UNO

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"Ma porca troia Alan, allora sei stronzo!"

Mi strofino insistentemente i capelli ma la gomma da masticare sembra non volersene andare neanche morta.

"Non l'ho fatto apposta, mi è scappata di bocca!"

Alan mi guarda mezzo divertito e mezzo dispiaciuto. Vorrei solo riempirlo di sberle. I miei capelli non si riprenderanno mai più dallo shock di essere stati impastati con della saliva e con del mastice molliccio.

"La prossima volta che guardiamo un film demenziale, prima di ammazzarti dal ridere, sputa la cicca, e che cazzo" borbotto, continuando a strofinare. Sono in bagno da dieci minuti e ho tolto solo la metà dello schifo. Bleah.

"Eddai, è stato uno sbaglio" sorride lui, in segno di scuse.

"Vaffanculo, tu e la tua gomma di merda"

"Quanta aggressività per una signorina.."

"Mai mettersi tra una donna e i suoi capelli. Rischi la vita" dice Mason, battendo due volte la mano sulla spalla dell'amico.

"Trovate un modo per togliermi sta roba dalla testa se non volete che il rischio diventi realtà" ringhio. Continuo a tirare via roba.

"Aspetta, così impiastri tutto" dice Alan, cominciando a smanettare per dividere ciocche.

"No,no fermo, così è peggio!" urla Mason, aggiungendosi a sua volta.

I due cominciano ad agitarsi e a fare casino, appicciandosi al mastice. Se avessi ancora le armi a portata di mano le avrei già usate per riportare la disciplina in questo universo di idioti.

"Mi dite che state facendo, santo dio!" urlo, sentendomi tirare. Di questo passo rimarrò pelata.

"È lui che tira!" si lamenta Alan.

"Guarda che casino che stai facendo, smettila" risponde Mason.

"Tirate via quelle manacce!" grido, isterica.

In men che non si dica ci ritroviamo tutti e tre avvolti dalla gomma da masticare, come se fossimo finiti in un barattolo di colla.

"Io vi uccido!" strillo.

In questi momenti mi ricordo perché prima di arrivare qui mi piaceva rimanere in solitudine. Niente problemi. Niente rotture.

Da quando sono qui invece ho sempre qualcuno che gira per casa: non si può stare mai in pace. Non che mi dispiaccia avere un po' di compagnia, ma quando hai degli amici sbadati e cazzoni il tutto può diventare piuttosto problematico. Ed è cosi che da agente dell'Fbi super impegnata, mi sono ritrovata a guardare un film insieme a Mason, Betty, Ben, Wade e Alan. Per la precisione, la scelta è ricaduta su Come ti spaccio la famiglia. Non male come film. Almeno fino a quando Alan non ha riso così tanto da sputare la cicca diritta diritta nei miei capelli. Dannato idiota.

"Così li ingarbugli di più!" si lamenta lo sputatore.

"Sto cercando di togliere la cicca!" risponde Mason.

"I miei poveri capelli" piagnucolo. Spero di non doverli tagliare.

"Okay, non vi chiederò perché siete in tre in bagno e sembrate appena usciti da una fabbrica di colla vinilica" sento dire da una voce estranea.

Alziamo tutti e tre gli occhi e vediamo che sulla porta del bagno si è palesato Nathan, con le braccia incrociate e lo sguardo divertito. Ha il borsone del college a tracolla e porta dei pantaloni neri con una maglia blu. I suoi occhi nocciola si incrociano coi miei e la mia schiena viene percorsa da un fremito. È più bello ogni volta che lo rivedo.

"Ehm..." farfuglia Alan, lanciandomi un'occhiata.

"È una lunga storia" taglia corto Mason. Entrambi hanno le mani completamente incollate nei miei capelli.

"Dovrei fare altre domande?" mi chiede Nathan, ridacchiando.

"Ti prego, evita" borbotto.

"Aspetta vi do una mano"

Dopo mezz'ora di strofinio e di sapone su sapone, finalmente la cicca viene evirata dalla mia testa e posso riprendere le mie sembianze umane senza più sembrare una iena incazzata. Ci abbiamo messo un po' ma ce l'abbiamo fatta.

Spedisco tutti a casa in men che non si dica, e decido di rimanere un po' da sola con Nathan. Non che io lo veda poco dato che va al college praticamente di fianco a casa, ma quando ha i giorni liberi a sorpresami piace averlo tutto per me.

Decidiamo per una cenetta intima sul divano dato che Scott starà via da casa fino a domani mattina. Dopo il nostro licenziamento ha trovato posto in una ditta di affari esteri poco lontana da qui. Viaggia comunque per lavoro, ma almeno non uccide la gente e non rischia la vita.

"Allora, ragazzo del college, come vanno le cose?" chiedo, sgranocchiando una patatina fritta e dandogli un piccolo bacio sulle labbra. Nathan ricambia e sento le sue labbra allargarsi in un sorriso tenero.

"Come al solito. Devo dire che mi mancano un po' le superiori" dice, staccandosi da me e assaggiando una patatina a sua volta.

"Non ti senti più libero lì?"

"Si, ma c'è una cosa che non ho più"

"Cioè?"

"Non ci sei più tu da infastidire per i corridoi"

Gli do una piccola gomitata.

"Che c'è? Era divertente vedere che ti nascondevi negli sgabuzzini per evitare di incrociarmi"

"È colpa tua, eri troppo insistente"

"Se non avessi insistito a quest'ora non saremmo qui insieme"

"Ti hanno mai detto che si può arrivare a una conclusione simile anche senza molestare le ragazze innocenti?"

"Non mi sembra che tu mi abbia rifiutato mentre eravamo sul divano la prima volta"

Alzo gli occhi al cielo.

"Sono dettagli"

Nathan mi schiocca un bacio appassionato e poi fissa i suoi occhioni nei miei.

"Beh, se non mi vuoi posso andarmene..."

Lo attiro a me con più forza e in men che non si dica ci ritroviamo sul divano, attorcigliati in un bacio appassionato.

La serata finisce nel migliore dei modi, con noi due nudi, sdraiati l'uno abbracciato all'altro.

A WHITE HAIR SECRET 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora