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Paolo non fece altro che pensare a Vittoria per il resto del pomeriggio e della sera: era figlio unico, era cresciuto da solo, aveva sempre desiderato avere un fratellino od una sorellina, ma i suoi genitori non avevano mai voluto esaudire questo suo desiderio.

Il pranzo con Luther e Vittoria era stato bellissimo: la bambina aveva preso confidenza con lui nel giro di venti minuti e non l'aveva più lasciato in pace per un solo secondo.

Il giovane si rigirò il foglietto che aveva tra le mani: un sottile tovagliolo di carta dove Vittoria, dopo aver preteso una penna dal padre, aveva disegnato una piccola scena a malapena comprensibile, ma che asseriva essere la rappresentazione di se stessa e del suo nuovo amico del cuore: Paolo.

-Ancora con quel pezzetto di carta?- domandò Vincenzo con un sorriso, dando una pacca sulla spalla dell'amico. Il ragazzo si strinse nelle spalle senza dire nulla e ripose il piccolo disegno all'interno della tasca dei jeans.

-Questa situazione diventa sempre più sospetta- disse Marco alzando per un attimo gli occhi al cielo per poi rivolgere un fugace sguardo in direzione di Paolo.

Rosalia e Kevin si lasciarono scappare un risolino scambiandosi uno sguardo complice mentre Paolo scuoteva appena un po' la testa:

-Che c'è?- chiese Vincenzo prendendo per mano il suo ragazzo, anche lui incuriosito da quella strana reazione da parte dei suoi amici.

-I due maniaci, qua... immaginano cose che non stanno né in cielo né in terra-
-Questo lo dici tu- ribatté Rosy sbuffando mentre Paolo cercava di spostare la loro conversazione su argomenti distanti da quello:

-Non mi sembra che ci sia granché confusione, qui- disse procedendo a passo spedito nella strada semideserta tallonando i suoi amici verso un luogo imprecisato.

-Qui?!- esclamò stupita Rosalia, comprendendo l'amico e decidendo di andare incontro alle sue esigenze emotive di quel momento: non le sembrava giusto continuare ad insistere su quell'argomento se il ragazzo non si sentiva ancora pronto per affrontarlo: -Chi diavolo vuoi trovare qui? Solo turisti e famigliole con il portafoglio pieno, di quelli che si lasciano fregare a pagare un caffè tre euro e non battono ciglio-
-Bene... quindi, mai pagare tre euro per un caffè?- domandò incerto il ragazzo. Kevin, Marco e Vincenzo si misero a ridere mentre Rosalia gli lanciava un'occhiataccia:

-Ma dove ti credi di essere? A Palermo il caffè costa novanta centesimi. Se qualche commerciante furbetto ti dice il contrario, tu mandalo a cagare!- esclamò risoluta la giovane prima di lasciarsi andare ad una specie di dibattito con gli altri sulla "differenza di costo tra un caffè al tavolo ed uno al banco".

Paolo li ignorò fuggendo con la mente lontano da quel momento e tornando con i ricordi al pranzo con Luther e Vittoria.

Era stato piacevole e sorprendente, inaspettato come la bambina, dopo i primi venti minuti di sgomento, aveva finito per attaccarsi a lui come un koala e non lo aveva più mollato un secondo concentrando su di sé tutta l'attenzione del loro ospite, lasciando che suo padre rimanesse spettatore passivo e sorridente.

Perché Luther l'aveva invitato a pranzo?

Perché gli aveva fatto conoscere sua figlia?

Paolo scosse appena la testa seguendo gli altri lungo una scalinata che li condusse verso il basso all'interno di una piazza... il ragazzo sollevò la testa sentendo la sorpresa distendergli i lineamenti del viso: dove diavolo era finito?

Rosalia gli avvolse le mani intorno ad un braccio:
-Stiamo vicini, altrimenti ci perdiamo- gli disse e l'altro annuì piano sentendo la mano di Kev stringersi intorno alla sua, così che il ragazzo finì per trovarsi in mezzo alla coppia, mentre Marco e Vincenzo camminavano davanti a loro.

TWO WEEKSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora