Capitolo 18

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~Ciao Will... ebbene sì, non potrò chiamarti al telefono per molto tempo ancora. Mio padre sta tornando, a mano a mano, a credere che io sia sbagliato e che possa in qualche modo cambiare quello che sono. Ho seriamente paura di quello che potrebbe costringermi a fare, ma rimango speranzoso come al solito. In realtà, l'unica cosa che mi fa andare avanti, è l'idea che possa riabbracciarti presto. Sai, vorrei non doverti dire queste parole, ma sono la verità... quando mio padre cerca di convincermi che sei tu il problema e che se non fosse per te io sarei normale, io fingo di credergli. Ti insulto e ti prendo a male parole, così che lui mi lasci in pace per qualche tempo. Spero vivamente che per te vada tutto alla grande, sono più che felice di aver scoperto che non ci sono problemi insormontabili lì ad Houston. Spero vivamente di riuscire a farmi fare del male da mio padre per poterlo denunciare e venire da te, l'unico posto che mi fa sentire a casa sul serio. Comunque noialtri stiamo bene. Dustin si sente ancora con quella ragazzina dalle treccioline nere. Lucas e Max sono tanto uniti e sono veramente felice per loro. Adesso vado, ti amo
Per sempre tuo,
Mike~

Rilessi quelle parole scritte da Mike e l'ennesima lacrima mi rigò il volto.

Se solo non si fosse fidato di quello stronzo di suo padre adesso non starebbe soffrendo da solo, ma sarebbe qui con me... pensai amaramente chiuso nella mia camera.

Me n'ero andato da Hawkins da meno di un mese e tutto era peggiorato drasticamente... non sapevo cosa fare.

«Will, la cena!» la voce di mia madre di costrinse a lasciare la lettera sulla scrivania e asciugarmi le lacrime.

Scesi velocemente le scale e mi sedetti a tavola senza salutare nessuno.

Mi ingozzai di minestra e ad un certo punto, senza che potessi fare nulla, scoppiai a piangere singhiozzando rumorosamente.

Come potevo continuare ad essere così tranquillo con il mio fidanzato che soffriva per causa di una persona dalla mente chiusa?

Mia madre accorse subito e io invece di scansarla come avrei voluto fare, mi persi tra le sue braccia incapace di smettere di piangere per poter parlare.

Se ne avessi parlato con mia madre probabilmente sarebbe stato tutto più semplice, magari lei avrebbe saputo cosa fare per poterlo aiutare.

«John prendi la lettera sulla mia scrivania.» riuscii a dire quelle poche parole e poi riscoppiai a piangere ancora più forte e convulsamente di prima.

Non riuscivo a smettere di soffrire per Mike. Stava soffrendo e io non potevo fare niente per aiutarlo.

«Cosa cazzo ho letto, Will?» John corse di sotto tutto affaticato e in faccia gli si leggeva un'espressione sconvolta.

«Quello che sta passando Mike senza che io possa fare nulla.» mia madre mi massaggiò i capelli e chiese a John di leggere ad alta voce la lettera che ormai io avevo imparato a memoria tante erano le volte che l'avevo letta.

Quando mio fratello finì di leggere mia madre smise di coccolarmi e afferrò il telefono con veemenza.

«Nessuno può trattare così un povero ragazzo, lo distruggerà.» notai che stava digitando il numero della signora Wheeler.

Mi accasciai sulla sedia e John mi prese in braccio come poco prima aveva fatto mamma. Non opposi alcuna resistenza al suo gesto di affetto, anzi ricambiai.

Non mentire||bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora