capitolo 26

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"Un bambino senza
madre
è come un nido
senza piume,
senza calore"
Arthur Rimbaud


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Una volta una persona mi ha detto:

"La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada."

Quando ero piccola non coglievo appieno il significato di questa frase.

Ogni parola era nuova.

Il sensi della frase diverso in base al significato che volevi attribuirgli.

Non avevo nessuno che potesse spiegarmelo.

Quando mi nascondevo all'interno della mia casetta, guardavo persone che camminavano e ridevano tutte insieme.

Io invece rimanevo ad ascoltare e a cercare di trovare il motivo di tutte quelle risate.

Sono grandi, sono troppo piccola per capire le loro conversazioni. Pensavo.

Qualsiasi frase pronunciata era incomprensibile, ogni parola un supplizio.

Odiavo parlare, perché sapevo che tanto nessuno mi avrebbe ascoltato.

Una persona un giorno si fermò davanti al cancello davanti alla piccola casa dove vivevo.

Il legno era lucido per colpa della pioggerella che aveva iniziato ad inumidire l'aria.

L'erba era alta, nessuno la tagliava da mesi e le siepi avevano cominciato ad assumere un colore tendente al marrone, diventando sempre più scure.

L'uomo era fermo davanti alla ringhiera, esattamente lontano tre metri da me.

Lui mi guardò e si abbassò per incontrare i miei occhi attraverso la piccola finestra di plastica.

Cercò di attirare la mia attenzione, ma tutto quello che facevo era fissare il vuoto. Cosa che facevo tutto il giorno. Tutti i giorni.

"Cosa ci fai qui tutta sola?"

Mi sorrise, ma io strinsi di più le braccia intorno alle gambe che già tenevo strette al petto.

Non risposi, non lo fissai e tenni gli occhi fissi sulle sue scarpe.

La pioggia gli bagnava l'ombrello mentre l'acqua scorreva veloce sulla superficie cadendo più a terra.

La sua giacca nera era bagnata, i capelli bianchi gli davano un'aria tenera. Come i buffetti che gli davano un'aria divertente.

Era basso, perciò non si piegò molto per riuscire a guardarmi.

"La vedi quella cosa lassù?" indicò un punto sopra di se e alzò la testa verso il cielo.

Era notte, la luce del lampione vicino a noi faceva brillare le goccioline di acqua che scivolavano per atterrare sul cemento di cui era fatto il marciapiede.

Mi sporsi oltre al di là della finestrella per guardare il punto da lui indicato e vidi la luna.

Quella era la prima volta che la vedevo. Era la prima volta che l'avevo notata per davvero.

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