lei ancora tenendo una mano della sorella. La piccola la guardó e cercò di dire qualcosa di incomprensibile. Alessio ridacchió e poi invitó le sue due figlie ad alzarsi dal divano ed andare in cucina. Intanto Daniele aveva preso posto a tavola ed osservava la sua piccola sorellina seduta al seggiolino. Giocherellava con lei e la faceva ridere di gusto. Daniele era molto affezionato ad Alessia e guai a chi osava toccargliela.

-"Posso dar da mangiare io ad Alessia?"- domandò ancora una volta Niccolò mettendosi dietro le mie spalle. Mi abbracció da dietro, mentre ero intenta ad impiattare. Mi voltai verso di lui e lo guardai confusa.

-"Cos'è successo oggi? Come mai tutta questa voglia di fare la mammina?"- lo stuzzicai un po' facendo un sorriso e suscitando in lui una risata.

-"Comunque sì. Tieni, dalle questa"- dissi porgendogli un piattino con un po' di pastina al suo interno. Lo prese tra le mani e assunse un'espressione di dolore sul volto.

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