Il vento sibilava furioso: gli ombrelloni, posti al centro dei tavolini, che riempivano la passerella del ponte, erano stati chiusi; gli ingressi dei locali sbarrati. Un turbinio di foglie roteava nell'aria, spargendole un po' dappertutto.
Si udiva forte e impetuoso lo sciabordio del mare che si ingrangeva contro i poloni, i quali sorreggevano il ponte.
-Non preferisce entrare?- gli chiese una cameriera, allontanandosi dal viso una ciocca di capelli scuri.
Paolo assottigliò lo sguardo, cercando di evitare che gli entrasse qualcosa negli occhi.
Adorava il vento, il modo in cui era in grado di soverchiare ogni altro rumore. Era la voce della Natura, quella che ti impediva di non prestarle ascolto, prepotente. Aveva le orecchie piene di quei suoni, si sentiva così confuso da non riuscire a pensare a null'altro.
-Aspetto una persona- mormorò.
-Cosa?- gli domandò l'altra, cercando di capire cosa le stesse dicendo il suo cliente.Il giovane rimase in silenzio, tenendo saldo tra le mani il bicchiere di tè freddo che si era fatto servire dalla cameriera, come scusa per ingannare l'attesa.
Era sicuro che non si sarebbe presentato.
La ragazza lo fissò per un paio di secondi, prima di alzare gli occhi al cielo e sussurrare un'imprecazione. Voltò le spalle all'altro e rientrò nel locale.
Paolo terminò di bere il suo tè, sempre più impaziente.
Quando si trovò con il bicchiere vuoto tra le mani sospirò; guardò l'orologio del cellulare.
Il suo ospite era in ritardo di ventisette minuti.Decise di rassegnarsi.
Entrò dentro il pub, diede un veloce sguardo ai pochi presenti, soffermandosi a scrutare per qualche secondo una coppia che occupava un tavolino nei pressi della vetrata, posta alla sua destra, la quale restituiva una vista mozzafiato del Golfo della città.
Vide lui allungare una mano per accarezzare una guancia dell'altra, mentre quella sorrideva.
Distole gli occhi dai due e si fece vicino al bancone, lasciandovi sopra il bicchiere.
La banconista lo fissò per qualche secondo, prima di ringraziarlo.-Figurati- le rispose.
-No, davvero. Sono rari gesti gentili come questo- continuò lei. Il giovane si strinse nelle spalle.
-Non penso che lo avreste recuperato intero se lo avessi lasciato fuori-
La ragazza rise.
-Credo proprio di no-Paolo si sedette su di uno sgabello e ordinò un altro tè.
-Oggi non è una bella giornata- continuò la banconista, dopo averlo servito.
-Dipende dai punti di vista-
-A chi potrebbe mai piacere un tempaccio così?- gli chiese incredula.
-A me, per esempio-La giovane sussultò, temendo di aver fatto una piccola gaffe.
Cercò di rimediare per evitare di dispiacere un cliente.
-Oh beh... l'autunno ha un suo perché. Tutti quei colori sgargianti, le giornate meno afose. Peccato che ci sia sempre questo ventaccio, vicino al mare-
-Siamo sul mare- le fece notare Paolo.
Lei aggrottò la fronte, prima di tornare a ridere.-Oh vero! Spesso dimentico che questo locale sorge proprio in mezzo al Pontile-
-Per te sarà una cosa "normale". Ci sei abituata. Non credo ti stupisca più di tanto, almeno, non quanto potrebbe fare con un turista-
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TWO WEEKS
Teen Fiction⚠️ Da revisionare. Fausto e Raquel hanno da poco divorziato e, da genitori moderni e all'avanguardia quali si credono di essere, decidono di dare la possibilità al loro unico figlio, Paolo, di scegliere con chi dei due continuare a vivere: a Londra...