capitolo 38

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I
Am
The
One.





Lui mi fissò con uno sguardo assente.

I suoi occhi brillavano.

I suoi occhi erano familiari, avevo già visto quella scintilla nei loro occhi.

Avrei fissato quegli occhi per ore.

Qualcuno battè le mani dall'altra parte della stanza.

Mi girai e vidi Eros.

Uno era fermo dietro le mie spalle, mentre l'altro mi guardava ridendo.

Aveva quasi uno sguardo da psicopatico.

Come avevo fatto a non riconoscerli?

"Ci hai preso, brava"

Lui ride ancora.

"Damon, non vorresti fare gli onori"

Mi girai titubante e vidi Damon accendersi una sigaretta.

Non si interessò minimamente alla conversazione appena iniziata e non ci guardò per neanche in istante.

Erano così uguali, ma così completamente differenti.

Damon si sedette sul divano, aspettando.

Eros rise e si avvicinò a me.

Non aveva nessun tatuaggio sulla mano.

Io indietreggiai.

Perciò con passi lenti e decisi, indietreggiai fino a toccare il bracciolo del divano.

O meglio dire il braccio di Damon.

Teneva il braccio appoggiato al bracciolo e io mi ero quasi seduta sopra di esso.

Riuscivo a sentire il calore della sua pelle.

Io ero solamente in mutande e in una maglietta.

Perché non sono mai vestita decentemente?

Come avevo fatto a non vergognarmi.

Quello in realtà era l'ultimo dei miei problemi.

La mia pelle bruciava sulla sua.

Non aveva parlato tutto il tempo.

"Sai, ti ricordi di Tobias?"

Sussultai dopo che lui pronunciò quel nome.

"Lo hai lasciato lì a morire"

Sussultai e cominciai a tremare.

"Era il mio migliore amico e tu lo hai lasciato lì a morire"

"Non è vero"

Lo guardai senza dire una parola.

Mi bloccai.

Fece una smorfia di disgusto.

"Qual è stata la prima cosa che hai pensato quando hai provato la sensazione del sangue tra le dita?"

Cercai di mandare giù il groppo che avevo in gola.

Lui fissò dietro di me. Stava guardando Damon.

Mi girai verso di lui e lo fissai.

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