Capitolo 1

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Mike's pov

«Sì Joyce, tutto okay.» Jane rispondeva a monosillabi alla madre di Will, e pensare che in quel momento Will potesse essere lì ad origliare mi faceva sentire male.

«Sto con tutto il gruppo... sì, sì, stanno tutti più che bene.» Jane mi lanciò un'occhiata e poi riprese a parlare al telefono. «Sì, Joyce. Ci sentiamo domani eh?» sentii una risposta al di là della cornetta e poi Jane attaccò.

«No, non c'era.» i suoi occhi esprimevano una tristezza immane ed io mi sentivo mortalmente male. «Jane io ti amo.» la feci sedere a cavalcioni su di me e la baciai con passione.

La amavo: il sapore delle sue labbra sulle mie, il suo corpo esile e magro, la sua voce acuta e armonica... la amavo con tutto me stesso, ma una parte del mio cuore era per un'altra persona.

«Almeno in questo momento, non pensare a lui.» Jane me lo disse scoppiando in lacrime e io gliele asciugai baciandole gli occhi.

«Undi io ti amo.» la strinsi a me e cercai di trasmetterle tutto l'amore che provavo per lei con quell'abbraccio.

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Credevo che fosse giusto quello che stavo facendo: per la mia felicità dovevo fare di tutto, questo è quello che mi avevamo insegnato da sempre... ma non capivo che per rendere felice me stavo distruggendo le due persone che più amavo.

Non pensavo a quello che sarebbe accaduto quando in estate Will sarebbe tornato insieme ad Undi... e se ne avessero parlato? Non pensavo, volevo solo quella felicità momentanea.

Ero solo un adolescente e non avevo ancora la voglia e le capacità per pensare in grandi tempi, per pensare al futuro.

Volevo solo vivere al giorno... e stavo sbagliando tutto.

La mia stanza d'un tratto s'era fatta stretta e soffocante. Mi sembrava di stare in gabbia, mi sembrava che mi avessero immobilizzato le gambe e le braccia.

Il fiato si fece corto fino a diventare quasi inesistente.

Facendo il più piano possibile, per non svegliare Undici, mi alzai dal letto e mi infilai la prima maglietta che trovai nella stanza.

Non appena mi fui preparato uscii dalla stanza silenziosamente e poi uscii di casa.

In tasca tenevo sempre la lettera che Will mi aveva scritto... mi faceva male il cuore ripensando a quello che avevo fatto con Undici in quei giorni...

Avevo tradito la mia metà senza pensare minimamente ai suoi sentimenti.

Non riuscivo a respirare, mi sentivo svenire.

Presi a correre per le strade deserte e mi sentii subito meglio.

L'aria fresca della notte tra i capelli, i muscoli impegnati in un movimento veloce e rilassante, la mente libera da qualsiasi pensiero.

Mi bloccai di colpo e delle lacrime calde e salate mi bagnarono le guance... cosa mi stava succedendo?

Cominciai a gridare, senza riuscire a smettere di tremare... ma non per il freddo, avevo paura. La paura di perdere Will per colpa della mia stupidità mi faceva sentire male ed era un tarlo fisso nella mia testa.

Avevo veramente paura e non sapevo cosa fare.

Presi la sua lettera dalla tasca dei miei jeans e me la misi sul viso, annusandone il profumo e immaginandomi Will triste e solo mentre la scriveva per me.

Facevo schifo... io non meritavo nessuno dei due: Will era troppo perfetto, Undici era troppo buona.

Io non li meritavo.

Ma li avevo e non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.

Non mentire||bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora