Capitolo 15

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Continuai a tenerlo stretto tra le braccia mentre le nostre labbra non avevano alcuna intenzione di separarsi. Esse si muovevano prepotentemente tra di loro con una in cerca dell'altra. Continuó a stringere i fianchi portando il mio corpo ad essere completamente unito al suo. Accarezzai i suoi capelli e mi godetti quel momento come mi era meglio fare. Erano troppi anni che non provavo quella sensazione. Quella sensazione di completezza e di felicità. Le sue labbra non erano cambiate di una virgola, sempre morbide come cuscini. Ma soprattutto non si era alterata per niente la nostra attrazione. Ci sembrava esser tornati dei ragazzini in preda alla nostra prima storia d'amore. Mi sentii tornare indietro,dove quelle labbra venivano assaggiate ogni santo giorno. Ed invece, eccomi lì. A riprovarle dopo lunghi sei anni. A quel punto aprii gli occhi e mi separai lentamente da lui. Lo fissavo col fiato corto e provavo a riprendere aria. I suoi occhi riuscirono a scavarmi l'anima mentre ogni minima parte di me richiamava il suo corpo. Ci fu un piccolo attimo di silenzio dove gli unici rumori che si sentivano erano quelli dei nostri respiri. Poi abbassai lo sguardo e provai a non fissare più quei occhi che stavano fin troppo leggendo quello che provavo.

-"Non serviva un bacio per accorgermi che ti amo ancora, ma nonostante tutto mi sento come se avessi appena spiccato il volo"- sussurrai prendendo coraggio e guardando le mie scarpe. Lui stette zitto per un po' di tempo e poi con un dito mi alzò il volto.

-"A me invece è servito. Semplicemente per avere conferma che quello che sto provando è vero"- spiegò a bassa voce guardando con le sue iridi scure le mie.

-"E cosa hai capito?"- chiesi incredula.

-"Che non ho davvero smesso di amarti, Aurora"- disse sincero osservando i lineamenti del mio volto. Restai spiazzata per dei pochi istanti fin quando non realizzai. Aggrottai le sopracciglia e lo guardai adirata.

-"Mi prendi in giro? Mi hai lasciato tantissimo tempo fa, non hai mai voluto tornare con me, hai trovato un'altra donna ed ora tu vieni a dirmi, chissà dopo quanti anni, che mi ami? Niccolò ma sei fuori?"- sputai fuori allontanandomi da lui. Probabilmente baciarlo era stata la cosa più sbagliata che potessi fare. Mi sentivo sporca semplicemente perché Niccolò era un ragazzo occupato ed io non volevo sembrare quella che avrebbe stroncato bruscamente la sua relazione.

-"Aurora ma cosa vai blaterando?"- chiese gesticolando.

-"Cosa blatero? Sono giorni che mi ronzi attorno facendomi capire che i tuoi sentimenti non sono cambiati. Ma non puoi farlo ora. Non ti rendi conto che se viene a saperlo Silvia tu sei nei guai?"- dissi nervosa e puntandogli un dito contro. Lui portò una mano tra i capelli e non disse niente. Pensava e rimarginava. Probabilmente stava riflettendo sulla sciocchezza appena compiuta. Io, d'altro canto, mi sentivo presa in giro ed usata.

-"Niccolò non voglio che io sia uno dei tuoi capricci. Non sono un giocattolo"- terminai di dire per poi dargli le spalle ed aprire la porta. Immediatamente mi ritrovai gli occhi verdi di Vanessa che mi guardavano. Mi feci intendere con un solo sguardo e poi tutti insieme abbandonammo lo stadio. Vanessa e la sua famiglia andarono via, mentre Francesca e Stefano fecero lo stesso.

-"Vuoi che vi accompagni?"- mi domandò improvvisamente Niccolò.

-"No grazie, sono arrivata in auto. Non posso lasciarla qui"- dissi in tono freddo mettendo le braccia a conserte. Lui annuì e poi si abbassò per salutare suo figlio.

-"Ciao piccolo, fai il bravo miraccomando"- disse il moro scompigliando un po' i capelli del piccolo e sorridendo.

-"Si, papà"- confermò Daniele mentre stringeva Niccolò in un abbraccio. Lui ricambió con affetto e poi si separò per andare via. Daniele, subito dopo, mi seguì ed insieme entrammo in auto.

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