capitolo 15

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"there is
something in the
New York
air that makes
sleep
useless"
(Simone de Beauvoir)






Fissavo il riflesso di Ariel nello specchietto retrovisore della macchina.

Non sapevo cosa dire, oppure cosa fare.

Sbuffavo e continuavo insistentemente a torturarmi il tessuto strappato delle mie calze.

Rigiravo i pezzi di tessuto tra le mani, continuavo a chiedere dove stessimo andando, ma nessuno aveva intenzione di rispondermi.

Le loro espressioni serie e le labbra strette in una linea di Ariel continuavano ad incrementare la mia ansia.

Continuavo a girarmi per vedere se qualcuno ci stesse seguendo e lo stesso faceva Ryle ogni secondo da quando aveva spinto il piede sull'accelleratore.

L'unica cosa che riuscivo a vedere era il nero della notte.

Le stelle brillavano nel cielo, ma gran parte di esso era coperto da alberi e altre cose che non riuscivo a distinguere.

In lontananza si poteva vedere una luce. L'istituto, supposi.

Quando mi girai vidi Ryle che mi fissava dallo specchietto centrale davanti a me.

Ero seduta in mezzo e sicuramente stava pensando al modo migliore per dirmi di levarmi di mezzo, ma rimasi al mio posto e incrociai le braccia.

"questo è sequestro di persona"

Ryle rise poco dopo e quasi quasi lo feci anch'io.

Mi fidavo abbastanza di Ariel, ma lui era ancora un mistero per me, come Eros.

"cosa è successo tra voi due"

Mi morsi il labbro dopo aver pronunciato quelle parole. Qualcosa mi stava mangiando dentro e non sapevo quale sentimento stava provocando quella sensazione.

"non ti risponderò" distolse lo sguardo.

"non era una domanda" strinsi gli occhi "e la tua non era una risposta valida"

"d'accordo" mi lanciò un'ultima occhiata veloce e si concentrò sullo specchietto retrovisore alla sua sinistra, che rifletteva dei fari luminosi.

Mi girai di scatto e notai una macchina.

Siamo appena arrivati ai confini di New York e stavamo percorrendo una strada asfaltata di cemento.

Non era strano che una macchina fosse dietro di noi.

Oppure no?

Ryle accellerò e io venni catapultata indietro.

Sbattei il petto contro i sedili e mi aggrappai con una mano al tessuto ruvido dei sedili.

Ma che diavolo?

"ma che stai facendo?" chiese Ariel, anche lei si era aggrappata a qualcosa per tenersi.

"Eros e i suoi amichetti"

Fissai il parabrezza della macchina che ci stava seguendo e il mio cuore si fermò per un istante.

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