Capitolo 25

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Uscii dal bagno completamente pronta per uscire e mi diressi in salotto dove mi aspettava Niccolò. Non appena si accorse di me i suoi occhi si illuminarono e fece un sorriso compiaciuto. Fissava ogni singolo centimetro del mio corpo fasciato perfettamente dal tessuto leggero bordeaux. Esso giungeva attillato fino a metà coscia e sul retro lasciava una scollatura che faceva intravedere la schiena candida e nuda. Avevo raccolto i capelli, come mia madre, in una elegante crocchia affiancata da due ciocche di capelli scuri che mi incorniciavano il piccolo viso. Sorrisi alla visione di mia madre e Niccolò che mi fissavano con stupore. Un paio di décolleté nere verniciate mi rendevano più alta e slanciata fino ad arrivare all'altezza di Niccolò. Mi avvicinai a lui e portai una mano sotto il suo mento per potergli permettere di chiudere la bocca.

-"Cos'è sta faccia?"- domandai divertita per poi scendere con le mani sulla sua camicia. Gli sistemai con attenzione il colletto della camicia e poi osservai ammaliata ogni suo minimo particolare, ovviamente perfetto.

-"Sei stupenda.."- sussurrò vicino alle mie labbra cingendo i miei fianchi con le sue braccia possenti. Con quel gesto portò il mio corpo ad avvicinarsi al suo e mi guardó dritto negli occhi.

-"Nah, nulla di speciale"- risposi per poi raggiungere la sua guancia con una mano e baciarlo con delicatezza. Tutta quella scena si svolse sotto lo sguardo addolcito di mia madre, mentre dall'altra parte della stanza giungeva Daniele.

-"Mamma! Papà! Basta con queste smancerie, dobbiamo andare"- si intromise nostro figlio interrompendo bruscamente il momento romantico. Mi separai da Niccolò e sorrisi divertita.

-"Che piccola peste"- commentai roteando gli occhi al cielo e continuando a ridere. Niccolò sorrise intenerito e subito dopo tutti insieme lasciammo l'appartamento.
Quella sera Niccolò decise di guidare in modo da portarci al luogo in cui avevamo appuntamento. Io sedevo al suo fianco mentre Daniele e mia madre sedevano ai posti posteriori. Fissavo il mondo esterno dal finestrino aperto a metà e mi concentravo su alcuni dei miei pensieri. Non riuscivo a trattenere la gioia che mi stava pervadendo il cuore in quei giorni. Per me tornare con Niccolò era come esser giunti ad un traguardo, che fino a quel momento mi era parso troppo lontano e quasi irraggiungibile. Ad un certo punto girai la testa e posai il mio sguardo sui lineamenti del suo volto. Esso era leggermente oscurato dalla luce della notte ed erano liberi da ogni tipo di oggetto che potesse ostacolare i miei occhi per osservarlo, come un paio di occhiali da sole. I suoi occhi brillavano più del dovuto e dalla sua espressione trapelava serenità e nello stesso momento un po' di inquietudine. Aggrottai le sopracciglia e cercai di capire cosa stesse accedendo.

-"Amore ti è per caso successo qualcosa?"- domandai confusa e preoccupata nello stesso momento. Lui si fermó di fronte un semaforo ed ebbe l'occasione di voltarsi e guardarmi.

-"No, perché?"- chiese facendo spallucce e provando a non far trasparire nulla dal suo tono di voce.

-"Ti vedo un po' agitato"- spiegai spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lui scosse la testa e mi sorrise per fare in modo di farmi tranquillizzare.

-"Non è niente, piccola"- rispose per poi poggiare una mano sulla mia coscia sinistra. Abbassai lo sguardo e notai il contrasto del nero dell'inchiostro dei suoi tatuaggi con la pelle chiarissima e candida della mia pelle. Sorrisi a mia volta e poggiai la mia mano sulla sua per fargli capire che ogni mio dubbio era dissolto. In realtà, però, non riuscivo del tutto a convincermi. Tuttavia non volevo che le mie fissazioni e riflessioni rovinassero la serata così continuai a far finta di niente.

-"Ci sarà anche Rebecca questa sera?"- domandò improvvisamente Daniele riportandomi con la mente alla realtà.

-"Certo. Come mai questa domanda?"- lo sfidò Niccolò con un sorriso. Attraverso lo specchietto notai Daniele arrossire leggermente e poi mettere il broncio.

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