Capitolo 23

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Rimasi a parlare con Matteo per diverso tempo. Come giusto che fosse, ed essendo nel mio turno di lavoro, non potetti far altro che ascoltare i suoi problemi. Essi riguardavano la sua vita privata e la sua famiglia. Continuai a tenere le orecchie ben tese per ascoltare i suoi racconti fin quando l'argomento non sfoció in altro.

-"E poi c'è anche un'altro problema.."- ammise sospirando ed abbassando la testa rassegnato. Corrucciai la fronte e lo guardai confusa.

-"Quale problema hai oltre tutti quelli che mi hai raccontato?"- domandai alzando un sopracciglio e mettendo le braccia a conserte. Lui alzò la testa lentamente e con lo sguardo seguì i delineamenti delle mie gambe, scoperte dalla gonna. Notai quel gesto e deglutii per poi fare finta di niente.

-"Mi sento solo"- confessó tornando a fissare il mio volto, dopo essersi soffermato sui miei vestiti per chissà quanto tempo. Provai a capire ciò che mi stesse cercando di dire.

-"In che senso?"- chiesi ancora una volta.

-"Non ho una ragazza e temo di non riuscire a trovarla mai"- commentó sospirando e poggiando il mento su un braccio, poggiato a sua volta sul ginocchio. A quel punto lo guardai con fare adirato e cominciai a farlo ragionare.

-"Ma dai! Alla fine tutti riusciamo a trovare la persona giusta. Perché mai non dovresti riuscire a trovarla tu? D'altronde non ti manca nulla"- spiegai facendolo leggermente sorridere. Subito dopo, però, quel sorriso sparì facendo ritornare la frustrazione.

-"Sai.. io in un certo periodo della mia vita credevo di averla trovata la persona giusta"- disse guardandomi dritto negli occhi e mettendomi in soggezione. Non sopportavo quando la gente mi fissava in quel modo. Mi sentivo fin troppo al centro dell'attenzione. Provai ad ingoiare il nodo alla gola formatosi e cercai di indagare sulle sue parole.

-"E cosa è andato storto?"- domandai curiosa.

-"Tutto. Semplicemente questa persona era innamorata di un'altra"- spiegò lasciandomi con l'amaro in bocca. Chiusi gli occhi per un attimo e sospirai avendo compreso tutto. Gli riaprii di nuovo ed arrivai dritta al punto. Era inutile continuare a nascondersi sempre o fare giri immensi di parole.

-"Matteo, so perfettamente di chi parli"- dissi schietta. Lui sembrò non esser per niente sorpreso e poi alzò le spalle.

-"Bene, ora sai che parlo di te"- ammise arreso. Quel ragazzo mi faceva tanta pena. Era una persona con tanto potenziale che avrebbe potuto donare il mondo a chi avrebbe saputo apprezzarlo.

-"Matteo io non voglio mentirti. Sono tornata con Niccolò"-

-"Sapevo anche questo. Le voci girano, no?"- fece un po' di ironia per poi ridere per il nervosismo.

-"Già. Alcune volte dimentico di aver a che fare col mondo dello spettacolo"- dissi sorridendo e facendolo ridere, però, onestamente. Subito dopo tornò serio e mi osservó con quelle perle nere al posto degli occhi.

-"Sono contento"-

-"Cosa?"- domandai perplessa.

-"Sono contento che tu sia tornata con lui. Capisco perfettamente che vi amate ed è per questo che dovete stare insieme"- disse con un sorriso sincero e non staccando mai le sue iridi scure da me. Mi alzai dalla mia sedia e lo raggiunsi.

-"Sicuro di stare bene?"- chiesi leggermente preoccupata. Anche lui si mise in piedi e continuó a tenere sul volto il suo dolce sorriso.

-"Benissimo. Ci vediamo, Aurora. Grazie per tutto"- mi salutó per poi aprire la porta e girarsi un'altra volta per guardarmi. Alzai una mano e lo salutai con un gesto. Mi fece l'occhiolino e poi sparì dietro la porta bianca. Sospirai e mi poggiai sulla scrivania per pensare.

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