capitolo 30

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"We leave tonight
Or live and die
This way"




Ero arrivata al punto di non ritorno.

Non riuscivo a muovermi.

Lui era stato dentro questa casa prima di me.

Com'era possibile?

Presi tutto quello che era rimasto e infilai gli ultimi oggetti all'interno del borsone.

Le assi di legno scricchiolarono durante tutta la mia discesa, facevo due scalini alla volta e un sospiro di sollievo mi soffiò tra le labbra.

Almeno non lo avevo ucciso.

Pensai.

La prossima volta avrei dovuto fare di meglio.

Mi ricordai di una cosa, perciò salii le scale in un batter d'occhio di nuovo e raggiunsi il corpo inerme di Mason e cercai il suo portafoglio.

Toccai le tasche, ma nulla.

Trovai però le chiavi della sua auto.

Bingo.

Le afferrai e corsi per raggiungere la sua auto.

Aprii lo sportello e buttai il borsone all'interno della macchina. Rimbalzò sui sedili posteriori.

Infilai le chiavi nella serratura e l'auto si accese. I fari dell'auto illuminarono la strada di fronte a me.

Acceleratosi, freno, marcia e gas.

Era semplice. Più di quanto mi avesse detto mio padre. Lui mi aveva insegnato. Ma anche se avevo solo pochi anni. Mi ricordavo ancora.

Margaret mi aveva fatto provare e da lì la mia passione per le auto mi aveva fatto andare fuori di testa.

Il buio brillava come la luna nel cielo.

Mi sentivo a mio agio nel buio, perché potevo sconnettermi dalla realtà e i miei pensieri mancavano. Senza farmi venire il mal di testa che ogni giorno provavo, quando i miei pensieri avevano la meglio.

Prima di partire però, accesi il telefono di Mason e misi il GPS, dovevo tornare in istituto.

Quattro ore. Il serbatoio era pieno. E sarei riuscita a tornare entrò l'alba.

Non avevo un altro posto dove andare.

L'istituto mi sembrava l'opzione migliore.

L'auto andava che era una meraviglia. Come faceva Mason a permettersi un G63?

Mi fermai a un semaforo e controllai nel frattempo le tasche dell'auto. Fogli, patente.

Poi mi bloccai.

Una pistola.

Nascosta sotto il sedile. Un classico.

La rimisi al suo posto. Forse mi sarebbe tornata utile alla fine.

Ripartii e dopo pochi minuti imboccai l'autostrada.

La strada era deserta, tranne per poche auto che tornavano indietro e una che marciava sulla strada dietro di me.

Delle luci segnavano ai lati della strada il confine e L grattacieli brillavano accanto a me.

L'auto brillava sotto le luci ed era così pulita che quasi a accecava.

Un sogno di auto.

Il buio mi inghiottiva e la musica suonava all'interno dell'auto.

Le mani stringevano attorno al volate.

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