Capitolo 16

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Will's pov

Mi aveva lasciato solo nella piccola catapecchia.

Sorrisi al pensiero che avevamo ancora due mesi e mezzo per poter stare insieme.

Mi buttai sulla poltrona e rimasi a fissare il soffitto sorridendo.

Non ero così felice da tempo immemore ormai. Solo con lui riuscivo ad essere veramente e completamente felice.

Lui mi rendeva completo, gioioso.

Lui era la parte migliore di me, senza di lui sapevo solo rovinare le cose.

Anche lui.

Anche me.

Mi ricordai solo in quel momento che se avessi corso avrei fatto in tempo per salutare mia madre prima della sua partenza per tornare a casa in anticipo.

Mi alzai dalla sedia e corsi il più velocemente possibile verso quella che un tempo era stata casa Wheeler e che non lo sarebbe stata più.

Quando arrivai, mamma stava per salire in auto. Quando mi vide fece finta di nulla, ma io le afferrai un braccio costringendola a fermarsi e girarsi verso di me.

«Scusa mamma. Sono stata una merda con te in questo periodo. Puoi perdonarmi?» andai dritto al punto, non servivano giro di parole per farmi perdonare.

Era solo una sua scelta, le mie parole non avrebbero cambiato nulla se avesse voluto rispondere di no.

«Ma certo Will... ho solo bisogno di un po' di tempo in più. Questo periodo servirà per tornare alla normalità. Ciao amore, ti voglio bene. Chiamami ogni tanto.» mi diede un bacio sulla fronte e io mi sentii bene vicino a lei, senza troppa tensione.

«Ciao.» salì in macchina e vidi tutti andarsene via, sarei rimasto per due mesi senza la mia famiglia... credetti che non sarebbe stato molto facile.

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«Dopo tutto quello che ti ha fatto hai perdonato Mike? Cazzo, ma sei pazzo Will?» Lucas mi stava urlando contro da dieci minuti buoni ormai, non sapevo più cosa fare per farlo calmare.

«Lui ha rovinato la vita di tutti noi! Ha distrutto la nostra vita singolarmente e ha distrutto anche il gruppo! Mi ha fatto soffrire tantissimo, mi ha rubato la ragazza cazzo!» a quella frase chiusi gli occhi e presi coraggio per controbattere per la prima volta in quella discussione a cui aveva partecipato solo Lucas.

«Ma Max ti ama ancora e tu ami ancora lei, e se voleste potreste tornare insieme da un momento all'altro.» sospirai e Lucas mi fulminò con lo sguardo, buttandosi sul divano del salone deserto.

La sua famiglia era partita per una settimana, per andare a fare visita alla nonna rimasta vedova da pochi giorni.

«Ma noi stiamo insieme, questo però non cambia quello che è successo.»  Lucas scosse la testa e poi mi guardò.

«Se l'ha fatto una volta non penserà due volte prima di farlo ancora... io gli voglio bene, lo conosco da tuta la vita, siamo sempre stati amici, abbiamo litigato tante volte... e una cosa su di lui mi permetto di dirla: Mike non impara dai propri errori e anzi, lui non riesce a riconoscere mai di aver sbagliato. Sono sempre gli altri in torto, con lui.» dopo di che accese la piccola televisione e prese a guardare un telefilm di cui non conoscevo il nome.

Mike non impara dai propri errori.

Non penserà due volte prima di farlo ancora.

Scossi la testa e decisi di non pensare a quelle parole. Mike era pieno di difetti: era orgoglioso, vanitoso, stronzo, idiota... ma io lo amavo proprio per i suoi difetti.

Senza i suoi difetti, che lo rendevano straordinariamente unico, io non lo avrei amato e non lo avrei neanche apprezzato come amico.

Lui aveva sbagliato e io avevo esagerato.

Eravamo pari. Ci eravamo feriti a vicenda.

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«Cazzo Mike ci hai rovinato.» Lucas lo urlò, Max annuì decisa. Undici rimaneva in silenzio, come se stesse cercando le parole per esprimere ciò che provava.

«Lo so... e più che chiedervi umilmente scusa non so che altro fare.» Max scosse la testa, Lucas si mise le mani fra i capelli.

Dustin stava guardando la tv, non che non volesse stare con noi, ma poverino... lui non c'entrava nulla in tutto quel casino.

Finalmente Undici aprì bocca. Nessuno osò interromperla.

«Mike... tu sei stato il primo a vedermi, ad aiutarmi, a volermi bene... il primo che mi ha accettata per quella che mio padre mi aveva costretta ad essere... mi hai accolto nella tua casa e giorno dopo giorno, ti sei affezionato a me come io ho fatto con te. La prima cosa che mi hai insegnato è stato "gli amici non mentono", ma tu non hai mai rispettato il tuo grande insegnamento... tu mi hai resa felice, però. Quando stavo con te, prima di tutto questo gran casino, mi sentivo talmente bene che credevo che il mondo non esistesse più... tu sei la persona che mi ha resola ragazza forte che sono ora. Senza di te sarei ancora la ragazza spaventata che hai trovato sotto la pioggia... mi hai costruita e temprata per poi distruggermi e uccidermi.» Undici non stava piangendo, stava sorridendo in modo amaro.

Dentro i suoi occhi si poteva vedere la delusione, non il dolore o la rabbia.

«Lo so. Ho distrutto tutto ciò di bello che avevo...» Mike si stava sforzando con tutto se stesso di non piangere, si vedeva dal suo continuo movimento, dalle sue palpebre che si aprivano e chiudevano in modo veloce.

«Sì Mike. Lo hai fatto, senza pensarci due volte.» Lucas scosse la testa e poi si avvicinò lentamente al mio fidanzato.

Rimasi in silenzio, rimanendo comunque all'erta.

Quando Lucas tirò un pugno sul naso di Mike mi colse talmente alla sprovvista che mi ci vollero diversi secondi per farmi capire bene cosa fosse appena successo.

Max e Undici si misero le mani sulla bocca, allontanandosi leggermente dalla scena. Anche Dustin saltò in piedi dal divano per lo spavento.

«Lucas!» mi avvicinai a lui, ma Mike, con il naso colante di sangue, fermò il mio movimento verso il suo aggressore. «Continua. Sfoga la tua rabbia, ma poi perdonami.» Lucas annuì, mi allontanai scioccato dalla scena a cui stavo assistendo.

Il mio amico tirò un altro pugno a Mike e io mi costrinsi a non agire in suo soccorso... non mi piaceva per niente in quello stato.

Finalmente Lucas smise di colpirlo e lo abbracciò forte. Tirai un sospiro di sollievo.

«Mi dispiace amico. Scusa, se ti ho ridotto male.» Mike annuì e strinse l'amico, finalmente ritrovato, tra le braccia.

I suoi occhi adesso erano felici.

Guardai gli altri componenti del gruppo e notai che stavano ancora a distanza da quei due ragazzi che si erano appena ritrovati.

«Mike, vieni. Ti aiuto con le... ferite.» cercai di non spostare lo sguardo verso Lucas pronunciando quella frase.

Mike si staccò dall'abbraccio facendo una smorfia di dolore. Era ridotto davvero male. Il sangue era ovunque sul suo viso, sui suoi vestiti...

Lo presi per mano e sentii Max cominciare a fare una ramanzina al fidanzato. Undici si teneva le braccia incrociate sul petto, lo sguardo basso.

Ero triste per lei, ma il mio odio non sarebbe mai potuto scemare nei suoi confronti.

Angolo autrice

Ciao! So che sta accedendo tutto troppo in fretta lol, ma non so più come andare avanti nella storia... sarà tutto alquanto trash da questo capitolo in poi, però proverò a fare il meglio che posso💕

~iso

Non mentire||bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora