Capitolo 13

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Mi avvicinai agli altri, una volta assermi ricomposta ed aver ritrovato la calma, e mi accorsi che li ci fossero anche Giorgio e Federica. Li salutai entrambi con entusiasmo e fui contenta che all'appello non mancasse nessuno. Daniele salutó gentilmente tutti quanti e poi si soffermó su Silvia.

-"E questa strega chi l'ha invitata?"- domandò Daniele senza pensarci due volte e dando voce ai suoi pensieri. Mi avvicinai immediatamente a Daniele e lo esortai a stare zitto,mentre Vanessa e Riccardo provarono a non ridere.

-"Oh, bambini! Ormai mi ha affibbiato questo nomignolo ma sono convinta che sia solo un semplice nome datomi a caso. Non è così?"- provò a spiegare Silvia ridendo nervosa e rivolgendosi nuovamente al piccolo. Lui alzò un sopracciglio e mise le mani nelle tasche dei suoi piccoli jeans.

-"No, tu sei proprio strega"- sputó acido il piccolo per poi voltarsi dall'altro lato e guardare il palco ancora vuoto. Silvia assunse un'espressione confusa e poi continuó a ridere.

-"È così tenero"- si complimentó guardandolo da dietro e sorridendo. Da quello che avevo capito non odiava Daniele, anzi. Lo guardava con occhi diversi e sembrava che quel bambino le facesse del bene. Purtroppo per lei, però, lui non ricambiava lo stesso sentimento.

-"Mi dispiace che tra di voi ci sia questo tipo di rapporto. Daniele è un bambino abbastanza complicato e difficile da saper prendere"- spiegai avvicinandomi a lei e parlandole all'orecchio. Nonostante tutto, mi dispiaceva e volevo cercare di migliorare la situazione.

-"Capisco"- disse soltanto per poi sospirare.

Ad un certo punto, però, la nostra attenzione fu attirata dalle luci che si spensero. Diverse urla iniziarono a riempire l'intero stadio e le fan emozionate sapevano già che a breve avrebbero potuto vedere il loro fantastico idolo. Io, invece, avevo l'ansia che mi tartassava dal volerlo vedere. Chiusi gli occhi non appena sentii una delle sue canzoni. Era da tempo che non ne ascoltavo una, ed ogni volta era un'emozione unica. La ben nota differenza, però, era che sentire Niccolò attraverso delle cuffie era completamente diverso da ascoltarlo dal vivo. La sua voce sembrava essere ancora più bella ed i suoi movimenti erano meravigliosi. Infatti, capii che le mie aspettative non furono per niente deluse non appena lo vidi apparire sul palco. La sua presenza provocó ancora più caos e clamore sia tra i fan che tra tutti noi.

-"Zio Riccardo non vedo bene"- sentii il piccolo lamentarsi a causa della sua minuta statura. Riccardo sorrise a Daniele e senza pensarci due volte se lo mise sulle spalle. Diceva sempre che era un bambino leggero nonostante la sua età. Il piccolo, infatti, fu super contento di poter guardare suo padre perfettamente e cominciò a cantare ogni canzone. Lui le sapeva tutte al memoria targandole tutte come canzoni perfette. Subito dopo Rebecca fece la stessa richiesta a suo padre ed Alessio la accontentó. Io intanto osservavo con attenzione le gesta ed il corpo di Niccolò. Quella sera era magnifico. Indossava la stessa maglia di suo figlio, suggeritogli da lui stesso prima del concerto, ed un jeans chiaro. Dal collo pendeva la solita e fine catenina con la chiave. Ed infine un paio di occhiali da sole gli coprivano immancabilmente gli occhi. Niccolò, durante il concerto sembrò accorgersi di noi e non appena lo fece mandò un bacio volante rivolto a suo figlio. Mi voltai e vidi Daniele al settimo cielo. Leggevo in quegli occhi, uguali a quelli del papà, tanta emozione e contentezza. Il colore castano brillava maledettamente mentre lui continuava a cantare a squarciagola tutte le canzoni come se gli appartenessero. Girai nuovamente il capo e continuai a fissare Niccolò. Lui non distava molto da noi, dato che eravamo tutti muniti di pass, e guardarlo da lì rendeva tutto più magico. Nel corso degli anni non aveva mai perso quella grinta e quella adrenalina che faceva salire a chiunque lo ascoltasse e guardasse. Nel corso degli anni non aveva fatto mai smettere alla gente che lo ascoltava di credere ai sogni e di poterli realizzare. Nel corso degli anni non aveva mai smesso di farmi emozionare. Tenni la bocca socchiusa e gli occhi fissi ed impalati sulla sua figura. Essi viaggiavano dalle labbra rosse e carnose, che si muovevano continuamente, facendo fuoriuscire una melodia favolosa, fino ai suoi tatuaggi ed il suo corpo fasciato perfettamente dai vestiti. Non poteva esser più bello di così mentre con la sua voce ammaliava l'intero stadio. Alcune volte chiudevo gli occhi per concentrarmi sulla sua voce. Altre, invece, semplicemente lo facevo perché alcune canzoni mi riportavano indietro nel tempo. Improvvisamente partì "l'eleganza delle stelle" e a quella canzone il mio cuore aumentò di un battito. Mi ricordai il momento in cui lui me l'aveva cantata per la prima volta a casa sua. Quella fu la prima volta in cui ascoltai la sua voce dal vivo. Abbassai le palpebre e rimembrai il ricordo delle sue dita scivolare tranquille su i tasti del pianoforte, mentre i suoi occhi mi osservavano come se non volessero più staccarsi. Intanto io gli riaprii e mi ritrovai nuovamente Niccolò di fronte il pianoforte con l'unica differenza, però, che lui non fosse lì per cantare solo per me. Sospirai e provai a non far scivolare una lacrima dal mio occhio. Dovevo reprimere la tristezza e provare a pensare ad altro. Dovevo solo godermi il momento e pensare a mio figlio felice.

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