capitolo 8

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Everything has beauty,
but not everyone
sees it.
(Confucius)



Notte.

Silenzio.

Il buio era tutto quello che riuscivo a vedere, nonostante continuassi a tenere gli occhi aperti.

Speravo che i miei occhi si abituassero a metabolizzare e a distinguere gli oggetti che si trovavano sparsi per la stanza, ma ci riuscii solo dopo minuti.

Mi sforzavo ad ascoltare qualsiasi rumore potessi sentire intorno a me, ma non udii nulla.

Il mio respiro era l'unica cosa che si potesse sentire, sparso nel freddo della stanza.

Appoggiai le dita sulle tempie e me le massaggiai. Pulsavano da far male e mi lamentai silenziosamente.

Sentivo le mie gambe pesanti e facevo fatica a tenere le braccia alzate mentre continuavo a toccarmi le tempie con i polpastrelli delle dita in movimenti circolari continui.

Il dolore al petto si era calmato, i polmoni erano liberi da qualsiasi morsa potesse tenerli in gabbia, ma il cuore batteva troppo lentamente.

Cercai di fare respiri profondi e riacquistare un ritmo normale del battito cardiaco.

Quando mi rilassai e il dolore alle tempie sparì, cercai di identificare la stanza in cui mi trovavo.

Non era la mia stanza.

Poco dopo, mi alzai ancora stanca e mi accorsi che mi trovavo seduta su un letto.

Le lenzuola erano fredde e questo significava che mi trovavo da poco tempo distesa qui.

Un dolore mi invase il braccio destro. Quando guardai alla mia destra notai una flebo attaccata al mio braccio.

Uno strano liquido che non riuscii a distinguere stava scendendo e piano piano mi entrava all'interno del corpo.

Distolsi lo sguardo e cercai di togliermela dal braccio.

"ti consiglio di non toglierla" una voce maschile mi colpì alle spalle, in un angolo buio e nascosto della stanza.

Bloccai la mia mano poco sopra al tubicino attaccato con un pezzo di scotch all'interno del mio gomito e mi girai.

Il buio, però, non mi aiutava nel mio tentativo di capire chi era stato a parlare.

"chi sei?" domandai.

Non ricevetti risposta.

Poco dopo una lampadina si accese e la luce illuminò l'ambiente.

Le pareti bianche e spoglie mi circondarono, alcuni lettini si distribuivano in ordine davanti a me.

Mi girai verso quella che sembrava una porta e mi accorsi che c'era una donna ferma sulla soglia, con una mano appoggiata su quel che sembrava un interruttore.

"oh sei sveglia, non era previsto che ti svegliassi così presto o almeno non per oggi" disse, mentre cominciò a camminare per raggiungermi.

Teneva una cartella in mano e alzò qualche foglio quando arrivò davanti al mio lettino.

Indossava un camice bianco e delle penne fuoriuscivano da una stasca.

I capelli neri erano legati i una coda alta e notai una leggera somiglianza con la signora che lavora in biblioteca.

Mentre era distratta mi girai verso l'angolo da dove prima avevo sentito la voce, ma non vidi nessuno.

"come ti senti?" mi chiese e io la fissai senza dire nulla.

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