Capitolo 6

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Will's pov

Undici era tornata.

La odiavo con tutto me stesso, fino all'anno prima non andavamo d'accordo, ma in quel periodo non riuscivo neanche a guardarla.

«Will fanculo! Ieri Joyce ha pianto tutta la notte e tu neanche te ne sei accorto!» Undici mi urlò contro con la sua voce infantile e io le scoppiai a ridere in faccia.

«Ma fanculo a te! Decido io quando è il caso di consolare mia madre e quando no! E poi potevi consolarla tu, no?» Undici lasciò scivolare una lacrima sul suo viso scavato e pallido.

«Non ci credo che tu l'abbia detto.»

«Lei ha fatto di tutto per te. Quando sei caduta, dopo la morte di tuo padre e la perdita dei tuoi maledetti poteri del cazzo, lei ti ha portato in casa nostra senza pensarci due volte. Ti ha consolato, ti ha capita, ti è stata accanto! Una volta che lei aveva bisogno di te tu le hai voltato le spalle pensando a te stessa! Fanculo Undici, non sei meglio di me o John.» lo urlai con tutta la voce che avevo in corpo, la odiavo.

Mi sentivo uno schifo a pensare una cosa del genere, ma mi ritrovai a sperare che morisse.

Mi avevo portato via Mike per tutta la vita e poi lo aveva fatto essere triste quel poco tempo in cui eravamo stati felici insieme.

La detestavo, era come se fosse nata per portarmi via la felicità.

Mia madre, da quando lei era arrivata, era cambiata. Pensava molto più a lei che al suo vero figlio.

Lei mi stava portando via la mia vita, stava prendendo il sopravvento e io non sapevo come impedirlo.

«E a te? A te lei non ha dato tutto? Lei non ti ha dato la vita?» scossi la testa e invece delle lacrime che mi aspettavo sarebbero venute, scoppiai a ridere.

«Ma io la maledico tutti i giorni per averlo fatto! Io di certo non volevo nascere, è solo colpa di questa maledetta vita se sto così male. Avrei preferito non esistere affatto, che vivere in questo modo. E io non le devo niente, perché lei fa semplicemente quello che deve fare una madre con i propri figli. Io non glielo chiedo.» Undici mi guardò sconvolta e io scossi la testa davanti alla sua reazione.

«Will tu ti credi troppo importante. Credi che tutto ti sia dovuto... ma non è così. E sai una cosa?» davanti al suo tono pieno di un misto tra odio e felicità diventai un po' preoccupato. Scossi la testa tremante dalla paura.

«Io e Mike in queste due settimane siamo stati insieme tutto il tempo. Abbiamo passato le giornate insieme, abbiamo "dormito" insieme.» me lo sputò in faccia e poi si chiuse in camera sua con rabbia.

Ogni fibra del mio corpo tremò.

Ogni lacrima che mi rimaneva puntualmente si volatilizzò per lasciarmi senza alcun modo di sfogarmi.

Le mie paure in quell'anno e mezzo non erano state infondate.

Mike mi aveva tradito.

Mi aveva voltato le spalle, mi aveva lasciato in secondo piano.

Rimasi immobile davanti alla camera di Undici: lei era fiera di quello che aveva fatto.

Era più colpevole lei di Mike. Lui mi aveva tradito, ma lei lo aveva accompagnato nella sua avventura.

Non seppi se odiare di più lei o Mike, in realtà.

Non mi venne neanche da piangere, a dire la verità.

Sentii semplicemente il cuore distruggersi e il respiro bloccarsi, un vuoto immenso propagarsi dentro il mio petto.

Poi nulla.

Non mentire||bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora