capitolo 1

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I saw the angel in the
marble
and curved until I
set him free.
(Michelangelo)


Osservai il mio viso riflesso nello specchietto dell'auto, mentre le goccioline di acqua piovana sbattevano sul vetro spesso, producendo un ticchettio leggero.

Cominciai a strofinarmi le mani sui vecchi jeans, mentre fissavo i palazzi grigi e poco luminosi che scorrevano davanti ai miei occhi.

I capelli mi incorniciavano il viso e dovetti spostare una ciocca per riuscire a vedere scorrere la città.

Il rumore dello sfregamento delle mie mani sul tessuto ruvido era l'unico rumore che si poteva sentire nello stretto spazio all'interno della macchina. Oltre al regolare ticchettio dell'orologio che portava al polso l'autista.

Non ero abituata a viaggiare in auto e sentivo una strana sensazione allo stomaco ogni volta che mi sedevo all'interno di un'automobile.

La macchina sobbalzò e il rumore delle ruote sull'asfalto cambiò quando cominciammo a percorrere un viale terroso. I corti fili d'erba e le piccole rocce umide, schiacciate, non producevano nessun rumore.

Appoggiai la mia mano sulla portiera dell'auto, reggendomi, cercando di tenermi mentre l'auto si insinuava dentro una curva e l'autista girava il volante verso destra.

Strinsi gli occhi.

Mi risistemai sul sedile sul quale ero seduta e cercai di tranquillizzarmi.

Non mi erano mai piaciute le automobili.

Spostai di nuovo gli occhi sul panorama che si poteva guardare attraverso la finestra, la pioggia si era leggermente tranquillizzata, ma continuava a picchiare sul tettuccio della macchina.

Osservai la strada circondata da alti pini, mentre i palazzi erano già spariti dietro di noi.

Nessuno conosceva questa zona della città, o perlomeno nessuno aveva un motivo valido per oltrepassare questo confine.

Avevo sentito delle storie, raccontate da chi non aveva mai attraversato questi sentieri.

Ripensai alla mia vecchia casa. Ho sempre pensato a come sarebbe stata la mia vita se non fossi mai vissuta a New York.

Senza la costante sensazione di umido causata dal brutto tempo che influenza l'umore di qualsiasi persona passeggi per le strade di questa città.

Sempre avvolta da grandi nubi grigie ed un clima freddo e piacevole, caratterizzato da piogge e forti temporali.

Mi è sempre piaciuta la pioggia.

Amo la sensazione che si prova quando leggi un buon libro mentre le gocce d'acqua colpiscono il vetro della finestra.

Ed amo ancora di più il rumore leggero delle gocce d'acqua che colpiscono la sabbia.

Osservai la piccola cicatrice sulla mia mano, alcuni brutti ricordi cercavano di riaffiorare, ma cercai di scacciare qualunque pensiero mi venga in mente.

La mia mente era invasa da parecchi pensieri, tanti da non farmi rendere conto che l'automobile fosse ferma. Appoggiai la mia mano sulla maniglia della portiera e la aprii.

Appoggiai un piede a terra e poi l'altro. Cercai di coprire la mia testa con la mano, in modo che la pioggia che cade dal cielo non mi colpisca la testa, ma ottenni scarsi risultati.

Il rumore del motore acceso della vecchia auto cessò quando richiusi la portiera.

Uno strano odore terroso mi invase le narici e io arricciai il naso di conseguenza.

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