Un tiepido sole illuminava il cielo di quel mattino, riempiendolo di sfumature rosa, arancioni, celesti, accennando quei colori in morbide, luminose venature sulle nuvole che lo riempivano, ma che sembravano, per fortuna, non voler annunciare l'ennesima giornata piovosa.Paolo prese il foglio dove aveva fatto stampare il suo biglietto, quello che il padre aveva acquistato e gli aveva spedito tramite e-mail: lo mostrò al controllore sulla banchina, e salì sul treno in attesa di partire.
L'emozione lo rendeva nervoso. Non riusciva a stare fermo, tremava visibilmente e rivolgeva occhiatacce a chiunque incontrasse il suo sguardo.
Voleva essere lasciato in pace, evitare ogni possibile contatto, era evidente, ma stava anche cercando di trasmettere quel messaggio nel peggiore dei modi.
Non se ne curò e trascosse tutto il tempo con il occhi puntati sul finestrino, senza prestare attenzione a nulla di particolare, mentre il paesaggio, dopo la partenza, scorreva veloce davanti i suoi occhi, impedendogli di catturare immagini definite.
Giunse a destinazione in meno di un'ora.
Scese dal treno e si sgranchì le gambe, tese le braccia oltre la testa e scosse il capo, cercando di svegliarsi dal quel suo intorpidimento.
-Paolo!- esclamò la voce di qualcuno, e il giovane si volse nella direzione dalla quale proveniva, cercando sulla banchina, tra la folla.
Arthur e Helen gli andarono incontro, con dei gran sorrisi a illuminare i loro volti.
-Oh, tesoro! Com'è bello rivederti. Sei cresciuto così tanto!- esclamò la donna, avvicinandosi al giovane per stringerlo in un abbraccio.Paolo venne come investito dal profumo dell'altra, che ben conosceva, un altro piccolo colpo al cuore che lo condusse con i pensieri al passato. Sapeva di sapone, di agrumi, un profumo frizzante, così come lo era il carattere della donna, nonostante avesse passato la sessantina da un bel po'.
Il giovane si sciolse dall'abbraccio, rimanendo legato con le proprie mani alle sue, mentre la fissava negli occhi scuri, riscoprendo poco alla volta i lineamenti del suo viso, appesantito da tante piccole rughe, ma truccato in modo impeccabile, senza risultare eccessivo.
-Ciao nonna- la salutò, per poi rivolgersi all'uomo: -Sono contento che siate venuti a prendermi, nonno-
-Siamo contenti noi di vederti qui! L'estate è praticamente finita, temevamo che non ti avremmo più visto per quest'anno-
-Non era in programma. Però, sarei venuto a trovarvi lo stesso, magari più avanti-
-E invece! Abbiamo avuto questa bella sorpresa. Devi raccontarci un sacco di cose, tesoro! Suvvia, andiamo! Non perdiamo tempo qui- li esortò Helen e gli altri due la seguirono fuori dalla stazione.Anche nella città balneare di Brighton, sembrava che l'estate fosse giunta al termine.
In auto passarono davanti la caratteristica spiaggia di ghiaia, trovando poche persone stese sotto il sole, su dei teli da mare, a godersi gli ultimi raggi estivi.Da lontano scorse il Brighton Pier: rimaneva un piccolo villaggio sospeso sull'acqua, che si estendeva in lunghezza proprio come un ponte verso l'infinito, fatto di colori, genti diverse e provenienti da ogni parte del mondo. Nonostante fosse ancora mattina, riuscì a scorgere, dalla strada che stavano percorrendo, molti locali aperti, turisti e non, che passeggiavano lasciandosi intrattenere dalle opportunità del luogo.
Superarono il Regency Square, per poi abbandonare la strada che costeggiava la spiaggia, entrando nelle viscere della città, dirigendosi nella zona di Montpelier, tra decine di ristorantini, negozi di souvenir, sale da tè, alberghi, edifici dall'aspetto opulento, in tipico stile Reggenza.
Si fermarono poco dopo, nei pressi di un palazzo di pochi piani, reso quasi morbido a causa dei muri che si aprivano bombati sul prospetto, ricco di rifiniture articolate, di colore oro.
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TWO WEEKS
Teen Fiction⚠️ Da revisionare. Fausto e Raquel hanno da poco divorziato e, da genitori moderni e all'avanguardia quali si credono di essere, decidono di dare la possibilità al loro unico figlio, Paolo, di scegliere con chi dei due continuare a vivere: a Londra...