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Il sesso, con Tyler, era stato grandioso.

Per la prima volta, dopo troppo tempo, Paolo non provò quella sensazione di aver commesso un errore; non pensò, neanche per un secondo, di essere stato usato dall'altro.

Nonostante ciò, il giorno dopo, il terzo che il giovane trascorreva nella capitale Britannica, del suo amico, non vi era nessuna traccia.

Il giovane chiese agli altri due membri della loro piccola comitiva, che fine avesse fatto, ma anche loro sembrarono stupiti della sua, improvvisa, sparizione.

Scese nella hall dell'albergo, ma prima che riuscisse ad avvicinare sua madre per chiederle spiegazioni, il suo cellulare squillò, strappandolo ai pensieri confusi che gli affollavano la mente.

Uscì dall'edificio quasi di corsa, precipitandosi verso un angolo appartato del grande giardino che lo circondava.

Pioveva, come sempre, e finì per bagnarsi le spalle, mentre alcune goccioline d'acqua gli inumidivano i capelli, rendendoli più scuri.

Si riparò sotto una balconata che si affacciava alle spalle dell'albergo, direttamente sugli edifici ultramoderni che costeggiavano le rive del Tamigi.
La chiamata s'interruppe ed il giovane imprecò.

Scosse la testa, si asciugò la fronte con una mano facendo vagare gli occhi sull'acqua torbida del fiume, sul Tower of London, come sempre popolato da centinaia di visitatori, come tanti puntini colorati a smorzare la severità della sua struttura architettonica.

Il cellulare riprese a squillare.
-Pronto- rispose al primo squillo.
-Palo!- esclamò una vicina festante, ed al giovane si incurvavano le labbra, automaticamente, in un dolce sorriso.
-Vittoria- disse, con il cuore che gli traboccava di gioia.

Aveva scoperto, durante una delle ultime chiacchierate con suo padre, prima che partisse per Londra, del perché la bambina portasse un nome italiano. Dopo averlo saputo, il giovane pensò che avrebbe potuto arrivarci anche da solo, se si fosse concentrato appena un po'.

Luther e Fausto stavano già insieme quando, il primo, accompagnato dall'entusiasmo del secondo, aveva deciso di diventare papà. All'arrivo della bambina, la fantasia aveva fornito loro l'idea di darle il nome della cara, defunta regina inglese, ma nella sua versione italiana, fondendo due culture in una. Un po' come facevano loro due, ogni giorno, continuando ad amarsi.

-Dove sei?- gli domandò.
-A Londra-
-E non torni più?-

Il giovane rimase per qualche secondo in silenzio.

Voleva tornare in Sicilia. Voleva trasferirsi lì.

Allora, perché non si sentiva in grado di rispondere affermativamente alla domanda della bambina?

Tyler.

Eccolo il motivo.

"Dannazione", pensò.

-Ci vedremo presto- la rassicurò.
-Davvero?- gli chiese di rimando, ma, dal tono di voce, il giovane dedusse che non fosse stato in grado di convincerla del tutto.

-Ti vengo a trovare presto- insistette.
-Papi dice che lavori con lui-

Paolo si batté una mano sulla fronte: il lavoro! Aveva completamente dimenticato quel dettaglio, nelle ultime ore. E dire, che era stato uno dei motivi, validi, con i quali aveva giustificato alla madre, la sua intenzione di trasferirsi nel capoluogo siciliano.

Tyler lo stava facendo impazzire: doveva trovarlo, cercare di capire per quale motivo aveva deciso di dirgli addio in quel modo.

Era davvero ciò che aveva fatto?

TWO WEEKSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora