cap.13

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"allora ochette la volete finire di urlare? Sfortunatamente ho sentito tutto ciò che avete detto. ho avuto modo di conoscere Elisa e fidatevi, vale più di quanto voi pensiate! È meglio di te, di te, ma sopratutto di te! Dio ma ti senti quanto urli?
Continuate a prenderla in giro, fate come vi pare, ma non avete idea di che amica fantastica vi perdete. Smettetela di comportarvi così, davvero, siete patetiche! Se continuate così altro che ragazzo figo, vi metterete con un morto di figa di cui di voi non gli fregherà un cazzo ma vi userà solo per fare sapete benissimo cosa. Detto questo addio" gli sputo in faccia tutto ciò che pensavo, mi sono pure contenuto, ma comunque il mio piano a funzionano nessuna ha più osato fiatare.
Mi allontano e vado verso Sofia "perché ti interessa tanto di quella tua fan?" "non è una semplice fan...è complicato" "come ti pare" mi risponde senza farsi troppi problemi "senti amore io ora vado ci sentiamo dopo" continua, dandomi un bacio a stampo sul viso.
Ormai i suoi baci non mi trasmettono più niente, ma non mi interessa ora come ora il mio unico pensiero fisso è Elisa.
Devo andarla a cercare, mi dirigo nel posto dove avevo parcheggiato la moto e sfreccio per le strade di Bologna sperando che la trovassi.
Si fa tardi, saranno le 8 di sera, non l'ho trovata nonostante mi sia girata tutta Bologna.
Arreso mi avvio verso la strada per casa e...
Eccola lì, mentre cammina da sola, in una strada isolata, immersa nei suoi pensieri.
Prendo coraggio e le urlo "ragazzina!" Si gira ha il buio nei suoi occhi, peggio di quando l'avevo incontrata la prima volta.
(...)
Concludo la conversazione "come ti pare" e le do spazio per andarsene, la vedo scappare via...da me...
Mi sento vuoto dentro, non mi sono mai sentito così perso.
Rimango lì ad osservarla scappare e scomparire in fondo alla strada, le lacrime scendono copiose.
Vorrei tanto resettare tutto, senza commettere i soliti sbagli. Ho voglia di camminare, lascio la moto in quella strada, domani mattina rimpiangerò sicuramente questa mia scelta di averla parcheggiata così lontano, ma non importa.
Durante la strada chiamo Nelson e gli racconto tutto per filo e per segno, non sa neanche lui cosa consigliarmi di fare mi dice solo di non pensarci , ma come faccio? Non è così semplice.
Dice allora che verrà insieme a Tonno da me così cercheranno di distrarmi.
Menomale che ho loro.
Finito di parlare con Nelson poco dopo mi chiama Dario
"Pronto?"
"Ciao Cesare, disturbo?"
"no, dimmi tutto"
"oggi ho parlato con Elisa..."
"COSA?"
"si, stava sui colli"
"ah" non so cosa dirgli
"Senti, per quel poco che ci ho parlato ho capito che è davvero una brava ragazza e che sopratutto ci tiene a te ma non d'amico, ma da qualcosa di più. Cerca di capire che cosa ti passa per la testa e fai la scelta giusta, è una persona fantastica, nulla da togliere a Sofia, non prenderla in giro"
mi iniziano a scendere delle lacrime, ma non voglio fargli capire che sto piangendo
"Non voglio prenderla in giro, ma non è così semplice..."
sbuffa
"È semplicissimo invece, se la ami, devi accettarlo, non puoi continuare a fare finta di niente. L'amore non si comanda e se tu la ami, lascia Sofia e corri da lei, pure se vi farà male, ma è la cosa giusta.
Perché non accettando di amarla prendi in giro non solo lei, ma anche Sofia e sopratutto te stesso"
"ma non mi capisco"
"impara a capirti. Devo andare. Ciao Cesare"
questa chiamata mi ha lasciato un po' strano, troppi pensieri mi frullano per la testa ho bisogno di metterli in pausa.
Arrivo a casa e ci stanno già Tonno e Nelson, non voglio ancora raccontargli della chiamata con Dario, ci mettiamo a giocare alla Play e ci divertiamo per tutta la sera fino a quando non veniamo presi dal sonno e ci addormentiamo.

Il ragazzo della panchina - Cesare Cantelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora