Capitolo 12

1K 65 47
                                    

Mike's pov

I ragazzi del gruppo non erano venuti a trovarmi. Dopo tutto quello che avevo fatto non me lo aspettavo nemmeno, ma ci rimasi comunque male.

Sarei andato a comprare gli occhiali con mio padre e poi sarei andato nella sua nuova casa, dove sarei rimasto per due giorni. Poi sarei tornato a casa di mamma e ci sarei rimasto tre giorni, poi di nuovo da papà e così via.

Ero così sicuro che la mia famiglia fosse unità e felice che mi sembrava tutto un sogno. Come potevano essere finiti in quel modo? Divorziati, separati, lontani, in lite?

Scossi la testa e guardai fuori dal finestrino della macchina di papà.

********************************************

«Allora? Quale vuoi?» davanti a me c'erano tantissime diverse montature, non sapevo dove guardare... quale provare.

Ne vidi una tonda, fine e con il bordo intorno alle lente d'oro. La presi in meno e non potei fare a meno che sorridere quando mi guardai allo specchio.

Mi stava bene, ma non come avrei voluto io.

Ne presi una identica, solamente con il contorno nero. Quando li misi e mi guardai allo specchio mi girai subito verso mio padre.

«Che ne pensi?» lui mi guardò con un espressione strana e io capii subito.

Quella non era una montatura da vero uomo, sapevo quello che stava pensando di me in quel momento.

«Va bene certo, prendo qualcosa di più adatto ai maschi.» lo dissi tristemente, ma quando feci per metterla apposto mio padre mi bloccò.

«No, è nel tuo stile. Prendiamo questa.» mi sorrise forzatamente e io fui contento del suo enorme sforzo. Me lo aveva detto che ci avrebbe messo un po' ad amarmi per quello che ero. Lo sapevo che non sarebbe stato facile per nessuno dei due.

«Posso anche...» feci un nuovo tentativo per renderlo felice, ma lui scosse la testa.

«No... devi essere te stesso sempre, al cento percento.» sorrisi a mio padre, che ricambiò sinceramente.

Mi sentii bene per la prima volta dopo settimane.

«Costano molto io posso...» insistei per vedere se mio padre avrebbe ceduto, con mia sorpresa non lo fece. «No, prendiamo questa. Per te spenderei anche più soldi.» mi sorrise nuovamente, ma negli occhi si vedeva che stava combattendo una grande guerra interiore.

Si diresse, con la montatura in mano, verso al bancone e sorrise al commesso che stava davanti alla cassa. «Quando possiamo venire a ritirarli?»

«Se avete tempo potete aspettare un'oretta e ritirarli subito.» papà mi guardò interrogativo e io alzai le spalle. «Come preferisci.» ancora non avevo il coraggio di chiamarlo papà, perciò non lo feci neanche in quell'occasione.

«Aspettiamo qui fuori.» mio padre si rivolse sorridendo al commesso e mi fece cenno di seguirlo fuori dal negozio.

L'aria era pungente, ma non fredda. C'era un vento molto forte, ma non era gelido.

«Mi dispiace Michy...» lo disse senza guardarmi, si accese una sigaretta. «Tranquillo papà... andrà bene, credo in noi.» lo dissi senza guardarlo e cominciai a giocare con le mie mani.

«Pensi che...?»

«Se vuoi puoi venire a vivere da me.» prima che io potessi finire di formulare la mia domanda lui mi spiazzò con quest'affermazione.

«Dovrei?» «Tua madre si trasferisce ad Houston.» a quella frase il mio cuore si bloccò. Di nuovo.

Aveva l'opportunità di seguire il mio amore, di averlo accanto per sempre.

Scossi la testa e mi ripresi da quei pensieri. «Sì, rimango con te.» mi ci volle una grande forza di volontà per pronunciare quella frase con tono fermo.

«Perfetto. Le tue sorelle...» lo interruppi con un gesto della mano. «Vanno con lei.» probabilmente mi sarebbero mancate molto, ma le avevo fatte soffrire entrambe. Meritavano di meglio e la lontananza forse avrebbe ricucire le ferite che gli avevo procurato.

Sarebbe stato difficile non vederle per tanto tempo, ma sarebbe stato un bene per tutti.

Stavo male, ma non potevo darlo a vedere. Mio padre stava facendo di tutto per rendermi felice, procurando la propria infelicità. Gli volevo bene. Non era colpa sua. Dovevo dimenticare Will e andare avanti con la mia vita...

«Signore, gli occhiali sono pronti.» mentre mio padre entrava nel negozio per pagare il tutto, io mi guardai intorno perso.

Quegli occhiali avrebbero chiuso il capitolo della mia vita con Will come amico e fidanzato.

Avevo quasi paura di indossarli. Non potevo cambiare pagina così velocemente...

«Ecco a te.» papà mi porse quella montatura leggera e fine. Me la rigirai tra le mani più e più volte. Rimasi così per diversi secondi, poi annuii, come a convincermi della mia scelta, e li infilai.

La mia testa subito volò al volto di Will, sui suoi occhi, al suo sorriso. Scossi la testa e tutto diventò buio per un secondo.

«Sei proprio tu.» sorrisi a mio padre che mi scompigliò in capelli in testa. Sorrisi di nuovo e spinto da non so quale forza lo abbracciai forte, lui ricambio la stretta senza un secondo di esitazione.

Tutto era finito. Ero morto ed ero rinato.

Non mentire||bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora